venerdì 4 maggio 2007

Juri (I^a parte)

Buonasera a tutti, scavando nel mio computer ho trovato questa storia, che scrissi un po' di anni fa, pensate ancora non conoscevo R. (quindi una vita fa). Era un periodo in cui il sottoscritto era più giovane e spensierato, ancora studente universitario fuori sede domiciliato in un dormitorio per studenti messo a disposizione dall'ADSU. La Storia è lunga (20 pagine di word), quindi, rubando l'idea ad Albe con la sua Munich, ve la propongo a puntate, anche perché la scrissi divisa in mini paragrafi. Il Lupo di adesso ha poco a che fare con quello di allora, ma visto che il titolo di questo blog si rifà a quel periodo non potevo non esimermi nel proporvela.
Era un bel periodo quello, dove avevo una gran voglia di scrivere e di divertirmi, ma poi, la durezza della vita, mi ha fatto allontanare dallo scrivere, ma mi ha fatto rimanere minchione come sempre. Adesso la nascita del mio blog, unito all'innumerevole tempo a disposizione che ho mi ha fatto tornare questa voglia. Quindi rullino i tamburi ed entri in scena Juri, con i suoi problemi di ragazzo timido!



UN UOMO NORMALE, O QUASI
Juri non era un uomo di piacevole aspetto, anzi a dir il vero, secondo i comuni canoni di bellezza, era brutto. Basso di statura, magro, scavato in viso e si dimostrava molto più vecchio della sua età: ventisette anni. Ciò che colpiva di più della sua persona erano gli occhi. Occhi di un colore comune, ma che da soli riuscivano a comunicare ad un interlocutore attento (perché è alle persone attente che è rivolta questa storia) i suoi pensieri.
La sua “apparente” bruttezza, un carattere insicuro ed una gran timidezza lo rendevano impacciato nei confronti del resto dell'umanità ed in particolare nei confronti del così detto "gentil sesso". Questi suoi difetti, se possono essere considerati tali, lo rendevano agli occhi della gente come una persona di poco conto, uno di quelli che potrà far carriera solo grazie a qualche "parente importante", insomma, usando una definizione che sento ogni tanto in giro era un "cancro del sistema". Ma una persona più attenta e meno radicata nella convinzione, che ogni essere umano ha, di essere il migliore, riusciva a carpire in lui un'intelligenza ed una mentalità aperta non inferiore al maggior poeta. Infatti, con Juri era piacevole conversare sia del sapere umano o anche intrattenersi in chiacchierate spensierate e simpatiche. Questi suoi pregi e difetti facevano di lui una persona con poche ma sincere amicizie.
C'era una cosa che preoccupava Juri: la mancanza di una "Donna". Lui non aveva mai... con una donna... come dite voi esseri “normali”: non aveva mai avuto una ragazza. La goffaggine, la timidezza e la mancanza di stima in se stesso non gli facevano provare neanche un approccio con l'altro sesso. Juri aveva il terrore di un NO, era troppo orgoglioso ed era sicuro che un NO, gli avrebbe fatto molto male e agli amici, che cercavano di invogliarlo, e che volevano vederlo felice, lui rispondeva che era destinato a vivere da solo e che, forse, era meglio così. Mentiva.
Juri sin da quando ha cominciato a desiderare le donne e in particolar modo l'amore, nella sua mente aveva solo una "Donna". Una "Donna" immaginaria che secondo il lessico attuale si può definire la "Donna dei suoi sogni". Juri aveva ben chiaro in mente il suo ideale di "essere femminile". Ella doveva essere timida fuori e porca nel letto, intelligente, con una velatura di tristezza ma allegra e solare quando serve ed una serie d’altre caratteristiche, comuni o meno. Su una cosa lui non transigeva: LA SUA "DONNA" DOVEVA CAPIRE LA SUA “VITA”.
In quel periodo Juri stava seguendo dei corsi d'inglese. Era un suo sogno quello di imparare l'inglese per girare il mondo, infatti, pur essendo nato in una famiglia benestante, per paura della lingua e di come comunicare, Juri non aveva mai lasciato l'Italia, tranne la gita di un giorno a San Marino. In quel corso era il migliore sempre seduto in prima fila e sempre molto attento a quel che diceva il professore, anche perché, causa la sua cronica timidezza, non aveva fatto amicizia con nessun ragazzo del corso. Così si creò un monotono regno in prima fila.

2 commenti:

Unknown ha detto...

M'auguro vivamente che i miei più sinceri complimenti su quel poco che ho potuto leggere ti facciano tornare la voglia di rimetterti a scrivere storie affascinanti come questa.

Tanuccio ha detto...

Quello era un altro Gaetano, quello di mò è più pigro, più impegnato (da lunedì) e sicuramente più minchione.