mercoledì 31 ottobre 2007

Il mostro halloween

Stanotte si festeggia halloween... Uh madonna che bello! Che Bello! Che Bello!
Che bello un corno! La società dei consumi ha creato un ulteriore mostro, fatto di ragazzini vestiti da mostri che vanno in giro a chiedere dolcetti, incuranti della loro prossima obesità e questo ve lo dice una persona che ha fatto della golosità una sua ragione di vita.
L'unica cosa che salvo di questa festa consumistica, che poco ha a che fare con la nostra millenaria cultura mediterranea, sono le strisce di Schulz con Linus che passa la notte nel campo di cocomeri ad aspettare il grande cocomero (a proposito, che poi questa del cocomero è una libertà che si è preso il traduttore, in realtà il grande cocomero è una zucca, come ci fa notare Artemisia), e lo speciale di halloween dei Simposon, il resto secondo me è spazzatura consumistica, fatta per darci un ulteriore festa con il solo scopo di aumentare gli acquisti di cose inutili nei supermercati e di organizzare serate a tema nelle discoteche, con ingresso minimo 30 euro.
L'Italia non aveva bisogno di questa festa, avevamo già il due novembre, festa dei morti, che nei miei ricordi di bambino per suggestione non aveva niente da invidiare a questa cosa.

Io il due novembre me lo ricordo come il giorno in cui i morti lasciavano le proprie tombe e tornavano nelle loro case. La tradizione voleva che si doveva imbandire la tavola con cibarie per far ristorare i morti, ricordo mia zia che giurava che nonno era tornato a casa e aveva mangiato il formaggio, le olive e il pane che lei aveva lasciato. Non le ho mai creduto, ma mi piaceva pensare che fosse tutto vero. Tradizione, quella di imbandire le tavole, che non era solo garganica o pugliese, come ho scoperto da questo post di Mitì Vigliero, ma era ben radicata in molte zone della penisola.
L'autunno inoltrato, il ritorno dell'ora solare, la scarsa illuminazione che il mio paese aveva in quegli anni, rendeva il tutto spettrale. Ricordo che ci riunivamo noi bambini davanti a casa e ci raccontavamo le storie dei morti. Come quello che si attardò a tornare a casa e venne portato nella tomba da qualche parente morto; come quella signora che si accorse che si diceva messa nella cappella del cimitero, ma venne cacciata da una parente defunta, perché quella era la messa dei morti; come quel panettiere che vide passare davanti al suo esercizio una processione fatta di soli scheletri. Mia madre non voleva che stavamo fuori fino ad ora tarda perché i morti ci avrebbero portato con loro al cimitero. Ricordo una mia amichetta che era rimasta in sveglia tutta la notte per rincontrare i suoi nonni defunti, che purtroppo non si materializzarono, ma la madre le disse che non erano tornati per non farsi vedere da lei.

In ogni finestra del paese c'era un lumino acceso, così da regalare uno splendido e lugubre, colpo d'occhio alle buie e strette vie sangiovannesi.
D'obbligo era la tappa alla chiesa di Sant'Orsola, luogo dove in antichità venivano seppelliti i morti e che leggende vogliono che di notte si sentano i loro lamenti. Andavamo lì, accostavamo l'orecchio sul portone, nella speranza di sentire qualcosa, ma non riuscivamo mai a sentire niente. Ma era bello uguale, perché il cuore ci batteva forte e la paura di piccoli abitanti di questo mondo ci assaliva.
Qualche anno fa, mentre parlavo al telefono con mia madre. Mi disse che erano passati dei bambini a fare dolcetto o scherzetto e che lei aveva dovuto comprare dei dolci, perché quei disgraziét minacciavano casa nostra con uova marce.
Ci fossi stato io a casa, uno schiaffo a questi marmocchietti nati e cresciuti nell'epoca del becero consumismo non glielo avrebbe tolto nessuno e se fossero venuti i genitori a lamentarsi, c'è n'era anche per loro.

martedì 30 ottobre 2007

Commerciale per non ho capito bene cosa, ma tanto non ha importanza

PARMA, 29/10/2007

Qualche giorno fa ricevo una chiamata da una gentile signorina che mi disse che mi ero candidato come impiegato commerciale, ma che lei mi chiamava per un'altra figura, di commerciale puro presso un'azienda che non ho capito bene qual'era... E' interessato? Chiaro e tondo le rispondo che in questo momento avrei potuto fare anche lo spazzacamino e che mi andava bene anche una figura di commerciale, visto che pare che in questo mercato ormai saturo sia l'unico sbocco professionale possibile...

Arrivo alle 16 di ieri pomeriggio in questa società di selezione, compilo l'ennesimo inutile modulo in cui mi chiedevano i miei punti di forza e i punti di miglioramento e in cui io scrivo quello che a loro fa più piacere.
Mi fanno attendere all'entrata dove c'erano dei giornali, opto subito per una rassegna stampa di questa società di selezione, per far vedere che ero interessato alla storia della società, e noto la presenza di soli articoli favorevoli che mettevano in luce i meriti di questa società all'avanguardia per quanto riguarda le risorse umane... Mi assale un dubbio: sarà una rassegna stampa chirurgica?
Decido di dedicarmi ad altri giornali, c'era da scegliere tra la Gazzetta dello Sport e il Corriere della Sera. La mia indole seriosa e intellettuale, mi avrebbe fatto pendere verso il giornale rosa (era anche lunedì e c'erano i voti della giornata calcistica), ma per non far magre figura, di maschio italico interessato solo al calcio opto per il corriere, naturalmente leggendo la pagina sportiva.
Poco dopo arriva l'aliena a recuperarmi, una ragazza molto carina e della mia età, ammetto di averle guardato il culo... 6/7 di voto perché sono buono...
L'aliena mi dice che il mio curriculum l'aveva già visto un po' di volte e mi chiede come mai. Sto spammando l'intero parco aziende italiane, l'avrei voluto rispondere io, ma per paura che non capisse il termine tecnico, ho preferito darle una risposta generica, ma col medesimo significato: "Sto mandando curriculum a tappeto, nella speranza di trovare lavoro il prima possibile".
Inizia a spiegarmi il lavoro, ma quasi subito mi assale un dubbio e la blocco con una domanda: "serve la macchina per questo lavoro?". Mi risponde che i primi mesi sì, poi me la passava l'azienda... Le dico che al momento non possiedo un auto e lei stupita mi fa: "ma la mia collega non gliela ha chiesto se aveva una macchina?"... Evidentemente no, altrimenti avrei declinato l'offerta...
Probabilmente, per tenermi buono o forse perché gli ero simpatico, la signorina mi promette di chiamare l'azienda per chiederle se c'era la possibilità di avere sin da subito la macchina aziendale e in caso di una loro risposta positiva mi avrebbe ricontattato per continuare questo colloquio...
Attendo sua chiamata, se non proprio per colloquio, almeno per una pizza... :-)

domenica 28 ottobre 2007

Breve disserzione sulla musica popolare del Gargano

Purtà la serenata alla zita (alla fidanzata), era in passato un avvenimento rituale così importante da richiedere cantatori e suonatori specializzati. Il committente doveva accordarsi qualche giorno prima con i musicanti per garantirsi quelli più bravi, e così fare una buona impressione alla donna amata. Spesso però la serenata [...] doveva soddisfare un bisogno immediato ed urgente, cosicché accadeva che gli esecutori venissero svegliati nel cuore della notte per aiutare qualche amico o conoscente a cantare la propria dichiarazione d'amore. Di notte, quindi, l'innamorato, i musicanti e gli amici, si recavano nei pressi dell'abitazione della zita e lì restavano fino a tarda ora, se nel frattempo non erano stati richiesti da un altro committente.
[...] Le serenate potevano essere di due tipi: d'amore, in cui l'innamorato (aiutato da altri cantori), esibendosi sotto la finestra della donna amata, esprimeva l'affetto nei suoi riguardi; di sdegno quando, offeso dal cattivo comportamento della zita, le dichiarava apertamente il proprio disprezzo. Queste serenate cosiddette di scontre, che arrecavano offesa alla donna amata, erano piuttosto pericolose per tutta la compagnia, poiché la famiglia della parte lesa rispondeva spesso con atti di violenza all'insulto subito.

Salvatore Villani - Libretto del Cd La Serenata a San Giovanni Rotondo


Musicalmente la tarantella del gargano in confronto ai nostri corregionali salentini, appare ripetitiva e sicuramente più melodica ma, un orecchio attento riuscirebbe a carpire le differenze tra le diverse esecuzioni vocali dei vari cantori che si alternano a cantare i tipici sonetti.
Nel libro di Noviello (Andrea Sacco suona e canta), il vecchio cantore, Andrea Sacco, suoleva ripetere al giovane Noviello che "così come canti, così deve suonare la chitarra". Ed è questa simbiosi tra la voce del cantore e la chitarra battente che l'accompagna (accordata a seconda della voce del cantore) a rendere sempre diversa e particolare ogni esecuzione... La mia ignoranza in campo musicale non mi permette di parlarvi delle tecniche usate, infatti non voglio soffermarmi a parlare di queste, ma della straordinaria bellezza dei sonetti garganici in generale e carpinesi in particolare. Sonetti, fortemente poetici che riescono a far coabitare in perfetta simbiosi la semplicità della cultura contadina e una ricercatezza poco comune ai testi delle altre tarantelle tramandate oralmente. Faccio parlare queste perle, proponendovi alcuni di essi.

Il sonetto più famoso è sicuramente "come deja fà pi amà sta donna", ripresa negli anni '60 dalla Nuova Compagnia del Canto Popolare e impropriamente conosciuta ai più come tarantella del gargano:
Come deja fà pi amà sta donna
di rosi deja fà nu bellu ciardini
doni di p'intorni le hanno a murari
di preta preziosa e ori fini
mezzo ce la cava na brava funtana
e aja fa corri l'acqua sorgentiva
'ncoppo ce 'aja metti n'auciello a cantari
cantava e ripusava bella diceva
e pe te so' divintato n'auciello
cantava li bellizzi di questa donna
volella' ci voglio bene e non lo sa
si bene non ci voleva a cantà non ci veneva
bene ce aje voluto a cantà ce sò venuto

Traduzione
Come devo fare per amare questa donna
di rose farò un bel giardino
tutto intorno lo murerò
con pietre preziose e oro fino
in mezzo scaverò una fontana
e farò scorrere l'acqua sorgentiva
soprà glielo metterò un uccello a cantare
cantava e riposave e bella diceva
per te sono diventato un uccello
cantava le bellezze di questa donna
volella' ti voglio bene e non lo sai
se bene non ti volevo a cantar non ci venivo
bene ti ho voluto a cantar ci son venuto
Diventano maggiormente straordinari, secondo me, questi sonetti se si pensa che sono stati fatti da contadini semi analfabeti...

Il sonetto che preferisco è sicuramente Nacchete bella mia che domane parte, con cui aprii questo mio spazio web.
Necchete bella mije che domane parte
e la partenza miie è di certe
mo pije lu core e lo faccie n'duje parte
une te lu lascie a te e 'n'avete me lu porte
se non have lettere da quiste parte
piange bella mije che jie songhe morte

Traduzione
Avvicinati bella mia che domani parto
e la partenza mia è certa
prendo il cuore e ne faccio due parti
una la lascio a te e l'altra me la porto
se non arrivano lettere da queste parti
piangi bella mi a che io sono morto
Oggi si parlerbbe di mail e non di lettere.

Ma le serenate non sono solo d'amore, ma sono anche di scontro. Nel seguente sonetto le grazie della ragazza vengono paragonate ad agrumi, uno dei frutti più preziosi del nord del Gargano.
Faccia de limungelle ngiallanute
te va vantanne che non m'ha velute
inta li toi giardine ci songhe state
pizze pe pizze l'hai camminate
la megghjie purtagalle me l'hai mangnate
lu megghjie limmuncelle me l'hai capate
all'uteme ce stave na rosa e l'ei durate
chi vo trascì che trasche je songhe sciute

Traduzione
Faccio di limocello ingiallito
ti vanti che non mi hai voluto
dentro il tuo giardino ci sono stato
pezzo per pezzo l'ho camminato
l'arancia migliore l'ho mangiata
il limone migliore ho scelto
all'ultimo ci stava una rosa e l'ho odorata
chi vuole entrare che entri io sono uscito
Usai questo sonetto per iniziare il capitolo sull'Oasi agrumaria del Gargano della mia tesi di laurea sui prodotti tipici del Parco Nazionale del Gargano.


Ma le serenate del Gargano non sono solo di Carpino. Anche San Giovanni Rotondo ha un ottimo repertorio. Eccovene una:
Iangelu, dallu cièle vuja calate
vestute de vellute e de bruccate,
li chjàve de 'stu core vùja li tenìte,
quànne vulìte l'aprìte e lu serràte.
Lu mèdeche m'ha mìsse a bòne partìte
che l'àdda fà uarì quìste ferìte.

Traduzione
Angelo del cielo voi scendete
vestito di velluto e di bruccate*
le chiavi di questo cuore voi tenete
quando volete lo aprite e lo chiudete
il medico mi ha dato buone notizie
che fara guarire queste ferite
Chedo scusa per la traduzione, ma non ho la più pallida idea cosa voglia dire bruccate, per essendo espressione del mio dialetto.


Monte Sant'Angelo per secoli è stato il paese guida del promontorio con la sua grotta di San Michele, meta di pellegrini da tutti il mondo, e quindi non poteva non mancare a questa mia mini carrellata.
Tu nun lu pinse
quante te voghje bene tu nen lu pinse
se li suspire mije fossere fuche
tutta lu munne ce saria bruscéte

Traduzione
Tu non lo immagnini
quanto ti voglio bene tu non lo immagini
se i miei sospiri fossero fuoco
tutto il mondo si sarebbe bruciato
Anche altri paesi hanno questa tradizione, ma elencarli tutti sarebbe un'impresa che lascio agli etnomusicologi... Ogni paese ha migliaia di sonetti e ogni vecchio cantore li interpetra con il suo stile, molti sono andati persi nel corso degli anni, ma fortunatamente l'isolamento del Gargano ha permesso di mantenerne intatti un bel po'.

Naturalmente in un post, con tutti i suoi limiti, non posso raccontarvi l'intero repertorio fatto anche di tarantelle da ballare, di canti di processioni, di ninna nanne. Non posso farvi sentire le antiche registrazioni con i fruscii e con i cantori che in dialetto chiedono, all'entonomusicologo del momento, se possono iniziare a cantare. Non vi posso far sentire la forza dei vecchi cantori e suonatori, la maggiorparte purtroppo morti. Quindi accontentavi di questa mini disserzione, così solo per farvi conoscere una delle mie più grandi passioni...

Nonostante, molti giovani nel Gargano cantano la musica contadina, questa inevitabilmente nella sua tecnica originale è destinata a scomparire, perché i cantori erano contadini immersi nella loro cultura, accompagnata dalle stagioni e fatta da riti ben precisi. I ragazzi che portano in giro per il mondo questa straoridanaria espressione della cultura contadina assieme ai due ultimi vecchi di Carpino (Antonio Maccarrone e Antonio Piccininno), non sono contadini e hanno accesso a molte più informazioni e più tipi di musiche dei loro nonni, questo fa sì che tra lo stile dei vecchi cantori e quello dei gruppi di riproposta nasca un divario di stile e modo di cantare.
Attualmente nel Gargano ci sono gruppi di riproposta molto validi, uno su tutti i Tarantula Garganica, ma la straordinaria voce dei vecchi cantori e la loro tecnica rimane sempre più ineguagliabile come dimostrano le antiche registrazioni e gli spettacoli che vedono protagonisti i veri custodi di questa arte.
La musica contadina è morta, perché sono morti i riti che l'accompagnano. Non si porta più la serenata alla giovane zitella e non si canta più nei campi. I festival di musica popolare, sebbene quasi tutti di grande qualità, come ad esempio la notte della taranta o il Carpino Folk Festival, non potranno mai prendere il posto dei riti di aggregazione contadina e quello che ne può uscire fuori come innovazione seppur musicalmente molto valida, secondo me, snatura il vero spirito della musica popolare: la ritualità all'interno di una ristretta società.

*[Bruccate sta sicuramente per broccato, ricamo tipico del Settecento. In pratica si sfilava un tessuto di canapa secondo la trama orizzontale e successivamente si riprendevano con l'ago coppie di fili creando accuratissimi disegni. Il tessuto così ottenuto si applicava poi su un tessuto più fine [spesso di tonalità diversa] creando un rilievo. Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena ne aveva gli armadi pieni! ;)]
Commento di missi

venerdì 26 ottobre 2007

Operatore Call center per un'azienda di call center... Ma va?

PARMA, 25/10/2007

Deciso a trovare qualcosa che, durante questa fase di disoccupazione, mi dia un po' di soldi e mi tenga in allenamento il cervello ho ceduto al "fascino" dei call center e ho mandato un curriculum ad uno di questi.
L'appuntamento era ieri alle 10.45, ma io, insofferente in partenza verso questo lavoro, arrivo con 15 minuti di ritardo.
Entro in una sala con un grosso tavolo da un lato in cui erano seduti una decina di ragazzi, l'uno di fronte all'altro che chiamavano in continuazione aziende per conto di una nota compagnia sarda.
Tutti avevano una fotocopia con su scritto quello che dovevano dire e una serie di biglietti con il nome delle aziende a cui chiamare. "Buongiorno sono tizio del servizio clienti della nota compagnia sarda, la chiamo per informarle..." e di seguito attaccava l'altro ragazzo "Buongiorno sono sempronio del servizio clienti..." e poi un altro "buongiorno sono caio del servizio clienti di una nota azienda sarda..." e poi un'altro ancora "buongiorno sono ciccio del servizio clienti di una nota azienda sarda, la chiamo per informarle che nei prossimi giorni..", in modo che dentro a quel call center c'erano una marea di persone che parlavano l'uno sopra all'altro, creando un'alienante baccano che in dieci minuti d'attesa per il colloquio ha martellato il mio cervello, facendomi venire un grosso mal di testa e se non bastasse tutto ciò, ogni tanto un ragazzo spronava gli altri, dicendo che il numero di contratti fatti erano pochi e che dovevano darci dentro... E mentre tutti i ragazzi del call center facevano telefonate a ripetizione e il responsabile li spronava a produrre di più, io pensavo che non avrei mai retto sei ore li dentro e che al terzo/quarto tentativo del responsabile di farmi produrre, lo avrei mandato a fanculo con annessa rissa.
Dopo tutto ciò il colloquio l'ho impostato in modo strano, con io che facevo di tutto per non farmi prendere e la signorina che ribatteva a tutti i miei dubbi, cercando di convincermi l'ottima opportunità di questo splendido lavoro...
Ci aggiorneremo dopo il ponte, sperando che mi chiami qualcun'altro e che non sarò costretto ad accettare di lavorare in quell'inferno...

giovedì 25 ottobre 2007

Racconti a quattro mani alternate

Complice uno scambio di commenti su OkNotizie, tra me e Cristina al post sull'iter di registrazione al ROC, quasi per gioco, è nato un racconto scritto a quattro mani e alternandoci a scrivere un pezzo a testa.
Visto che mi sono divertito a farlo ho proposto il progetto alla redazione dell'Eco di Dionisio che non immune al fascino degli "esperimenti letterali" ha accettato la mia proposta con entusiasmo. L'esperimento è semplice: si inizia con una parola, un'oggetto o una frase con cui far iniziare il racconto, vengono assegnati rispettivamente ad un autore l'inizio e all'altro il finale e questi si alterneranno a scrivere il racconto. Ogni pezzo deve avere all'incirca tra le 200/300 parole così da evitare pezzi che siano solo di passaggio e altri che diano un'impronta definitiva alla storia. Già ci siamo messi in moto io e il vice direttore Peppino con un racconto che ha come inizio un riferimento a ISpro (il gioco di calcio della playstation).
Naturalmente questo esperimento lo reputo aperto a tutti quei blogger che vogliono divertirsi con questi racconti alternati a quattro mani, chissà non diventi un nuovo meme...

Di seguito vi propongo il racconto alternato tra me e Cristina (probabilmente la vera ideatrice di tutto e senza la quale questa idea non sarebbe mai nata). Ho colorato i caratteri con colori diversi, in modo da distinguere i due autori, spetta a voi capire chi ha scritto la parte blu e chi quella rossa.


L'USCIERE

L'usciere era nervoso, quella mattina anche il caffè gli aveva lasciato la mente annebbiata. Si voltò e la vide..
Vide il nuovo sindaco: capelli rossi, snella, alta in tailleur e con auto reggenti nere. Era accompagnata da un uomo basso e calvo che sorrideva e si atteggiava a napoleone. L'usciere sospirò e pensò che se avesse avuto i soldi dell'uomo basso e insolente, ora lui avrebbe accompagnato il sindaco.
Rientrò nella sua gabbiotta, aprii le parole crociate e bestemmiò, perché non ricordava il nome del politico fondatore del partito chiamato Forza Italia.
Si sentì chiamare. Si alzò di malavoglia e si fece ancora più cupo quando riconobbe il tipo che voleva iscrivere il proprio blog ..
Odiava questi blogger che venivano a chiedere dov'era il ROC. Da quando avevano messo questo nuovo ufficio il suo lavoro era raddoppiato e tutto ciò lo distoglieva dal suo cruciverba giornaliero.
Prese la focaccia alle olive comprata al forno dietro all'angolo e addebitata all'ex sindaco, accusato di sperperare il denaro pubblico e la riscaldò nel suo fornetto, nel frattempo il tipo venuto a iscrivere il suo blog stava in posizione interrogativa e lui non lo degnò neanche di uno sguardo...
Cominciò ad addentare la sua focaccia, buttò un’occhiata al giornale destinato a un Ufficio dove non sarebbe mai arrivato. Sentì i passi del tipo del blog che si allontanava e un mezzo sorriso gli passò come un’ombra di soddisfazione sul viso da duro. Si sentiva un vero usciere quando qualcuno, esasperato, se ne andava. Ora aveva deciso che la storia di questo ROC doveva finire una volta per tutte. I blogger proprio non li poteva soffrire, erano brutti spiritati, bianchi, con la gobba, le mani artritiche, le gambine magre magre, lo sguardo febbrile. I peggiori erano quelli che mentre gli chiedevano Dov’è il ROC non la smettevano di battere sui tasti del portatile con una furia degna di una migliore causa, ma ora basta, ci avrebbe pensato lui.
Il suo piano era semplice e geniale, si sarebbe avvalso di suo nipote, diplomato all'Industriale per eliminare la rete. Senza rete non ci sarebbero più i blogger, non ci sarebbe più il ROC, non ci sarebbe più l'economia dell'informazione e tutti i cittadini che vorranno avere informazioni su quell'ufficio pubblico dovranno passare da lui e questo aumenterà il suo potere.
Sapeva che suo nipote era la persona giusta. Aveva lasciato da poco la sua ragazza, una che si credeva una blogstar, il giorno che gli disse Linkami ancora in un raro momento di intimità. Lo mise al corrente del suo piano e il ragazzo in men che non si dica con la furia del suo amore ferito in una sola notte fece a brandelli la rete.
L’usciere e il nipote aprirono un Ufficio Unico Informazioni e lo chiamarono Raccontiamo Ogni Cavolata, purché pagata profumatamente.
Ma senza rete l'ufficio non fece molta strada, la gente non sapeva della sua esistenza e dopo poco anche i suoi amati cruciverba divennero costosi, era costretto a compilarli con la matita e una volta conclusi, a cancellarli e riscriverli... Si annoio presto. Gli mancava il suo gabbioto, i blogger con gli occhi spiritati, il sindaco colluso e l'autorizzazione a costruire a 10 metri dal mare la sua nuova casa.
Affranto, assisteva al reimbarbarimento dell'informazione, che senza la rete era stata fagocitata da megacoccodrilli ex-neoimperialisti. La notte faceva sogni spaventosi di blogger mefistotelici che scarabocchiavano insanguinatissimi post sul retro di vecchie fotocopie.
Una notte in cui gli incubi erano particolarmente reali, venne ridestato da un ragazzino spiritato, bianco e con la gobba. Lo riconobbe subito era uno di quei blogger che tanto aveva odiato... Il ragazzino gli fece cenno di seguirlo entrarono in auto e si recarono in un hangar in periferia.
Era il nascondiglio dei blogger, lì si riunivano per poter continuare la loro nobile arte, lì si commentavano creavano community, gelosie e classifiche... L'assenza della rete gli aveva costretto al contatto fisico e visivo, ma ora avevano bisogno dell'usciere.
Quando entrò e vide l’allucinante agglomerato barricato nel bunker capì che solo lui avrebbe potuto aiutarli, usando il suo Potere, e quello del club degli uscieri e dei loro amici influenti. Si fece riportare di corsa nel suo gabbiotto, il suo animo generoso, afflitto, abitudinario, aveva troppo desiderio di tornare alle pace, alle parole incrociate, al sindaco colluso, bramava uscire dall’empasse esistenzialmente estraniante, sarebbe tornare ad essere un uomo, un Usciere.
Usciere dopo usciere, palazzo dopo palazzo, ordì un tam-tam che dai capi uscieri ai vice direttori, dai vice direttori ai direttori, dai direttori ai responsabili dei direttori, dai responsabili dei direttori ai vice presidenti dei capi dei sotto ministri, dai vice presidenti dei capi dei sotto ministri ai vice sotto ministri, dai vice sotto ministri ai pusillanimi portaborse, dai pusillanimi portaborse ai ministri arrivò al Ministro Ultimo che firmò la legge che aboliva il ROC e la Riforma dell’editoria e di bocca in bocca la notizia felice giunse in un lampo all’Usciere. Si era giocato il tutto per tutto quella sera ma finalmente, senza i blogger tra i piedi avrebbe potuto riassaporare tutti i gusti del suo esercizio pubblico. Il nipote obbediente e competente in un’oretta ristabilì tutte le funzionalità della Rete, che libera da bavagli inaugurò l’era del web8 instancabilmente, appassionatamente, libera.

Ancora grazie a Cristina.

martedì 23 ottobre 2007

Spam pubblicitario #2

Non sai che regali fare a Natale?


Non sai cosa comprare per il tuo ragazzo?


Qualsiasi cosa ti suggerisce la tua immaginazione lui ce l'ha?


L'unica cosa che desidera non gliela puoi regalare?


Allora, a Natale acquista un Mastella.


Un Mastella è per sempre... Almeno fino alle prossime elezioni...

Attenzione tenere lontano dalla portata dei bambini, potrebbe causare caduta del governo ed elezioni anticipate

domenica 21 ottobre 2007

Iter di registrazione al ROC

Lupo Sordo: Buongiorno è qui il ROC?
Usciere: Non lo vede che ho da fare!
Lupo Sordo: Sta seduto a compilare un cruciverba.
Usciere: Dieci lettere: offesa. Vaffanculo!
Lupo Sordo: Ma come si permette! Lei è qui grazie anche alle mie tasse.
Usciere: Senti, oggi è Giovedì e devo stare qui fino alle cinque, quindi sali al secondo piano e non mi scassare le palle!

Lupo Sordo: Buongiorno sono venuto a registrare il mio blog
Impiegata: Ha preso il numerino
Lupo Sordo: Ma sono solo io.
Impiegata: Mi faccia la cortesia di prendere il numero, si accomodi e aspetti il suo turno.

15 minuti dopo.

Impiegata: Serviamo il numero uno
Lupo Sordo: Sono io!
Impiegata: Non faccia il furbo e mi faccia vedere il numero
Lupo Sordo: Se sto solo io qui.
Impiegata: Senta oggi è Giovedì e devo rimanere qui fino alle cinque, quindi non polemizzi!
Lupo Sordo: Eccole il numero.
Impiegata: Ok... Deve aprire un blog o lo deve registrare?
Lupo Sordo: Lo devo registrare.
Impiegata: Compili il modulo B/32 con un bollo da 30 euro.

10 minuti dopo.

Lupo Sordo: Signora ho compilato il modulo ma non ho bolli. Lei ne ha?
Impiegata: E che c'ho scritto tabacchino! Vada a comprarlo!

20 minuti dopo.

Usciere: Dove va?
Lupo Sordo: vado all'ufficio del ROC.
Usciere: E va così! Senza avvertirmi!
Lupo Sordo: Non volevo disturbarla e poi ero passato prima.
Usciere: Senta oggi devo stare qui fino alle cinque, quindi non faccia il furbo. Un attimo che l'annuncio.

10 minuti dopo.

Lupo Sordo: Buongiorno ero passato primo, le porto il modulo B/32 con il bollo.
Impiegata: E allora è vizio! Prenda il numero!
Lupo Sordo: Ma ci sono solo io!
Impiegata: Non mi interessa! Le regole sono queste. Prenda il numero e aspetta il suo turno.

15 minuti dopo.

Impiegata: Serviamo il numero 2.
Lupo Sordo: Eccomi!
Impiegata: Mi fa vedere il numero?
Lupo Sordo: Ma se sto solo io qui!
Impiegata: Allora... Oggi è giovedì
Lupo Sordo: Sì, lo so. Oggi è Giovedì e finisce alle cinque. Eccole il numero.
Impiegata: Ha con se il modulo B/32?
Lupo Sordo: Sì.
Impiegata: In che piattaforma ha il blog?
Lupo Sordo: Blogspot.
Impiegata: Vada all'ufficio blogspot, la seconda porta a destra e aspetti la chiamata.

20 minuti dopo.

Impiegato: Signor Lupo Sordo
Lupo Sordo: Eccomi
Impiegato: Ha con se il modulo B/32?
Lupo Sordo: Eccolo qui.
Impiegato: mmmh vediamo... Lei è una blogstar?
Lupo Sordo: Non lo so, penso di no.
Impiegato: Non esiste penso di no. Sì o no.
Lupo Sordo: Dipende da voi. Cosa intendete per blogstar? Le posso dare la mia posizione nella classifica blogbabel.
Impiegato: Non ci interessano le classifiche non fatte da noi. Si è registrato nella nostra classifica?
Lupo Sordo: No.
Impiegato: Allora compili il modulo F/20 e vada all'ufficio classifica e si registri, poi in base alle posizione vediamo se è una blogstar.
Lupo Sordo: Dov'è il modulo?
Impiegato: Al front-office.

Lupo Sordo: Ho bisogno del modulo F/20
Impiegata: Ha preso il numero?
Lupo Sordo: Ma ci sono solo io!
Impiegata: Allora è un vizio? Lei vuole fare il furbo! Prenda il numero, si accomodi e aspetti il suo turno.

15 minuti dopo.

Impiegata: Serviamo il numero 3
Lupo Sordo: Sono io! Eccole il numero.
Impiegata: Ah! Finalmente ci capiamo! Eccole il modulo F/20 deve mettere un bollo da 20 euro.
Lupo Sordo: Un altro!
Impiegata: Senta oggi è giovedì...
Lupo Sordo: Sì, ho capito vado al tabacchino.

20 minuti dopo.

Lupo Sordo: Sto andando all'ufficio del ROC. Mi può annunciare per cortesia...
Usciere: Non mi rompa i coglioni! Non vede che sto mangiando? Vada da solo, tanto la conosce la strada.

Lupo Sordo: Rieccomi col modulo... Un attimo che prendo il numero...
Impiegata: Ma se sta solo lei! Allora vuol farmi perdere tempo? Mi dia il modulo!
Lupo Sordo: Ma se prima ha fatto storie col numero
Impiegata: Senta, oggi è Giovedì...
Lupo Sordo: E finisce il turno alle cinque... Eccole il modulo...
Impiegata: Vada al secondo ufficio a sinistra e aspetti la chiamata.

45 minuti dopo.

Impiegato: Sordo! Signor Lupo Sordo!
Lupo Sordo: Eccomi!
Impiegato: Cosa è venuto a fare?
Lupo Sordo: Sono venuto a iscrivermi alla classifica.
Impiegato: Il suo blog è iscritto al ROC.
Lupo Sordo: Veramente...
Impiegato: Non è iscritto?!?!?
Lupo Sordo: Quelli dell'ufficio blogspot mi hanno mandato qui.
Impiegato: Ma secondo lei come faccio a iscriverla alla classifica se non è iscritto al ROC?
Lupo Sordo: Me lo chiedevo anch'io...
Impiegato: Senta, non faccia il saccente. Oggi è Giovedì e devo stare qui fino alle cinque...
Lupo Sordo: E adesso come faccio a iscrivermi?
Impiegato: Un attimo che chiamo il mio collega, aspetti fuori.

30 minuti dopo.

Impiegato: Eccole il modello G/303.
Lupo Sordo: A che serve?
Impiegato: Deve autocertificare tutti i link che ha ottenuto, anche quelli che non appaiano su technorati, poi deve farlo firmare da un notaio con un bollo da cinquanta euro. Passi all'ufficio technorati e gli dia il modulo, loro ti daranno il modulo H/666 dove elencherai tutti i blog che hai linkato, di seguito passa all'ufficio tag, dove dovrai certificare tutte le tue etichette col modulo C/70 o con il modulo C/71 se superi le 150 etichette, una volta che hai certificato le tue etichette, devi andare all'ufficio antipixel, dove, col modulo unduetrestella dovrai certificare tutti i tuoi antipixel e specificare il perché gli hai messi sul tuo blog. Per questi moduli ti basta un bollo a testa di 10 euro. Sei iscritto a qualche social network?
Lupo Sordo: Sì.
Impiegato: Quali?
Lupo Sordo: Anobi, flickr, mybloglog e twitter
Impiegato: Allora, per Anobi, procurati un critico letterario che venga a casa tua e constati di persona che hai tutti i libri che dichiari su Anobi, compila il modulo ANB/49 controfirmato dal critico. Per Flickr ho bisogno di due testimoni di sesso diverso che attestino la tua presenza nei luoghi in cui hai fatto la fotografia, una volta trovati compila il modulo C/56, per ogni fotografia, controfirmato dalla coppia di testimoni e alla presenza di un notaio.
Lupo Sordo: E per mybloglog e twitter.
Impiegato: Per quelli non hai bisogno di testimoni, ma hai bisogno di un autorizzazione firmata da un giudice. Per Anobi e flickr ti serve un bollo da 30 euro, per mybloglog e twitter hai bisogno di un bollo rispettivamente di 20 e 40 euro. Una volta che hai ottenuto tutti i moduli vai al front-office, mi raccomando non andare di giovedì, e te li fai timbrare. Il timbro te lo devi portare da casa... Entro 20/40 giorni otterrai una risposta per poter mettere in lizza il tuo blog nel registro del ROC. Dopodiché entro 15 giorni l'ufficio prenderà la decisione se accettare il tuo blog o rimandarlo al mittente... Ha capito?
Lupo Sordo: Mi è sfuggito qualche passaggio...
Impiegato: Allora vada all'ufficio informazione, prenda il numero, le verrà dato il modulo E/7999908....

30 minuti dopo.

Paramedico: Cos'ha?
Impiegato: E' svenuto...
Paramedico: Lo porto in ospedale.
Impiegato: No, prima mi deve compilare il modulo T/489832 con un bollo da 34 euro che può addebitare all'ospedale.....

venerdì 19 ottobre 2007

Sono un giornalista, cosa penserà mia madre

Pare che secondo la nuova legge per l'editoria, i blogger saranno comparati a giornalisti/editori, con l'obbligo di iscrizione al ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione)... Clicca qui per la legge.
Ora, sto pensando che io non scrivo niente d'interessante, non sono un comunicatore, non faccio informazione, faccio solo sorridere qualcuno, ma non comprendo perché vogliano comparare il mio blog ad un prodotto editoriale e me ad un giornalista... Anche perché mia madre mi ha detto che non devo frequentare cattive compagnie...

Ora, siccome l'iscrizione al ROC, nonostante sia gratuita, richiede il pagamento di bolli che io non ho intenzione di pagare. Se volete che questo blog, come migliaia di altri continui a vivere e che mia madre non si preoccupi troppo, firmate questa petizione, non è detto che funzioni, ma almeno è un inizio...

mercoledì 17 ottobre 2007

Buongiorno, sono Lupo Sordo di una nota azienda di carte di credito

Quelli che mi seguono da un po' di tempo lo sanno già, ma gli ultimi arrivati probabilmente non sanno che fino agli inizi di ottobre lavoravo per una nota azienda di carte di credito. Praticamente giravo tutti gli esercizi convenzionati con quest'ultima per verificare la presenza del marchio nell'esercizio e la reale accettazione della carta, facevo un pizzico di Pubbliche Relazioni cercando di mettere in luce i vantaggi della convenzione con la nota azienda di carte di credito. Ora che non lavoro più per quest'ultima, dopo che qualche mese fa raccontai il noto incontro cinese, oggi ho deciso di pubblicare una carrellata di strani incontri che ho avuto con gli esercenti titolari degli esercizi convenzionati.

N° 1
Lupo Sordo: Buongiorno, sono Lupo Sordo di una nota azienda di carte di credito.
Esercente: Ah! Venga un attimo con me che le faccio parlare con mio fratello.
Mi accompagna dal fratello e nel frattempo mi dice: "Le danno in dotazione il giubetto antiproiettile?"
O_O

N° 2
Lupo Sordo: Buongiorno, sono Lupo Sordo di una nota azienda di carte di credito.
Esercente: Mi è venuto ad abbassare il tasso.
Lupo Sordo: Purtroppo non posso farle niente sul tasso.
Esercente: E allora se non è venuto ad abbassarmi il tasso non capisco che sia venuto a fare.
Lupo Sordo: Ho visto che la sua commessa era molto bella e volevo conoscerla.

N° 3
In un negozio etnico in cui l'esercente era indiano e non aveva il marchio esposto.
Lupo Sordo: Allora dove glielo attacco l'adesivo?
Esercente indiano, con la faccia perplessa: Io sono un po' arrabbiato con la nota azienda di carte di credito.
Lupo Sordo: Perché? Cosa è successo?
Esercente indiano: Il signore che mi ha convenzionato, oltre a quella ha insistito tanto per farmi fare la carta di credito, ma poi me l'hanno rifiutata.
Lupo Sordo, mentre appiccica l'adesivo in vetrina: Non si preoccupi, non ha perso niente, tanto non gliela accettano da nessuna parte

N° 4
Lupo Sordo: Buongiorno, sono Lupo Sordo di una nota azienda di carte di credito.
Commessa: Non c'è il titolare.
Lupo Sordo: E quando lo trovo?
Commessa: Sabato mattina. Comunque non è interessato.
Lupo Sordo: Ma io non vendo niente.
Commessa: Sì, lo so che lei non vende niente. Lei vende solo un servizio.
Lupo Sordo: No, signora, non ci siamo capiti. Io sono qui solo per fare due chiacchiere con il titolare per capire come si trova con la nostra convenzione.
Commessa, sempre più esercente: E' troppo alto il tasso e poi non va bene per il mio esercizio, vendo profumi, non vendo gioielli.
Lupo Sordo: Ma noi offriamo molti servizi che le altre non offrono.
Commessa, che si comporta come se l'esercizio fosse il suo: Ma io devo vedere i miei introiti, i miei affari e con quel tasso non posso permettermi di accettare la carta.
Lupo Sordo: Signora sicura che lei non è la titolare?
Esercente, ormai accorta di essersi sputtanata: Il titolare lo trova sabato.
Lupo Sordo: Allora torno sabato.
Visita completata. Non sono tornato il sabato.

N° 5
Ristorante cinese.
Lupo Sordo: Buongiorno, sono Lupo Sordo, di una nota azienda di carte di credito.
Esercente cinese: Non c'è nessuno!
Lupo Sordo: E lei che fa qui?
Esercente: Non c'è nessuno!
Lupo Sordo: Non si preoccupi, signore, sono di una nota azienda di carte di credito e vengo in pace.
Esercente: Nota azienda calte di cledito... Non usiamo noi, non usiamo.
Lupo Sordo: E' il marchio che ha attaccato in vetrina.
Esercente: Non c'è nessuno!
Lupo Sordo: Arrivederci
Vista completata.

N°6
Lupo Sordo: Buongiorno, sono Lupo Sordo di una nota azienda di carte di credito!
Esercente: No, la nota azienda di carte di credito!
Lupo Sordo: Cosa c'è signora, ci sono problemi?
Esercente: Il tasso è una rapina. Ma siamo pazzi. Lo fatta passare una volta, mai più!
Lupo Sordo: Signora, a questo punto le chiedo come mai ha accettato la nostra convenzione.
Esercente: Il signore che me l'ha fatta è stato tanto carino
0_O

N° 6
In un negozio di abbigliamento per bambini
Lupo Sordo: Buongiorno, sono Lupo Sordo di una nota azienda di carte di credito.
Esercente: No, non m'interessa.
Lupo Sordo: Non si preoccupi signora, non le vendo niente. Io mi occupo degli esercizi già convenzionati col circuito della nota azienda di carte di credito
Esercente: Ma io sono già convenzionata con la nota azienda di carte di credito.
Lupo Sordo: E infatti io di quelli già convenzionati mi occupo. Sono venuto solo a chiederle se aveva delle segnalazioni da farmi.
Esercente: Mi è arrivata la comunicazione dalla banca che non devo far toccare il POS a nessuno.
Lupo Sordo: Signora, io non glielo guardo nemmeno il suo POS.
Esercente: Ha qualche cartellino che mi dice che è della nota azienda di carte di credito.
Lupo Sordo: Per quello che faccio non c'è bisogno di cartellini, la mia è solo una visita di cortesia.
Esercente: Mi ha detto la banca che se non hanno il cartellino non devo far toccare a nessuno il POS.
Lupo Sordo: Signora, glielo già detto che non glielo guardo nemmeno il POS. Mi fa schifo il suo POS.
Esercente: Sì, ma adesso ho da fare.
Lupo Sordo: Non c'è problema passo fra una decina di minuti.
Nel frattempo vado a fare un'altra visita lì vicino. Faccio passare anche più di 10 minuti e ritorno. Mi avvicino al negozio e vedo la signora che lo chiude. Si accorge di me e mi dice: "Adesso devo fare un servizio ripassi più tardi".
Ritorno un'altra volta nella mattinata e trovo il negozio sempre chiuso. Decido di tornare nel pomeriggio.
Era Venerdì, qualsiasi negoziante che abbia un po' di sale in zucca il Venerdì pomeriggio tiene aperto il negozio.
Ripasso nel pomeriggio più di una volta e trovo il negozio sempre chiuso. Sconfitto decido di ripassare fra qualche giorno.
Mercoledì.
Lupo Sordo: Buongiorno signora, si ricorda di me?
Esercente: Non mi interessa.
Lupo Sordo: Signora, ma io non vendo niente.
Esercente: Non mi interessa.
Lupo Sordo: Ma
Esercente: Non mi interessa.
Lupo Sordo: io
Esercente: Non mi interessa.
Lupo Sordo: ero
Esercente: Non mi interessa.
Lupo Sordo: venuto
Esercente: Non mi interessa.
Lupo Sordo: solo
Esercente: Non mi interessa.
Lupo Sordo: a
Esercente: Non mi interessa.
Lupo Sordo: chiederle
Esercente: Non mi interessa.
Lupo Sordo: se
Esercente: Non mi interessa.
Lupo Sordo: aveva
Esercente: Non mi interessa.
Lupo Sordo: se
Esercente: Non mi interessa.
Lupo Sordo: gna
Esercente: Non mi interessa.
Lupo Sordo: la
Esercente: Non mi interessa.
Lupo Sordo: zio
Esercente: Non mi interessa.
Lupo Sordo: ni
Esercente: Non mi interessa.
Lupo Sordo: Va bene signora non gli interessa...
Faccio per andare... Ci ripenso un attimo... Mi rigiro verso la signora...
Lupo Sordo: Signora mi sa indicare un negozio di abbigliamento per bambini, devo acquistare un vestito a mio nipote?
Stranamente non ho ottenuto risposta...

lunedì 15 ottobre 2007

Intervista a Pier Giorgio Gawronski

E' stato difficile ottenere l'intervista col signor Gawronski impegnato com'era a capire del perché non abbia ottenuto almeno 2% alle primarie del PD.
Riesco ad ottenere un appuntamento in un parco pubblico accanto a coppiette che pomiciano e vecchi che danno da mangiare ad anatre che pesano 50 kili l'una.

E' lì su quella panchina che per tutta la durata della campagna elettorale è stato il suo quartier generale. Sta dando consigli alle coppiette su come far roteare la lingue e su come il suo programma sdoganasse una volta per tutto il bacio alla francese.
Accendo il registratore, tutto è pronto per l'intervista al grande sconfitto delle primarie colui che con il suo carisma doveva impensierire "il prescelto".
Buon giorno signor Gawronski, innanzi tutto la ringrazio per la sua disponibilità a concedere un'intervista ad un blog e no alle solite testate giornalistiche.
La mia è stata una scelta di rottura. La vecchia informazione è morta. Il nuovo che avanza sono i blog e poi, detto tra noi, gli altri giornali non mi hanno proprio cagato... Ma questo non lo scriva.
Passiamo a lei, signor Paskoski, prima di questa avventura di cosa si occupava?
Gawronski... Mi chiamo Gawronski.
Prima di questa avventura ero un giornalista free-lance e poi sono stayo consulente economico di diversi presidenti del consiglio.
Quali?
Paperone, Minni e Pippo.
E cosa ha imparato da questa avventura, signor Sturoski?
Gawronski...
Ho imparato che il deposito di Paperone è inespugnabile e che il commissario basettoni non un granché come poliziotto, visto che chiede sempre l'aiuto ad un civile come topolino.
Poi è arrivata questa avventura del Partito Democratico.
Mi sono detto tra me e me. Perché non provarci? Ma purtroppo partivo in svantaggio.
Certo, non aveva il seguito di Veltroni, della Bindi e di Letta. Senza contare che non era presente in tutte le liste.
Guardi, non penso che questo sia stato il problema principale.
Ah, perché quale è stato il problema principale?
Il mio cognome. In un momento storico dove si ha paura degli extracomunitari. Arrivo io con sto cognome che non suona italiano e la gente subito a pensare che ero un rumeno.
Quindi lei da al suo cognome, Petrescu, il suo maggior handicap?
Sì, anche se mi chiamo Gawronski.
Ma qual'era lo scopo principale di questa sua candidatura, signor Skuhravy?
Mi chiamo Garwoski.
Chiedo scusa signor Podolski. Ma non ha risposto alla mia domanda...
Guarda in celo come se fosse rassegnato...
A me più che altro interessava avere alcune apparizioni in TV e sui giornali... Detto tra noi non è che avevo troppa voglia di fare il segretario del PD
Non so se ho capito bene, signor pelatoski, lei non voleva fare il segretario del PD?
L'avrei fatto ma lo scopo della mia candidatura era un altro...
Le chiedo scusa, signor nonsochièoski, qual'era l'altro scopo?
Glielo detto prima, volevo apparire in TV e sui giornali. E comunque mi chiamo Gawroski.
Apparire in TV e sui giornali? Perché?
Volevo avere un po' di visibilità per partecipare ad Amici, per farmi vedere dalla De Filippi o da Costanzo...
De Filippi? Costanzo?
E certo ho sempre voluto fare il ballerino so anche cantare e mi hanno scartato ai provini di cat perché non ero raccomandato...
Accenna due passi di cat, mentre nel frattempo una gatta in calore comincia a corteggiarlo.
E allora tutto quello che diceva? Il programma?
Perché lei sa quale è il mio programma? Gli italiani hanno capito quale è il mio programma? Adinolfi ha tentato di copiare il mio programma?
Effettivamente no...
Se vuole le accenno anche due strofe dell'ultimo pezzo di Tiziano Ferro. Canto meglio di lui.
No, la ringrazio, signor Swarvoski, sarà per un'altra volta. In conclusione, vuole fare un appello a Maria?
No, Maria è da per tutto. Lei sa chi sono e conosce il mio talento.
Ok, la ringrazio e la saluto signor Romanoski...
La saluto e grazie, anche se mi chiamo Gawronski
Me ne vado, mentre lui alle mie spalle sta sfidando nella gara di recitazione un pensionato impegnato a lamentarsi del tempo con un suo coetaneo...

Sono migliore di te. Ho un auto...


Amo la mia auto: assetto ribassato, interni in pelle e con essa corro e supero tutti questi rincoglioniti zig-zagando e consumando benzina... Tanto che me ne frega a me. Al prossimo distributore faccio il pieno e poi lo faccio al prossimo e poi al prossimo ancora...
Non mi interessa sapere che quel petrolio sa di sangue, sa di anni di guerre e di giochi di potere... Tanto ho i miei interni in pelle, il mio stereo a palla e il mio assetto ribassato che mi fanno sentire migliore di quei coglioni che sorpasso.
Non c'è parcheggio! E' uno scandalo! Il comune deve fare più posteggi, abbattiamo quel palazzo che è anche vecchio. Che me ne fotte che sia storico, tanto ho il mio 2000 turbo e il mio assetto ribassato.
Corro, sgommo e non me ne frega di niente, non m'interessa sapere cosa c'è intorno a me, m'interessa solo la strada, mi interessa solo mostrare i miei cerchi in lega per rimorchiare qualche donna facile.
Sono meglio di te, con la mia auto tengo i 200 km orari e faccio possesso della terza corsia che è solo mia perché nessuno può superarmi, nessuno può passare il mio assetto ribassato.
Fanculo agli amici ai parenti e i loro bambini che potrebbero sporcarmi i miei sedili, tanto ho te mia nera fiammante auto. Sono un uomo nuovo con te.
Cosa cazzo fa quello davanti, ma con il mio assetto ribassato non faccio fatica a spostarmi a destra e ritornare sulla mia terza corsia.
Continuo il viaggio so dove arrivare so che macchina ho, so di essere migliore di te e dei tuoi simili che, per ogni chilometro che faccio, muoiono in sporche guerre che a me non interessano. Sono invincibile. E' il mio piede destro che me lo dice, sono questi interni in pelle, è l'assetto ribassato, è lo stereo a palla, sono i cerchi in lega...

Con il mio stile partecipo anch'io al Blog Action Day

Dichiarazioni sulle primarie del PD

Secondo indiscrezione dell'ultima ora pare che il sindaco di Roma Walter Veltroni abbia vinto di misura le primarie del costituente Partito Democratico.

Ecco le dichiarazione a freddo dei candidati:

Walter Veltroni: "Ho vinto? Naaa! Mi state prendeto per il culo?"

Rosy Bindi: "Ora che ho perso le primarie, posso anche perdere la verginità"

Enrico Letta: "Ma le nostre era liste giovani per gente giovane fatte da giovani... Ohu! Allora? La passi o no quella canna!?"

Mario Adinolfi: "Mi sa che non si poteva fare..."

Piergiorgio Gawronski: "Chi cazzo è Piergiorgio Gawronski?"

sabato 13 ottobre 2007

Catene memate

Visto che sono rimasto l'unico in tutta la blogsfera a non aver fatto questo gioco e, soprattutto, visto che sono stato invitato da CaccaSpray a continuare una catena. Oggi dopo mesi di distanza faccio un meme (cioè una catena di Sant'Antonio, ma senza richiesta di denaro)...

Così coglierò questa occasione per raccontarvi un po' di me... Cioè, per dirvi le cose che non sapete di me (mica cazzi!)... Curiosi? Non sento risposta... Chi tace acconsente.

Signore e signori! Le cose che non sapete di me!

1. Da piccolo emulando Holly e Benji, davo calci al marciapiede, convinto che questo avrebbe migliorato il mio tiro.

2. Ho avuto 25 tra compagni di stanza, nella casa dello studente, e compagni di appartamento, e tra questi non c'è mai stata una persona normale.

3. Sogno ad intervalli regolari di vincere al superenalotto, ma non ci ho mai giocato.

4. Non ho mai posseduto un'autovettura e non ho mai guidato in autostrada, e nonostante questo mi reputo una persona normale.

5. Avrò fatto 2/3 aperitivi in tutta la mia vita e nonostante ciò mi reputo una persona normale.

6. Pur abitando in una città di pianura dove il mare è molto distante, non ho mai fatto una lampada e non sono mai andato in piscina, e nonostante ciò mi reputo una persona normale.

7. Qualche anno fa ho vissuto il raduno degli alpini a Parma, devo ancora riprendermi. Anzi, per chi non ha mai partecipato al raduno degli alpini, gli consiglio vivamente di andarci. Altro che notte bianca...

8. Quando comincio a fare battute idiote è difficile fermarmi.

9. Non ho mai dormito in un letto a due piazze con la mia ragazza, sempre nel lettino.

10. Sono stato ad Amsterdam con soli 20 euro in due persone... Ma non abbiamo rinunciato alle produzioni tipiche.

11. Non amo andare dal dottore. Potrei finire sotto un tir e rifiutare l'ambulanza dicendo che non mi sono fatto niente, mentre recupero il braccio destro sul ciglio della strada.

12. Qualche mese fa scrissi un pezzo di satira in questo blog, contro l'azienda per cui lavoravo i fine settimana. Mi sgamarono, venni convocato dal direttore che dopo una ramanzina ufficiale, la prese a ridere. Qualche giorno dopo, litigai con un responsabile che prese il pezzo come qualcosa di personale rivolto a lui e decisi di licenziarmi (nonostante avevo un contratto a tempo indeterminato). Quando andai dal direttore ad annunciare le mie dimissioni, non fece una grinza e le accettò, contento di sbarazzarsi di questo sovversivo comunista. Passati più di tre mesi, penso che andarmene da quel lavoro di merda sia stata tra le cose più buone che abbia fatto in vita mia.

Pare che sto giochino l'abbia fatto tutta la blogsfera... Allora, vado a dare un'occhiata alla classifica blogbabel e nomino i cinque blog che sono dietro di me in classifica... Così, per il gusto di perdere posizioni.

561. Diario di bordo
562. Roberto Giacchetti (Questo è un politico, non so se partecipa. Quindi lo salto)
563. Surreale (Non mi si carica il sito, quindi non so chi è e cosa fa. Adatto per il meme)
564. La biblioteca di Shawshank (Dalianera... Questo nick non mi è nuovo...)
565. Flashmotus (Pare che sia un blogger serio... Vabbé io lo nomino lo stesso per il meme)
566. Dietro è la casa, davanti a noi il mondo... (Pure questo sito non carica... E' un problema che riscontro con la connessione di San Giovanni...)
567. Lo skyblog (Stesso problema di caricamento... Vabbé, ne metterò un altro per sicurezza)
568. Scripta Volant (Pare uno di quelli che fa memi)

Il meme è aperto a tutti... Se volete partecipare dovete fare domanda con carta bollata al vostro comune di residenza e attendere l'autorizzazione fra 20/30 giorni... Se non volete aspettare tutto sto tempo, va bene anche un'autocertificazione.

giovedì 11 ottobre 2007

A frequentar comunisti ci si ritrova sul Manifesto. Sottotitolo, ode a Cinzia Gubbini

Oh signorina Gubbini, la chiamo signorina perché se è signora la ringiovanisce e se è signorina non sbaglio.
Poteva anche avvertirmi che avrebbe letto questo post di Lameduck! Mi sarei presentato in giacca e cravatta e avrei lasciato un commento più allegro, visto che lei mi ha definito intristito nel suo articolo di stamane sul manifesto...
Cara signorina, forse lei non capisce il mio umorismo, d'altronde come la maggior parte delle persone che conosco, ma quel commento non era triste. Era una battuta... Anche perché, sa signorina Gubbini, pur non apprezzando questa raccolta di figurine, penso che non sia qualcosa che mi intristisce. Mi intristiscono più i colloqui e qui ne trova a iosa di colloqui raccontati...

Ma signorina Gubbini, non è questo il motivo principale del mio post. Il suo, cosidetto, Core Business.

Signorina Gubbini... Porca pupazza! Ha letto e trascritto il mio commento, ma se le fatto un giro qui? Il due ottobre navigavo col mozzo!
Scrivere un trafiletto con l'indirizzo del mio blog, No?!? Titolo: "Lupo Sordo. Il nuovo che avanza!" Sottotitolo: "ma come il maiale non avanza niente".

Capisco che il suo è un giornale politico e serio, e che quel post non poteva trovare spazio. Ma se vuole gliene faccio uno sullo scalone! Non sono architetto, ma quando disegno le scale (specie nel quaderno a quadretti) mi vengono bene! Ne faccio una più grande se vuole...
Parlo del referendum fatto dai sindacati. Mi dica cosa devo dire e io lo dico...
Dai... Per cortesia, faccia un'articolo su di me... Parlo della caduta del muro di Berlino...
Racconto la mia militanza comunista nel '68! Vabbé sò nato 10 anni dopo, ma queste sono sottigliezze...

No signorina Gubbini, non vada via... Lo so che le piace il mio blog...
Resti qui... Le faccio l'imitazione di Bertinotti...
Se mi fa un articolo, vinco per lei le primarie del PD e poi lo distruggo dall'interno! Faccio cadere tutti i capelli a Berlusconi e lo faccio diventare basso!

Dai signorina Gubbini.... Mi faccia un articolo...
Resti qui... Non vada via... Posso fare un post sagace e divertente!
Resta con me... Non mi lasciare...
Resta con me... Non mi lasciare...

Ammore... Ammore... Ammore...
Dimme tu che ll'aggi' 'a dí...
dimme tu comm'aggi' 'a fá...
stasera...
dimane...
p' 'a fá restá?!...

Resta cu me
pe' caritá!
Statte cu me...
nun mme lassá!
Famme pená,
famme 'mpazzí,
famme danná...
ma dimme sí!...

Moro pe' te...
vivo pe' te...

Vita d' 'a vita mia...
nun mme 'mporta d' 'o ppassato,
nun mme 'mporta 'e chi t'ha avuto...

resta cu me...
cu me!...


Si ringrazia Domenico Modugno per la canzone e Il Conte Oliver e Ed per la segnalazione.

AGGIORNAMENTO

Per chi non visualizzasse il file dell'articolo, ecco il link direttamente sul sito del manifesto.

mercoledì 10 ottobre 2007

Scambio link questo sconosciuto

Capita a volte a chi abbia un blog di avere richieste di scambio link. Cos'è questo Scambio link?
Praticamente gente che vuole aumentare la popolarità del suo blog chiedendo ad altri blogger di scambiarsi il link.

Questa, pur non essendomi simpatica, come pratica, penso che non sia una mostruosità, ma comunque esula da ciò che dovrebbe essere un blog.

Il blog dovrebbe essere qualcosa di genuino uno spazio che uno si crea per poter dire la sua, divertirsi, divertire o per quelli più seri far riflettere e dare una informazione alternativa. Non deve esserci divismo, anche perché noi blogger siamo tutti persone normali.

Ed è proprio da questa geniale deduzione e dal tempo libero che il mio stato di disoccupato mi da che ho creato un nuovo blog:

Abborro lo scambio link

Lo scopo di questo blog, che sicuramente non avrà successo, sarà quello di segnalare tutti gli scambiatori di link e di prenderli per il culo.

Se come me, non vi è simpatica questa pratica. Segnalatemi via mail tutti i tentativi avuti di scambio link uniti a vostri commenti sagaci e spiritosi. O ancora meglio entrate a far parte del blog, con una richiesta via mail.

Non vengono accettate offese personali, ma solo una sana presa per il culo.

lunedì 8 ottobre 2007

Ho visto un re (riveduta e corretta)

Dai, dai cúnta sú,
ah beh, sì beh, dai cúnta sú, ah beh, sì beh...
Ho vist’ un ministro.
Se l’ha vist cus’è?
Ho visto un ministro!

Ah beh, sì beh, ah beh, sì beh...
Un ministro che piangeva seduto sull’aereo presidenziale,
piangeva tante lacrime...
ma tante che
bagnava anche il sedile
Povero ministro!
...e povero anche il sedile!

Sì beh, ah beh, sì beh, ah beh...
È il Presidente del consiglio che gli ha portato via una bella poltrona,
Porca malò!
di trentadue che lui ce n’ha.
Povero ministro!
...e povero anche il sedile!

Sì beh, ah beh, sì beh, ah beh...
Ho vist’ un pà...
Se l’ha vist cus’è?...
Ho visto un parlamentare!

Sì beh, ah beh, sì beh, ah beh...
Anche lui, lui piangeva, faceva un gran baccano,
mordeva anche una mano...
la mano di chi?
la mano della squillo.
Povero pà...rlamentare!
...e povera anche la squillo!

Sì beh, ah beh, sì beh, ah beh...
È il capogruppo parlamentare che gli ha avvicinato la famiglia
oh pover Crist!
di trentadue che lui ce n’ha!
Povero pà...rlamentare!
...e povera anche la squillo!

Sì beh, ah beh, sì beh, ah beh...
Ho vist’ un sin.
Se l’ha vist cus’è?
Ho visto un sindaco!

Sì beh, ah beh, sì beh, ah beh...
Il tapino lacrimava su un assessore
ed ogni go... ed ogni goccia andava
sopra l’assessore
...’sì che tutto lo bagnava.
Pover tapin!
...e povero anche l’assessore!

Sì beh, ah beh, sì beh, ah beh...
Il parlamentare, il ministro, il presidente del consiglio
l’han’ mezzo rovinato,
gli han’ portato via tre sagre e una consulenza del figlio avvocato
di trentadue che lui ce n’ha.
Pover tapin!
...e povero anche l’assessore!

Sì beh, ah beh, sì beh, ah beh...
Vist’ un lavoratore atipico.
Se l’ha vist cus’è?
Un precario!

Sì beh, ah beh, sì beh, ah beh...
il parlamentare, il ministro, il presidente del consiglio,
perfino l’assessore
l’han’ mezzo rovinato, gli han’ portato via:
la casa, la pensione, il lavoro, i diritti, la liquidazione,
il contratto a tempo indeterminato, la laurea, la
formazione.
e pö cus’è?
...lo hanno costretto alla mobilità!

Sì beh, ah beh, sì beh, ah beh...
...gli hanno organizzato anche il maiale day!
Pover purscel!
...nel senso del maiale!

Sì beh, ah beh, sì beh, ah beh...
Ma lui no, lui non piangeva, anzi, ridacchiava.
Ma sa l’è? Matt?
No! Il fatto è, che noi precar...
noi precar...
ehh sempre allegri bisogna stare,
ché il nostro piangere fa male al Presidente del
consiglio,
fa male al parlamentare e al ministro,
diventan tristi se noi piangiam.
Ah beh!


Questo pezzo assieme all'intervista a Giulio Santagata e ad altri pezzi di satira sicuramente migliori dei miei li troverete on-line, sullo speciale di Bengodi Sity sulle caste e l'antipolitica.
Liberamente scaricabile, il file in pdf lo trovate qui.

Ritorno a San Giovanni Rotondo

Il ritorno al paese natio è sempre un frammisto di felicità e di pensieri. Perché oramai dopo nove anni, lontano da casa è difficile addentrarsi in tutti i meccanismi del paese che una volta era tuo, ma che con gli inevitabili cambiamenti avuti in questi anni, fai difficoltà a capirlo.
San Giovanni Rotondo ha una storia millenaria, i primi insediamenti umani risalgono si dall'antichità. Ma nonostante tutto ciò, pare che la storia di questo paese sia iniziata con la venuta del frate con le stimmate. Prima che c'era? Qualche anziano ti racconterà della miniera, della pastorizia, dell'agricoltura. Ma il resto è legato alla figura di Padre Pio.
In questa casa Padre Pio cercò rifugio nel millenovecentoedispari; in questa casa Padre Pio mangiò un piatto caldo nel millenovecentoepari. E la storia prima della venuta del frate con le stimmate? Che fine ha fatto?
Anche l'architettura del paese tende a dimenticare il passato, il borgo medievale è nascosto, ci abitano per lo più anziani che sono nati lì. Sembra che i palazzi moderni, quasi tutti fatti erigere nel dopoguerra, nascondino quell'intersecarsi di vicoli che è il borgo medievale.
Come l'architettura, anche i cittadini (non tutti fortunatamente) cercano di dimenticare le loro radici agricole e pastorali, accusano i paesi vicini di essere una manica di cafoni, mentre noi siamo quelli ricchi, che apriamo le porte al mondo intero e ci facciamo erigere cattedrali da Renzo Piano.
Fatto sta che di progresso (inteso come quello positivo) San Giovanni Rotondo ne ha ben poco. Perché il progresso non è avere più locali degli altri paesi, non è avere più supermercati, più alberghi o più macchine, il progresso è avere una certa coscienza della cosa comune del territorio e della sua storia, avere senso civico. Il progresso è anche quello economico, ma nonostante il paese ha avuto un progresso economico e imprenditoriale, questo è legato quasi esclusivamente al turismo religioso e alla figura di Padre Pio. E se un giorno questa figura non avrà più l'appeal su milioni di persone che sta avendo adesso? Cosa farebbero gli imprenditori? Cosa ne sarebbe di questo progresso economico?

sabato 6 ottobre 2007

Il fatto non sussiste

Tanti anni fa in un paese di pescatori del Gargano, arrivò l'industrializzazione! L'eni decise di costruire sul golfo di Manfredonia, in uno dei luoghi ai tempi più incontaminati, ricchi di biodiversità e di reperti archeologici di Italia, una sua fabbrichetta chimica.
Il popolo manfredoniano, come quello dei paesi limitrofi accolse bene la venuta dell'industrializzazione. Si campava di agricoltura, allevamento e di pesca, il turismo di massa era lontano e Padre Pio non aveva il numero di visitatori che ha avrebbe continuato ad avere negli anni.
Così l'indomito popolo del Gargano del sud, lasciò la zappa, la pecora e la rete da pesca e si diede al chimico. Tutti lavoreranno!!! Nessuno andrà più via di qui!! Questo si diceva.
In realtà, nonostante la gioia iniziale e la creazione di alcuni posti di lavoro, di disoccupati ce ne sono sempre stati tanti e le persone costrette ad abbandonare la gialla terra del sud Gargano aumentavano anno dopo anno.
Era il 26 settembre del 1976, non posso sapere che tempo faceva, ma l'immediata vicinanza del mare, mi fa credere che facesse ancora caldo. In quel giorno una colonna della fabbrica esplose e contaminò l'ambiente circostante con 12.000 tonnellate di arsenico.
I dirigenti per quattro giorni nascosero l'accaduto. Pare che rilasciarono notizie rassicuranti, dicendo che la quantità di arsenico fuori uscito era minimo, fecero continuare a lavorare gli operai e mandarono 20 di loro a pulire a mani nude la fanghiglia fuori uscita dallo scoppio. E' continuarono a fischiettare come niente fosse.
Morirono 17 operai per conseguenze tumorali e non si contano quanti cittadini del quartiere monticchio, quello a ridosso della fabbrica, si siano ammalati di tumore per questa esplosione.
Fino a qualche anno fa tutto questo pareva scomparso dalla mente dei cittadini del luogo, io appresi per caso solo lo scorso anno di questa tragedia, leggendo qualcosa sullo spettacolo teatrale "Anagrafe Lovecchio", che racconta la storia dell'Enichem dall'esplosione ai giorni nostri e la storia dell'ex dipendente Nicola Lovecchio (uno dei 20 operai mandati a pulire a mani nude la fanghiglia), malato terminale di tumore, che assieme al Dott. Portaluri, raccolgono prove che serviranno ad iniziare un processo contro i dirigenti Enichem.
Sarà, ma il popolo del sud Gargano si suddivide in gente che vuole sapere e gente che fa scivolare tutto giù, ecco perché non ho mai sentito parlare di questa esplosione dai miei parenti manfredoniani, anche se avevo due zii che lavoravano lì.
Qualche tempo fa, in preda alla curiosità, decisi di farmi raccontare da mia madre (manfredoniana di nascita) i suoi ricordi sull'accaduto, ma l'unica cosa che mi disse fu, che le sue sorelle con le famiglie vennero a dormire a San Giovanni a casa nostra per una notte, ma poi mi disse che in realtà non successe niente di preoccupante.
Ecco questa analisi di mia madre, la quale percepisce una tragedia solo se causa morti al momento, secondo me deve aver influenzato i giudici che hanno deciso che il fatto non sussiste e hanno assolto tutti gli accusati del processo Enichem...

Considerazioni


- Oggi è stato il mio ultimo giorno di lavoro. Sono ufficialmente disoccupato, fortuna che sono nato in Italia, altrimenti avrei avuto problemi col permesso di soggiorno, pure se a casa non abbiamo nessun tipo di soggiorno.

- La mia ragazza mi chiama ogni sera, parlandomi delle sue frustrazioni da giovane ingegnera donna circondata da meno giovani ingegneri maschilisti. Le ho provato a dire che il suo posto era in cucina, ma lei mi ha graficato la potenza del pugno che prenderò non appena ci vedremo.

- Domenica torno nel Gargano per una settimana. Non vedo l'ora di rivedere i tipici elettrodomestici sul ciglio della strada.

- Mamma ha detto che da domenica pioverà... E' in stretto contatto con la NASA.

- Mio padre ha detto che a casa sono sempre il benvenuto... L'ho voluto provocare e dicendogli che venivo a prendere soldi... Sta contrattando con trenitalia per non far partire più alcun treno dal nord verso il sud.

- Mia madre mi ha confessato che non ha potuto comprare il pesce, ho deciso di fare lo sciopero della fame. Lo sciopero durerà dalla colazione al pranzo.

- Non ho voglia di scrivere sul blog, ma lui mi chiama... Mi dice che si sente solo e trascurato e che se non scrivo divento cieco.

- Nella settimana che starò a casa ho deciso di ricominciare a scrivere una storia che ho nella testa da anni, ma che la mia inevitabile pigrizia non me la fa buttare giù. Sono certo che non farò niente.

- Ho finalmente fatto accomodare la bicicletta. Dopo due giorni ho il culo che implora pietà.

- Ho ricevuto i complimenti dalla Spagna per quello che scrivo. Si vede che in terra iberica si fa abuso di alcol.

- Volevo scriverci su altre cose ma, nel frattempo, sono andato a fumare e ho dimenticato tutto.

giovedì 4 ottobre 2007

Carriera direttiva per una catena della GDO (2^a parte)

Martedì scorso avevo fatto un colloquio fantozziano presso un'agenzia interinale. Mi prospettavano una carriera direttiva in una catena della GDO. Lunedì ricevo la telefonata interspaziale dall'agenzia che mi informa del luogo dove del colloquio e il nome della catena della GDO... A questo punto, voi, manipolo di curiosoni vorrete sapere il nome della catena, ma io non ve lo dico, anzi farò di più, vi metto sulla buona strada: è una lettera dell'alfabeto lunga... (chi ha capito non deve nominare l'azienda nei commenti, per far rodere la gente che non ha capito).
Come dicevo, la signorina mi aveva detto che il colloquio si sarebbe tenuto alle 15.00 di giovedì pomeriggio ed eccomi che io preciso come il mio stimolo intestinale mattutino, alle 15.00 mi trovo davanti al megacentrocommerciale davanti al box informazione ad informare una gentila signorina che avevo un incontro di pugilato con il responsabile, certo Dottor B.
La signorina, mi indica una panchina vicino alle casse: "siediti lì e non scassare il cazzo!"... Non ha detto proprio così, ma il senso era questo. Mi siedo in questa elegante panchina, tra casse che fanno bip, comunicazione interne, richieste di cambio denaro, prodotti in sconto, bambini che piangevano, assorbenti ultra sottili con le ali, detergenti per il bagno che sgrassano le incrostazioni più difficili, pasta come quella fatta in casa e il mio pensiero torna al famoso caso lettera dell'alfabeto lunga e pastaio di Parma... Chi non ha fatto marketing non può sapere, ma pare che alla fine degli anni '80 inizio degli anni '90, la lettera dell'alfabeto lunga decise di non vendere più la pasta blu, perché non gli permetteva di fare i prezzi che voleva. Come andò a finire non si sa, ma all'università di Parma, dicono che il pastaio parmigiano vinse.... Saranno di parte?
Mentre penso a questo "affascinante" caso aziendale, mi accorgo che è già passata mezz'ora, oramai comincio a sentirmi parte dell'arredo del centro commerciale!
Mi staranno mettendo alla prova? Se questo si va a lamentare ha carattere per diventare un capo! Se questo si lamenta vuol dire che non ha rispetto per i superiori e disciplina... E mentre le palle, da tonde, mi stavano diventando quadrate, cerco di risolvere questo assurdo dilemma nato nel mio cervello...
Decido di andare al box informazione a prendere a pugni qualcuno, ma per non sembrare troppo maleducato aspetto un momento in cui non ci sono i clienti... Ma non faccio neanche in tempo che il Dottor B viene verso di me e mi chiede umilmente scusa per il ritardo.
Entro dentro un magazzino, all'interno del quale era situato un ufficio... Ci sediamo e chiede subito di me, cosa sto facendo attualmente. Gli spiego il lavoro...
"E perché se ne vuole andare?" mi fa lui. "Lavori per un'azienda importante..." Sì, lo so che lavoro per uno dei 50 marchi più conosciuti al mondo, ma se la missione è finita... Non servo più.
Il Dottor B è stupito che io laureato vengo a fare un colloquio nel centro commerciale e mi chiede il perché. Gli spiego che in agenzia mi hanno detto che c'era possibilità di carriera e comunque so già da me che nella GDO, prima di diventare qualcuno devi provare tutti i ruoli.
Il responsabile mi dice che in azienda credono molto alla formazione interna e che tutti i direttori hanno iniziato così, ma non lo vedevo troppo convinto. No, perché non era vero quello che diceva, ma perché a lui probabilmente serviva un commesso semplice... Comincio a capire che di carriera direttiva in questo colloquio c'è ben poco. Probabilmente l'agenzia interinale per fare numero ha chiamato anche me.
Il Dottor B cerca di incuotermi timore, dice che questo è un lavoro duro e che si sta sempre in piedi, gli rispondo che non ho paura del lavoro duro e che nel vecchio lavoro stavo in piedi e camminavo per ore, gli dico che ai tempi feci anche la stagione dei pomodori nel foggiano e che sono abbastanza temprato.
Il Dottor B sconfitto, non può che prendere atto della mia tenacia e mi congeda dicendomi che mi se il colloquio fosse andato bene mi avrebbero chiamato fra 10 giorni... Poi mi chiede se sono interessato solo alla carriera direttiva... Gli dico che con tutto il rispetto della gente che lavora qui, se avessi voluto fare solo il commesso avrei iniziato a lavorare dopo il diploma.
Me ne vado convinto di aver fatto bella figura, ma di non servire alla causa della catena della GDO con la lettera dell'alfabeto lunga.