giovedì 31 luglio 2008

Gelateria bioenergetica, psicoterapeutica, slowfoodetica e onomatopeica

Tanuccio: Salve! Vorrei un gelato!
Gelataio: Come lo vuole?
T: Non so… Facciamo stracciatella e nutella!
G: Le posso consigliare la fragola?
T: ?
G: Uso delle fragole che provengono da un appezzamento di un ettaro in Sardegna e sono state colte al calar del sole… Sono buonissime!
T: Perfetto! E con che cosa l’accompagno?
G: Ti consiglio con il limone.
T: Ma è buono?
G: I limoni vengono dalla costiera amalfitana e sono stati coltivati con antiche tecniche cinesi, da contadini pakistani senza permesso di soggiorno…
T: mmmmh, interessante… Faccia fragola e limone!
G: Purtroppo sono finiti. Ma ho della buonissima cioccolata!
T: mmmh
G: E’ stata prodotta da una donna all’ottavo mese di gravidanza dell’anticristo ed è stata speziata con zafferano della terra del fuoco, fatto da bambini svedesi biondi e con gli occhi azzurri che sembrano bambole… Può andare?
T: sembra buono…
G: Le consiglio di abbinarlo con le mandorle. Sono state coltivate in Sicilia e trasportate da un carretto siciliano, durante un agguato di mafia.
T: Ok! Le prendo!
G: Purtroppo sono finite.
T: Avrà altri gusti strani!
G: Sì! Ho la nocciola! Le nocciole sono state prodotte da alberi autoctoni del sud della namibia e colte da bambini di dieci anni originari del luogo e nati il 29 febbraio!
T: anche se i conti non mi tornano, visto che dieci anni fa febbraio ne aveva 28, mi hai convinto prendo la nocciola e la accompagno con la nutella!
G: io le consiglierei di accompagnare la nocciola con il cioccolato al peperoncino. Il cioccolato è stato prodotto in svizzera da un famoso banchiere che si è ritirato nella sua fattoria dopo uno scandalo finanziario e il peperoncino viene dal Messico. E’ un peperoncino allucinogeno già masticato da un noto stregone inca e trasportato fin qui nelle viscere di una vacca sacra indiana.
T: Ok, prendo questi! Basta che mi dai un gelato!
G: purtroppo sono finiti anche questi…
T: Scusa, tagliamo la testa al toro! Che gusti hai?
G: stracciatella e nutella.

mercoledì 30 luglio 2008

Casi della vita

Ora come ora è diventato più sicuro rapinare le banche che lavorare, ma dopo una rapina una banca chiude. Ci sono in ballo dei soldi e delle indagini.
Invece dopo una tragedia sul lavoro altre strutture non chiudono, perché “sarebbe arrivata una valanga di richieste di danni”.

Chissà quante persone gli avranno detto: “Che figo! Lavori a Gardaland!”

giovedì 24 luglio 2008

Quelli che... il caro vita

Quelli che è tutta colpa dell’Euro, oh yeah!
Quelli che è tutta colpa della benzina, oh yeah!
Quelli che è tutta colpa degli idrocarburi, oh yeah!
Quelli che è tutta colpa degli altri meno che di me, oh yeah!
Quelli che si lamentano per il prezzo della benzina e poi usano la macchina per fare 100 metri, oh yeah!
Quelli che se la benzina aumenta è colpa di Prodi, oh yeah!
Quelli che se la benzina aumenta anche con Berlusconi è sempre colpa di Prodi, oh yeah!
Quelli che pensano che Prodi abbia un distributore, oh yeah!
Quelli che per risparmiare si buttano sui sottocosti, oh yeah!
Quelli che per buttarsi su un sottocosto comprano un completo per caccia grossa alla tigre, oh yeah!
Quelli che raccattano volantini da ogni dove e per risparmiare li usano come carta igienica, oh yeah!
Quelli che per aumentare i consumi tolgono l’ICI, oh yeah!
Quelli che per aumentare i consumi detassano i BOT, oh yeah!
Quelli che per aumentare i consumi tolgono il bollo dell’auto, oh yeah!
Quelli che non ammetterebbero mai che per aumentare i consumi devono aumentare gli stipendi, oh yeah!
Quelli che per risparmiare vanno nei discount e spendono 50 euro di cioccolati, merendine e altre schifezze che finiranno in una settimana, oh yeah!
Quelli che si inventano la Robin Hood tax, oh yeah!
Quelli che Robin Hood rubava ai ricchi per dare ai poveri, ma non toccava le televisioni, oh yeah!
Quelli che si ricordano ancora quando l’anguria andava a 50 lire al chilo, oh yeah!
Quelli che ricevevano dalla madre 500 lire la domenica e si sentivano dei re, oh yeah!
Quelli che dobbiamo diminuire i consumi di energia! Non i miei i tuoi! Oh yeah!
Quelli che non comprano più la pasta, ma in compenso vanno a mangiare sempre fuori, oh yeah!
Quelli che il Suv non è costoso, siete voi che siete tirchi, oh yeah!
Quelli che stiamo andando veramente male e poi non rinunciano alle vacanze in posti esotici, oh yeah!
Quelli che hanno fatto un mutuo a tasso variabile ed ora sentono un certo bruciore in quel posto, oh yeah!
Quelli che i nostri nonni vivevano peggio e campavano con molto meno, però porca puttana se mi devo lamentare! Oh yeah!

Questo pezzo l’ho trovate assieme ad altri, di altri autori blogger nel numero zeroBIS dell’Angolo Ottuso (periodico di prospettive disperate e disperanti).
Se volete scaricare il giornale in versione pdf eccovi il link:
http://www.bengodisity.org/angolo/ottuso_0bis.pdf

Per proposte di collaborazione, complimenti e soprattutto insulti, questo è l’indirizzo di posta elettronica:
redazione@bengodi.org

Se siete vanitosi e amate rileggere la vostra pregiata prosa una volta che è arrivata a destinazione e vedere l’effetto che fa, lasciate un commento su questo blog:
http://langolottuso.blogspot.com

martedì 22 luglio 2008

Ora si capisce perché quelle mope in via Langhirano te la fanno pagare a 4 euro a fetta

L’Eco Di Dionisio è arrivato a cento! E siamo diventati l’invida della zanicchi, io assieme a tutta la redazione virtuale ho festeggiato questo avvenimento con una delle mie ceppe, la mia rubrica personale sulla rivista socio-culturale che tutto il mondo ci invida.
La notizia è una di quelle che ti fa venire l’acquolina in bocca, infatti pare che secondo studi fatti l’anguria abbia lo stesso effetto del viagra. Già mi immagino i miei milioni di lettori maschietti a fare la fila dai fruttivendoli…
Ricordandovi che se volete leggere il 100 dell’Eco potete scaricare il tutto, in versione zippata da qui, ecco come in redazione si è commentata la “sorprendente” notizia.

Tanuccio: Cos’è quella?
Peppe: Non lo vedi? E’ un’anguria!
T: Che bello, mangiamo l’anguria!
P: No, IO mangio l’anguria!
T: Ma saranno almeno sette chili d’anguria! Tutta da solo!
P: Embè? Prima la mangio e poi vado in centro, a testare…
T: In centro? A testare?
P: Secondo studi fatti da Bhimu Patil, ricercatore dell’Università del Texas, l’anguria contiene la citrullina, un aminoacido che, reagendo agli enzimi del corpo umano, si trasforma in arginina, aminoacido che dilata i vasi sanguigni.
T: E con questo?
P: Patil ha rilevato che questo è lo stesso processo del Viagra!
T: Quindi più ne mangi e più ti diventa duro?
P: Sì!
T: Come sono cambiati i tempi…
P: ?!?
T: Ai miei tempi più mangiavi anguria e più ti veniva da pisciare…

L’Eco Di Dionisio, numero 100

lunedì 21 luglio 2008

Campionato mondiale delle nazioni non riconosciute: risultati

La notizia non è recente, ma in Lapponia si è disputato il campionato mondiale delle nazioni non riconosciute. Ecco alcuni risultati.

Lapponia – Isola che non c’è = 1-1
Parte bene la Lapponia con una gran cavalcata solitaria di Rudolph la renna di Babbo Natale, pareggia l’isola che non c’è all’89° con un regalo di Babbo Natale che lascia solo in area campanellino che spinge la palla in rete.
Note: Si è cambiato il pallone più di una volta perché nell’Isola che non c’è giocava in porta capitan uncino.

Atlandide – Paesi baschi = n.d.
Non disputata per introvabilità del campo.

Troia – Cartagine = 2 – 3
Inizia bene Troia con un uno-due in pochi minuti, controlla la partita, ma poi manda tutto a puttane facendosi raggiungere e superare.

Padania – Nazione dei nomadi = n.d.
Non disputata per ronda padana.

Indios – Aborigeni = n.d.
Non disputata per sterminio.

venerdì 18 luglio 2008

Memare (o menare?)

La simpatica Nuvola mi invita ad un meme, anche se mi appella col nome di Lupo Sordo…. Chi minchia è Lupo Sordo? Comunque, visto che sono diventato un blogger serio e ligio al dovere di blogger, cioè il cazzeggio in rete, ho deciso, non solo di accettare il meme, ma anche di nominare altri blogger. Quindi state attenti gentaglia in rete!

Il meme mi chiede di pensare due personaggi, uno della letteratura e uno del cinema, dei quali mi potrei innamorare.

Cominciamo dal principio, cioè dalla letteratura, e qui non posso attingere ai miei studi classici, visto che ho fatto solo studi economici, e quindi dovrò attingere alla mia libreria.

Il libro è Bar Sport di Stefano Benni, il capitolo è “La cotta del ragionier Nizzi” e il personaggio è Clara la nuova cassiera del Bar.

Il ragionier s’innamorò della nuova cassiera. Era bruna, con gli occhiali e aveva un seno stupendo, a schiena di cammello, che teneva sparso sulla cassa in bella evidenza. Quando dava il resto, spesso si faceva cadere nella scollatura una monetina, e la recuperava con un risolino. Un giorno lo fece davanti a Nizzi, il ragioniere, che in vita sua non aveva mai azzardato una battuta, disse: “lasci signorina, faccio io che ho la mano calda”. La cassiera diventò rossa e fece una risatina che atterrò la pila della gomme americane. Nizzi si rimboccò una manica e recuperò la monetina. Poi tornò al tavolo in un lago di sudore e disse: “sono innamorato”.

Come si è innamorato il ragionier Nizzi, penso che anche molti di voi siano rimasti estasiati dal seno sparso nella cassa e dal modo in cui la nostra Clara ha fatto cadere le gomme americane. Ma quello mio, verso Clara è un amore difficile, visto che sin dal primo paragrafo ho un concorrente per il cuore della cassiera prosperosa.

Ma la storia d’amore tra questi personaggi, fortuna mia, continua, per tutto il capitolo, in maniera platonica, con Nizzi che si presenta al bar dalle sei del mattino e acquista una serie infinita di campari, gomme americane, caffè e cappuccini e con Clara, accogliente nella sua cassa e nei suoi enormi seni, disposta a scambiare una infinità di banconote con monete.

Ma è ad agosto che devo preoccuparmi, il caldo spinge Clara a presentarsi al lavoro con vestitini colorati e scollature da capogiro. E questo rende più eccitante la situazione che si viene a creare in cassa, ma sul più bello, quando il ragioniere e la cassiera sono divisi solo dalla calcolatrice e dall’enorme seno che copre il volto di Clara ogni volta che respira, la porta del bar si spalanca e appare Sergio, il nuovo fornaio.

Era naturale a petto nudo, e i peli fluttuavano in tutte le direzioni come alghe di mare; il bel viso intelligente, con un unico sopracciglio che filava da un orecchio all’altro, splendeva di giovinezza.

La storia d’amore di Nizzi e, contemporaneamente, la mia finisce con l’apparizione di Sergio e “l’occmel” di Clara. Nizzi tenta il suicidio andando in trasferta a Roma e grindando “abbasso Lazio” per novanta minuti, io cambio pagina e mi immergo nella lettura del capitolo successivo.

Ok, ora devo passare questo meme a qualcuno che dovrà continuarlo ed ho deciso di scegliere tutte le donne del mio blogroll! Qualcuna accetterà? Vedremo…

I nominati sono:

Spero di non averne saltata nessuna.

Nessuna è obbligata a continuare questo meme, è solo un modo per rendere omaggio alla blogroll in gonnella ma chi lo continuerà vince una sera a cena con me!

Naturalmente si paga alla romana… :)

EH? Cosa dite?

C’era da scegliere anche un personaggio del cinema?
Sò diventato blogger serio, ma sempre di testa mia faccio. :D

martedì 15 luglio 2008

La festa patronale i truzzi e il tagadà

La vita in un paese in genere scorre tranquilla, con i suoi rituali e le sue stagioni. I signori anziani che passeggiano con le mani dietro le spalle, in mezzo al corso, discutono, a seconda delle stagioni, di ulivi, grano, mandorle e pomodori. Le anziane indaffarate nelle faccende di casa, nelle spese quotidiane e di sera, col fresco, davanti alla porta di casa sedute su una sedia a chiacchierare.
Questa quotidianità in genere viene scossa da un avvenimento annuale: la festa patronale.
A San Giovanni Rotondo abbiamo due feste patronali, una quella di San Giovanni, il 24 giugno (che apre l’estate) e l’altra quella di Santa Maria, l’otto settembre (che chiude l’estate). Durante queste feste i vecchi continuano a parlare di ulivi, grano, mandarle e pomodori, ma vestiti bene e con accanto le loro mogli, portate fuori per l’occasione. A mezzogiorno dalle case si sprigiona un profumo di ragù (quello pugliese fatto con le brasciole) e il lato sacro della festa viene saziato dalla processione e dall’esposizione dai balconi, durante il passaggio di quest’ultima, di coperte ricamate.
Ma durante la festa patronale, almeno ai miei tempi, c’era un’altra sacralità: la venuta delle giostre e con loro la venuta del Tagadà, una sorte di bolgia infernale dove le donne venivano svezzate a furia di musica dance anni ‘90 e di un indicibile puzza di sudore.
La voce della speaker della giostra ripeteva le solite quattro frasi: “benvenuti signori al tagadà!”; “ultimo giro ultima corsa al tagadà!”; “e ora si balla!”; “senza mani!”
Diciamolo questa sacralità era il regno dei truzzi del paese, che da noi vengono chiamati anche cozzi (anche se questo termine era usato più per i contadini), infatti altro termine più preciso per definire i mistici utilizzatori del rituale tagadà e dell’ascella pezzata era “Baracconi”.
I baracconi ci facevano paura, con le loro capigliature tipo giovane della Germania Est e il loro dialetto duro, avevano le maglie alla Mark Lenders, orecchini e, per chi aveva l’età, giravano in macchina con musica neo-melodica napoletana a tutto volume.
Le macchine dei baracconi erano spettacolari! Ne ricordo una in particolare, una 127 sport nera con i bordi arancioni, le tendine di Marilyn Monroe e/o leoni e una splendida luce tipo kit di Supercar sul davanti.
Dicevo, le giostre era il loro regno. Il tagadà da fare rigorosamente in piedi, con ascella pezzata in bella mostra, le macchine da scontro da guidare seduti sopra il sedile accanto all’antenna e il tirapugno, unica vera unità di misura per la loro gerarchia interna.
Perché il nostro truzzo era diverso da quello attuale, il nostro truzzo sfuggiva alla tecnologia attuale, non sapeva cos’era un telefonino, anche se non disdegnava il mega impianto stereo per poter far sentire al paese intero la loro musica: Carmelo Zappula, Nino D’Angelo e altri cantanti neo-melodici napoletani… C’era anche chi ti faceva ascoltare musica dance anni ’90, ma il vero truzzo sotto sotto è romantico.
Per loro la festa patronale si svolgeva solo nelle giostre e le giostre erano un’occasione per poter sfilare soldi ai figli di professori e di avvocati, per poter vantarsi del punteggio fatto sul tirapugni e per poter rimorchiare donne con la loro ascella pezzata da tagadà.
I nostri truzzi erano diversi da quelli di città, non erano figli di gente ignorante arricchita, anche perché al sud i cozzi con i soldi ci tenevano a far studiare i figli e a farli andare a scuole assieme ai figli dei professori e degli avvocati. I baracconi erano per lo più ragazzi di strada, “fatt e lassat” come si dice dalle mie parti. Avevano alle spalle infanzie non facili, con genitori manovali e/o carcerati per robetta da poco. I nostri, diciamo la verità, erano dei duri.
Due anni fa mi trovai a casa durante la festa patronale di Santa Maria e con mio enorme dispiacere constatai che il tagadà e il tirapugni non c’erano più e che le macchine da scontro venivano usate in maniera normale. Ma cos’era successo ai baracconi? Cos’era successo alle ascella pezzate? Dove erano i ragazzini che approfittano della festa patronale per rubare i soldi ai figli dei professori ed avvocati? Non ne ho visti.
I tempi cambiano e i miei ricordi svaniscono. I nostri truzzi ora o fanno i manovali o sono carcerati come i loro padri, alcuni sono morti di overdose. Le nuove generazioni truzze, in perfetto stile baraccone, vagano per il paese, distratti più dai telefonini che dalla socializzazione che gli può dare un semplice giro nel tagadà, una prova di forza al tirapugni o dal timore che possono incutere ai figli dei professori o avvocati.

domenica 13 luglio 2008

Disaccordi di coppia

Tanuccio: Ti piace il nuovo blog?
R.: …
T: Come mai storci il naso?
R: Preferivo l’altro.
T: Sì, ma guarda quanto è bello questo!
R: Sì è bello, ma me pare quei ristoranti… Wine e non so cos’altro restourant.
T: …
R: Quelli che nun te fanno magnà niente e spendi una fracca de sordi!
T: …
R: Mentre l’altro me diceva più de trattoria! Quelle che spendi un cazzo e magni tanto… Quelli che co’ dieci euro te porta li vincisgrassi
T: o_O

venerdì 11 luglio 2008

Il blog non crea dipendenza... O forse sì?

Lupo Sordo: No! Non puoi!
Tanuccio: Cosa non posso?
LS: Non puoi dopo una settimana già cambiare template!
T: Perché?
LS: Guarda che poi diventi come me!
T: Come te?
LS: Sì, passerai pomeriggi interi a cambiare virgole ad aggiustarlo a spostare una cosa, poi l’altra.
T: Ma io sono diverso da te!
LS: Già ti vedo! Sembri me dei periodi migliori!
T: No, io voglio solo scrivere!
LS: Intanto hai già cambiato template! Ammettilo che non riesci a smanettare su questa piattaforma come blogspot! Ammettilo che non sai manco cambiare un template fatto da altri con codici scaricabili! Ammettilo!
T: Un giorno ci riuscirò!
LS: Guarda che se parti così poi un giorno, senza accorgertene ti creerà assuefazione!
T: Ma tu non eri forte come me!
LS: Lasciamo stare la mia esperienza, io mi sono disintossicato! Si parte cambiando spesso i template preconfezionati e si arriva a livelli assurdi. Non ti andrà bene mai niente! E poi se lo vuoi proprio sapere io ne sono uscito bene, ma da questa mia esperienza c’è anche chi non ne uscito molto bene. Guarda quello!

Diario di bordo: C’è nessuno? Perché non mi commentate? Dove siete? Lupo, perché non scrivi? Cambiami il template, dai!
LS: Dai vieni, andiamo a casa…
Ddb: Sì, ma nessuno mi commenta… Non viene nessuno a trovarmi… Dove sono tutti?
LS: Sono andati al mare, poi vengono, adesso andiamo a casa che è tardi…

martedì 8 luglio 2008

Figure di merda

Interlocutore 1: Buongiorno.
Interlocutore 2: Buongiorno, lei è qui per il colloquio?
I1: Sì.
I2: Io sono il Dottor Giovanni P.
I1: Un mio amico di classe alle superiore si chiamava così.
I2: Vero?
I1: Sì, era uno sfigato. Pensi che alle superiori gli facevamo sempre una marea di scherzi… Quante gliene abbiamo fatte passare, chissà adesso che fine ha fatto… E lei mi diceva che era del mio stesso anno?
I2: Sì, il 1978.
I1: E’ dove ha frequentato le superiori?
I2: Il liceo Galileo, nella sezione C.
I1: Come me!

Interlocutore 1: Che diamine di fine hai fatto!? E’ mezz’ora che ti aspetto!
Interlocutore 2: Scusa, scusa!
I1: Ma ti hanno rapito gli UFO?
I2: Mia nonna è Margherita Hack.

Interlocutore 1: Ciao! Da quanto tempo!
Interlocutore 2: Ciao!
I1: E lei chi è?
I2: Mia moglie!
I1: Ah! Hai messo la testa al posto! No come due anni fa quando siamo andati in missione per il lavoro è ti sei portato al letto quella tipa! Minchia quant’era brutta! Ma dimmi dimmi, da quant’è che siete sposati?
I2: Sei anni.

Interlocutore 1: Ciao! Da quanto tempo!
Interlocutore 2: Ciao!
I1: Come va?
I2: Eh, sapessi…
I1: E quella con cui stavi?
I2: Non c’è più.
I1: Ah! Finalmente ti sei tolta dalle palle quella piattola!
I2: E’ morta.

Interlocutore 1: Ciao!
Bertinotti: Ciao.
I1: Beh, che mi racconti?
B: la solita.
I1: E il partito?

Interlocutore 1: Ciao bellissima!
Lorena Bobbit: Ciao!
I1: Ma che fine hai fatto?
LB: Ho avuto grane legali.
I1: Lasciamo stare… E dimmi, tuo marito? Ci stai ancora assieme?
LB: No.
I1: Ah! Finalmente ci hai dato un taglio!

Interlocutore 1: Ciao!
Ridge di Beatiful: Ciao!
I1: Allora? Quella sedicenne che ti scopavi? Che fine ha fatto?
RdB: Si è scoperto che era mia figlia.

domenica 6 luglio 2008

Trasloco


Se mi cercate non mi chiamo più Lupo Sordo, ma Tanuccio... Il mio blog non si chiama più Diario di bordo, ma Chi sventurato nasce afflitto muore e sopratutto l'indirizzo non è tanuccio-diariodibordo.blogspot.com ma questo:


Ci vediamo di là!

sabato 5 luglio 2008

Odio l'estate

Sì ho l'ho fatto.
No, non nego niente.
Sì sono stato io, signor giudice.
Ma guardi...
Mi faccia parlare!
Ai miei tempi era diverso!
Ai miei tempi le ragazze d'estate erano vestite.
Pensi che andavano tutte in giro con t-shirt e jeans.
Neanche la conottiera mettevano!
Se usciva qualcuna con una mezza scollatura o una minigonna o un pantalocino si smuoveva mezzo paese!
Sì signor giudice, andavamo a chiamare anche gli amici che non erano usciti.
Si diceva che c'era una con una scollatura e quelli uscivano.
No, signor giudice, non sono maschilista!
E che ai miei tempi era così.
E ora non sono più abituato!
Che colpa ne ho io se mettono in mostra tutta quella carne!
No, non dica così!
Non è vero che la penso come mio nonno.
Non sono antico!
Io sono moderno, sono aperto e non sono maschilista!
Al contrario i miei ormoni la vedono diversamente...
Non ci posso fare niente se i miei ormoni sono ritornati ad uno stato primordiale!
Anzi, direi primitivo!
Non è colpa mia se ho portato con me la clava e ho dato un colpo in testa a quella ragazza!
Non ci potevo fare niente!
Che dice?
I capelli?
E secondo lei i miei ormoni dopo aver dato il colpo in testa non terminavano il lavoro?
Cosa ci posso fare io se poi l'ho presa per i capelli e lo portata nella mia grotta?
Purtroppo ragionano così quei bstardi!

giovedì 3 luglio 2008

Supermercato (4^ e ultima parte)

La prima parte qui.
La seconda parte qui.
La terza parte qui.

Tutta la storia in questo blog.


Non ci pensò due volte, lasciò la cassa con una scusa e uscì nella nebbia. Il portone era aperto, entrò nella gabbia dell’ascensore , premette il pulsante dell’ultimo piano sperando di non restare imprigionata in quell’aggeggio cigolante e malsicuro. Sul pianerottolo non ebbe esitazioni, l’appartamento doveva essere quello con la porta socchiusa. Entrò come una furia pur non avendo la minima idea di cosa l’aspettasse. Si infilò dentro e fu presa dall’ angoscia alla vista di quelle stanze oscurate dalle persiane chiuse, dove l’ombra scura delle pareti penetrava dentro l’anima portandovi scie lumacose di tristezza, una bava vischiosa che faceva confluire i pensieri in un unico nodo doloroso che stringeva la gola.
Fu con quello stato d’animo che si diresse verso la stanza e li vide, uno sopra l’altro, abbracciati.
Doveva agire in fretta. Si inginocchiò, lo prese per le spalle e cominciò a scuoterlo, a pizzicarlo, a schiaffeggiarlo. Per un attimo pensò che fosse morto, poi lui si riscosse e si girò verso di lei. Era bellissimo, con quell’espressione trasognata e sorpresa, il suo corpo nudo le dette un capogiro. _Chi sei? _ Le chiese con un filo di voce. _ Chi sono? Sono una povera cretina che sta rischiando di perdere il posto di lavoro per salvarti dalla galera, ladruncolo pervertito che non sei altro!_ Così dicendo prese il manichino, la parrucca e li nascose nell’armadio. _E tu rivestiti, ma sei proprio fuori, lo sai che ti stanno cercando, ti hanno scoperto!_ Lui si sentì scosso come se una corrente da 10000 watt lo avesse infilzato e si alzò in piedi, si infilò i pantaloni, mentre la sua mente cominciava a riprendere il filo degli avvenimenti, a collegarsi con la realtà. _Non è come pensi! Non puoi capire, lei non è un manichino qualsiasi, io non sono un delinquente, né un pervertito! Vai via, me la saprò cavare da solo, non voglio che tu perda il lavoro per causa mia!:_ Così dicendo le si avvicinò, e fu in quel modo che Dalinghi li trovò, in piedi uno di fronte all’altra che si guardavano, muti.

“Cosa ci fai qui?” – disse Dalinghi a Francesca.
Francesca non rispose, non sapeva cosa dire.
“Ho detto cosa ci fai qui?”, Dalinghi si avvicinò ai due e camminando estrasse la pistola, questo fece raggelare Francesca che rimase immobile nella sua posizione.
Dalinghi, con la pistola in mano, continuava ad avvicinarsi lentamente ai due. Fu allora che rivolse la parola a quello strano uomo nudo: “Non voglio farvi niente. Dimmi solo dov’è il manichino!”
”Non c’è nessun manichino qui” – rispose con voce ferma…
Dalinghi lo spostò con una manata che lo fece cadere e si diresse in stanza da letto, cercò prima sotto le coperte, poi sotto il letto ed infine dentro l’armadio, dove trovò il manichino che quasi aveva un’aria triste. Non appena lo vide, prese dalla tasca il cellulare, aveva l’intenzione di chiamare i carabinieri.
Francesca vista la scena, rinsavì e chiese a Dalinghi cosa avesse intenzione di fare.
“Chiamo la polizia e faccio mettere dentro questo ladruncolo” e detto questo uscì il manichino dall’armadio e lo appoggiò alla finestra.
“Non puoi! E’ solo un povero disgraziato!”
“E’ un ladro e questo mi basta!”
Resosi conto dell’intenzione di Dalinghi, prese una decisione, non poteva vivere lontano dal suo angelo biondo, era sicuro che con lei sarebbe volato in cielo. Così con uno scatto felino si alzò, si diresse velocemente alla finestra, abbracciò il suo angelo e si gettò nel vuoto dall’ultimo piano.
Dalinghi bestemmiando, uscì velocemente dall’appartamento e scese gli scalini a quattro alla volta, non poteva permettere che un cadavere maciullato sostasse davanti al suo supermercato, ne andava della sicurezza del negozio!
Francesca dopo aver urlato, si affacciò alla finestra.
Dovette stropicciarsi gli occhi più di una volta. Che cavolo! Non poteva credere a ciò che vedeva, anzi non poteva credere a ciò che non vedeva, non poteva credere che in strada non ci fosse nessun corpo spappolato con accanto un manichino.

Fine

In contemporanea con Omnia Munda Mundis.

martedì 1 luglio 2008

Opposizione ombra

Walter Veltroni parla alla classe dirigente del PD.

E' ora di dire basta!!!
Sì!!!!
Non si può più andare avanti così!!!
Walter! Walter!
Si è passato ogni limite!!!
Walter! Walter!
Il governo fa solo gli interessi del presidente del consiglio!
Ti amo!!!
Bisogna far ascoltare la nostra voce!
Walter! Walter! Walter!
Basta con Berlusconi che si fa le leggi ad personam!
Mamma mia usa anche il latino!
Basta con il razzismo della lega!!
Walter! Walter! Walter!
Dobbiamo andare in piazza!
Come ai vecchi tempi!
Il governo ci deve ascoltare!
Walter! Walter! Walter!
Ora andrò dal presidente del consiglio ad esporre le nostre ragioni...
Bravo Walter!
E se non vorrà ascoltarci!
Bu!!! Berlusconi finocchio!
NOI GRIDEREMO PIU' FORTE!!!!!!!!
Eh!!! Bravo!!! GRIDEREMO PIU' FORTE!!! (applausi a scena aperta).


Brusio...

E' entrato!
Adesso gliene dice quattro!
Vedrai che tra un po' solo lui farà cadere il governo...
E' troppo bravo!
Io già lo amo!


Esce Weltroni dall'incontro con Berlusconi....

Amici miei!
Bravoooo!!!!! (applausi)
Amici miei...
Bravoooo!!!! Silenzio! Lasciatelo parlare!
Quello che volevamo lo abbiamo ottenuto!
Bravo!!!!! Sei un grande!!!! Sei bellissimo!!!! Vai Walter!
Abbiamo i biglietti gratis per andare a vedere l'ultimo film di Vanzina!!!
Bravo!!! Evviva!!! (ovazione in sala)