mercoledì 30 maggio 2007

Juri (11^a parte)

LUNEDI’.

Per il lunedì Juri si preparò un discorso da fare a Maria. Aveva passato l'intera domenica pomeriggio davanti allo specchio, ripetendo più volte alla sua immagine riflessa, la solita frase: “Maria, ho pensato molto a noi due e ho visto che stiamo bene insieme, ti chiedo di provare una storia”.
Sembrava molto convincente, al tal punto che se io non fossi stato uomo mi sarei già invaghito di lui, ma un conto è dire la lezioncina davanti allo specchio, un altro è dirla in faccia ad un'altra persona, con i suoi umori, i suoi sguardi e i suoi profumi. Era pronto, aveva con se tutta l’adrenalina tipica di quando dava gli esami all'università, ma forse è giusto ricordare che, causa la sua puntuale timidezza, non riusciva mai a sfruttare quell’adrenalina e anche per questo non finì mai gli studi universitari.
La mattina di Lunedì, si presentò come sempre puntale al corso d'inglese, entrò nell’aula e si mise nel suo solito posto in prima fila e lì aspettò l’arrivo di Maria. Entrarono gli altri ragazzi, ma tra le tante facce non riconobbe quella della sua fanciulla prediletta... Il suo era un aspettare vano...
Quest’imprevisto non lo rendeva particolarmente nervoso. Seguì con attenzione la lezione e tornando a casa, con una razionalità che non riconosco in lui, fece delle tesi sul perché Maria non si era presentata al corso.
A casa la prima cosa che decise di fare fu quella di chiamare Maria per chiedere delle delucidazioni, ma si fermò subito seguendo la sua famosa tattica del “farsi desiderare”. Ma questa sua decisione non riuscì a sopprimere la sua voglia di sentire la ragazza e quindi la chiamò. Il telefono squillò più volte, ma dall'altra parte non ebbe risposte, questo acquietò Juri che decise di continuare sulla sua tattica.

martedì 29 maggio 2007

LE 7 MERAVIGLIE DELL'imMONDO

Dopo giorni di attesa, in cui hanno fatto salire a mille la mia curiosità e quella dei loro lettori, i due blogger Mr Cima e Ms Lameduck escono allo scoperto!
Ma partiamo dal principio: da due giorni in entrambi gli spazi web, gestiti dai due blogger, capeggiava questa foto che annunciava fior di denunce...


I personaggi più inclini alla truffa, alla tangente, alla rapina a mano armata, al borseggio, a rubare caramelle ad un bambino e al falso in bilancio avevano già acquistato un biglietto aereo verso un posto esotico per sfuggire alla terribile minaccia che l'unione dei due ottimi blogger aveva fatto capeggiare nelle loro teste...
Oggi i due compagni di merende hanno svelato l'arcano e hanno annunciato alla blogsfera (si dice così?) la loro bella iniziativa:

LE 7 MERAVIGLIE DELL'imMONDO

segnali le sole, diventa delatore!

Avete mai notato nella vostra città un edificio la cui bruttezza o inutilità, o decadenza gridano vendetta, uno stato di degrado e inquinamento paesaggistico, una nuova fabbrica o impianto che deturpa la vostra zona, una cattedrale nel deserto, un monumento assurdo, insomma qualcosa che fareste molto volentieri sparire dalla vostra vista?
Siete a conoscenza di situazioni di disagio che hanno coinvolto la collettività e che magari vi hanno visto protagonisti, volete denunciare un fatto di cui la stampa velinara e gossipara non si è occupata? Continua qui, o qui...

Cosa si dice in questi casi? Blogger fatevi avanti e denunciate! L'indirizzo dove spedire il tutto è meraviglie.immondo@yahoo.it

Io ho già una mezza idea e non appena avrò ultimato il trasloco (non ancora cominciato) e recuperato un po' di tempo, parlerò di questo...

Ho visto case

Nella mia estenuante ricerca delle quattro dignitose mura dove poggiare le mie cose ed avere un letto per riposarmi la sera, ho visto case...

Ho visto case talmente tanto chic che il portinaio vestiva Armani...

Ho visto case talmente tanto sporche da far concorrenza all'emergenza rifiuti in Campania...

Ho visto case talmente tanto pulite e linde che per entrare bisognava avere un certificato di sana costituzione...

Ho visto case belle e case brutte...

Ho visto case all'ultimo piano senza ascensore, ma col montacarichi...

Ho visto case talmente tanto vecchie che l'affitto era ancora chiesto in sesterzi...

Ho visto case talmente tecnologiche che si facevano chiamare Hal 9000...

Ho visto case in periferia, dove l'unico mezzo di trasporto che passava era il cellulare della polizia...

Ho visto case talmente tanto centrali che la mattina ti svegliava il sacrestano del Duomo che doveva passare per andare a suonare le campane...

Ho visto case talmente tanto esclusive, che per entrarci bisognava passare la selezione del grande fratello...

Ho visto case economiche... Sì, ho visto case economiche... Ma poi ho visto che come riscaldamento avevamo un bue e un asinello...

Ho visto case talmente tanto costose che per entrare bisognava dare in ipoteca un rene...

Ho visto case piccole e grandi...

Ho visto case talmente tante piccole che i coinquilini erano blu e col cappello bianco...

Ho visto case talmente tanto grandi che fungevano da campo di allenamento per il Parma...

Ho visto, ho visto, ho visto... Ho visto case quadrate, sferiche, romboidali e bifamiliari con giardino...

Ho visto case dove cercavano solo donne, non fumatrici, studentesse, settimana corta, ordinate, cuoche e di bella presenza... Ho chiamato lo stesso... Fosse mai ci scappasse un uscita con le coinquiline...

Ho visto, ho visto... Ho visto proprietari di casa che affittavano solo a parmigiani ed ho chiamato cercando di camuffare il mio accento terrone e cercando di parlare con la erre moscia... mi hanno preso per maniaco...

Ho visto proprietari talmente tanto ricchi che chiedevano un affitto più alto per potersi permettersi la tassa sul lusso...

Ho visto case talmente tanto disordinate che non sono riuscito a trovare l'inquilino...

Ho visto case talmente tanto ordinate da farmi venir voglia di far cadere il contenitore degli stuzzicadenti...

Ho visto case con coinquiline talmente tanto belle che, pur di entrare, ho proposto di raddoppiarmi l'affitto...

Ho visto case al piano terra, dove alle sette in punto il proprietario entrava con la sua Porche...

Ho visto case dove i coinquilini erano tutti iscritti a Forza Italia... Ho preferito il ponte di mezzo...

Ho visto case affittate da barboni... Poi ho chiesto se la casa fosse veramente quel cartone Barilla... Mi sono sentito rispondere: "dove c'è Barilla c'è casa..."

Ho visto case dove i coinquilini volevano essere talmente tanto sicuri di mettere la persona giusta, che la lista d'attesa durava anni...

Ho visto... ho visto... Ho preso annunci... Ho visto case...

Ho visto case dove la piena disponibilità a farmi entrare da parte dei coinquilini, mi ha fatto pensare: mmmh qui gatta ci cova... e ci covava, ci covava...

Ho visto annunci con i cuoricini e altri con la falce e martello... Ho preferito i secondi...

Ho visto case con talmente tanta gente dentro che bisognava prendere i numerini per andare in bagno...

Ho visto case col pollice verde... Mi sono avvicinato alle piantine e ho visto che non era propriamente basilico... Ho denunciato tutto alla caserma di polizia più vicina e poi ho visto poliziotti molto allegri...

Ho visto case dove i coinquilini ogni giorno dicevano il rosario... Mi sono fatto il segno della croce e sono scappato...

Ho visto, ho girato, ho telefonato, ho preso appuntamenti e ho visto case... Ma alla fine ho trovato...

Ho trovato casa... Bella, economica, quasi centrale e a due passi dalla campagna....


Liberamente tratto da un monologo di Paolo Rossi.

lunedì 28 maggio 2007

Juri (10^a parte)

SOLITE SERE CON IDEA.

Per tutta la sera Juri era un turbine di felicità: “forse ho trovato la donna giusta”, ripeteva a se stesso. I suoi pensieri non riuscivano a stare fermi, e così fece un salto nella sua vita futura: i bambini, la casa, i cani e anche la morte. Adesso la sua vita contava di più e quando la sera si imbatte sulle trasmissioni hard cambiò canale e non fece scendere la mano.
Si mise a letto, ma non riusciva a dominare ed era così elettrizzato da quella giornata che la mente non riusciva a calmarsi. Dall’uomo più sfigato della terra, si trasformò all’uomo più fortunato dell’universo. Ma in quelle centinaia di pensieri ne sorse uno: come fare a mettere in chiaro le cose? Ma lei mi vuole solo come amico o vuole qualcosa in più? Così pensò a tutta la giornata, in effetti, non c’era stato modo di capire le intenzioni di Maria, qui qualcuno potrebbe obbiettare dicendo: ma le donne sono tutte troie. Ma Juri non conosceva le donne, e poi i luoghi comuni non sono fatti per essere raccontati. Ancora invaso dai pensieri vide l’orologio: le due. Così, controvoglia, fu costretto a far scendere la mano, ma anche questo non servì a farlo addormentare e passò tutta la notte in bianco a pensare a come dire a Maria che voleva iniziare una storia.

domenica 27 maggio 2007

Il grande bluff: la mia maturità

Mantenendo una promessa fatta a Uto, a cui mancano meno di 30 giorni alla maturità, vi racconterò la mia di maturità.

Fino al quarto anno i miei voti oscillavano tra il più che discreto e il molto buono, non sono mai stato una "secchione", però a scuola me la cavavo più che bene. Iniziavo il quinto col migliore degli auspici.
Il quinto anno si rivelò un mezzo disastro: la mia voglia di studiare era scesa a livelli minimi e gli 8 e i 7 si trasformavano i 6 tirati per i capelli... I miei pomeriggi, invece che dedicarli ad un minimo studio, si trasformavano in un enorme cazzeggio...
La scena era più o meno questa:
Mamma: "Lupo, al telefono!"
Io: "Pronto"
Qualsiasi amico: "Lupo, stiamo andando da Bambinella a prendere due birre (il numero non era proprio questo) ed attrezziamo una Legge da qualche parte"
Io: "Arrivo!"
Così, tra uscite fino al mattino, bevute assurde con gli amici, autogestioni dove noi comandavamo, "salassi" collettivi (accompagnati da immancabile visita da Bambinella), escursioni naturalistiche (accompagnate da un fiaschetto di vino paesano), il mio quinto anno ebbe una parabola discendente, la quale non fu mai saputa spiegare da alcun professore. Affrontavo la maturità con uno spirito di cazzeggio e poca voglia di studiare.
Il nostro era l'ultimo anno in cui gli esami si sostenevano con il vecchio metodo: due materie scritte e due orali a scelta tra quattro, commissione completamente esterna (a parte un membro interno).
Ad un certo punto dell'anno scolastico, vennero estratte le materie:
  1. Scritto: Italiano e Organizzazione Aziendale;
  2. Orale: Ragioneria, Matematica, Italiano ed un ultima che non ricordo.
E' inutile dire che dopo questa notizia, i professori delle altre materie si sono dati alla macchia...
C'è da premettere alcune cose su una materia: Organizzazione Aziendale. Quando si è saputo che la seconda materia scritta era questa, c'è stato una sorta di panico tra noi, poveri alunni cazzeggiatori e la nostra professoressa, che conosceva bene le nostre lacune, ma per rendervi più chiaro che tipo di lacune avevamo, bisogna tornare al quarto anno...
Organizzazione Aziendale era una materia dell'ultimo biennio, al quarto anno (quando bisognava imparare le basi di questa materia), il professore spiegò solo due volte ed interrogò anche meno... Le sue ore si trasformavano, sistematicamente, in un torneo a Scopone scientifico o in un ripasso dell'interrogazione che doveva avvenire l'ora dopo, quindi, voi capirete che noi eravamo tagliati completamente fuori per questa materia.
La professoressa del quinto per ovviare alla mancanza di basi e, soprattutto, alla mancanza di libri (tutti conoscevano la leggenda di questo professore e nessuno in classe si era azzardato a comprare il libro), ci procurò una serie di dispense ed una serie di riassunti tratti dal testo, tutti rigorosamente da imparare a memoria, ma da non capire.
All'orale scelsi Matematica e Ragioneria, la prima perché sono sempre stato un asso con i numeri, la seconda obbligato, perché ero l'unico in classe che poteva fare un orale decente, infatti, il fatto che solo io andavo bene in ragioneria, fece rallentare di gran lunga il programma e il professore per ovviare a questo, mi chiamò nel suo studio professionale e mi diede più di un centinaio di fotocopie (tratte da libri universitari) con all'interno degli argomenti che non avevamo affrontato, ma che lui aveva dovuto mettere in programma.
Così si vennero a sapere i nomi della commissione esterna. La professoressa di Organizzazione Aziendale, fece un sospiro di sollievo e ci confidò che eravamo stati molto fortunati... Io non riuscivo a capire la nostra fortuna... Purtroppo il nostro membro interno era la professoressa di educazione fisica... Eravamo tagliati fuori per qualsiasi aiuto dall'interno...
Mi ritrovai in tarda primavera garganica, con un sole della madonna, quattro materie da studiare e poca voglia di aprire i libri... Così i miei pomeriggi pre-maturità trascorsero con me in terrazzo e sulla sdraio e il libro rigorosamente alla mia destra e chiuso. Nel mio piano di studio avevo fatto un po' di scelte, per alleggerirmi il lavoro: italiano si accantonava completamente, puntavo spudoratamente sulla traccia di attualità. Matematica bastava una piccola ripassatina (in cinque anni, in matematica, non sono mai sceso sotto il 6 e 1/2). Le materie su cui mi dovevo concentrare di più erano Ragioneria e Organizzazione Aziendale... E' inutile dirvi che finii a malapena i programmi...

Primo giorno: prova scritta di Italiano.

Arrivai il primo giorno con un bel ritardo di mezz'ora, mi beccai la ramanzina del presidente della commissione e mi beccai un posto dove era impossibile sbirciare sui libri...
Mi diedero il foglio e mi dettarono le tracce... Scrissi senza capire e quando rilessi la traccia di attualità, mi assalì il panico... RICERCA SCIENTIFICA: LA CLONAZIONE, LE BIOTECNOLOGIE!!!! Non so e non sapevo niente di questa materia. La traccia su cui avevo puntato tutto era ormai persa! Cosa fare?
Rilessi le altre traccie, quella di letteratura: Calvino... Manco ci siamo arrivati... Quella di storia: una traccia molto generica, raccontare gli avvenimenti che hanno caratterizzato il secondo dopo-guerra... La storia mi è sempre piaciuta, perché no? Ma dalla traccia di storia nasceva un problema: conoscevo gli avvenimenti e anche abbastanza bene, ma le date? Era impossibile ricordarsele tutte!
Decido di chiedere consiglio a qualcuno, fermo un professore e gli confesso tutto, lui mi fa: "Sarebbe importante metterle... Ma se non le conosci, cerca di fare un tema dove non servono le date"
Avevo capito il nesso, decisi di impostare il tema a racconto, scrivere ciò che era avvenuto, allacciare gli avvenimenti tra loro e mentre raccontavo la situazione mondiale, aprivo una finestra sulla situazione nazionale, misi pure qualche mia opinione, ma usai molta prudenza, non volevo inimicarmi qualche professore che non la pensava come me... Allora ero abbastanza estremista...
Fui uno degli ultimi a consegnare... Ero felice, ero uscito dalla prima difficoltà.
Alla verifica, la professoressa di italiano disse che il tema si leggeva bene e la prova era da ritenersi soddisfacente... Io le avrei voluto dire che non avevo aperto manco mezzo libro di storia e bisognava premiarmi solo per questo...

Secondo giorno: prova scritta di Organizzazione Aziendale.

Venne il giorno della verità, la seconda prova scritta era forse anche più importante della prima, visto che si trattava di una materia economica. Tutti noi eravamo fornitissimi della nostra bella dispensa, per aiutarci in questa prova disperata.
Ci dettarono la traccia. Non ricordo di cosa si trattasse, ma ricordo il panico mio e dei miei compagni... La domanda era solo una: DI CHE COSA SI TRATTA!?
Tutti guardavano me per vedere se io sapevo qualcosa. Io rassicurai tutti dicendo che non avevo la più pallida idea di che cosa si trattasse. Cominciammo a sfogliare i nostri appunti (non c'era nessun professore a controllarci).
Venne a trovarci la nostra membra interna, per vedere come andavamo, noi sputammo il rospo: "professoré, nen sapime nénde!"
Lei impietosita, chiamò il professore di materie economiche, che senza mezzi termini ci disse: "io di questa materia non ne so niente..."
A me venne l'idea malsana di beccare un argomento a caso e scrivere, tanto il professore che doveva correggerlo non capisce niente di questa materia...
Vengo subito ridestato dall'idea malsana, quando vedo apparire dalla porta la nostra professoressa di Organizzazione Aziendale, direttamente chiamata dal Presidente di Commissione... Ci spiega dove andare a prendere questo argomento, sulle sue criptiche dispense e noi allegramente facciamo un bel compito fotocopia. 7 politico!!!
Alla verifica il professore per dire che andava tutto bene, copiò le parole che un minuto prima mi aveva detto la professoressa di italiano...

Terzo giorno: prova orale.

La nostra classe venne subito dopo i privatisti (cioè i militari che facevano l'esame per prendere qualche giorno di congedo)... Il giorno prima era toccato ad una parte della classe, mentre, quel giorno finiva la maturità per tutti e ci ritrovammo lì, uniti come sempre...
Ad un certo punto della mattinata, mentre aspettavo il mio turno, (rileggendo gli argomenti nuovi che mi aveva dato il professore) si affacciò colui che doveva interrogarmi in ragioneria e disse: "chi è Lupo Sordo?"
Io: "sono io"
Il professore, sbattendo sul banco una fotocopia del programma: "dimmi quali sono gli argomenti che conosci bene"
Io: "tolga tutta l'ultima parte ed anche l'analisi di bilancio e si concentri sulle società"
Segna con una penna gli argomenti e se ne va...
Arriva il mio turno... Passo prima dalla professoressa di Matematica, mi fa alcune domande a cui rispondo bene, facciamo qualche esercizio e prima di congedarmi mi fa una domandina facilissima da rispondere con un esempio numerico sul foglio ed io sbaglio la risposta... Mi guarda in maniera interrogo-negativa, io abbasso gli occhi, vedo l'errore e lo correggo subito... Abbozzo una scusa: "Lei mi stava congedando ed io mi sono distratto". Questa volta mi lascia andare...
Vado dal professore di Ragioneria... Lui mi guarda, abbassa gli occhi sul programma e fa: "mmmhh, vediamo - vediamo... cosa mi puoi dire... Le società!"
Prendo alla larga l'argomento e comincio a parlare di tutto ciò che era inerente alla società, lui stanco di ascoltarmi mi chiede alcune differenze su diversi tipi di società, io rispondo e mi lascia andare.
Aspetto che finiscano tutti e organizziamo i festeggiamenti...

Qualche tempo dopo uscirono i risultati, presi 52/60, un voto complice del mio ultimo anno scazzato, ma a me non interessava, l'importante era stare dentro per la borsa di studio all'università e con quel voto ci stavo dentro. Un anno dopo seppi da fonti attendibili, che la commissione voleva darmi 60, ma che il vicepreside (persona che non c'entrava niente con la mia classe e che non doveva e non poteva influire sui risultati delle classi non sue) si oppose.
Ancora oggi ricordo con piacere quei giorni e la spensieratezza che li accompagnava e ancora oggi quando vedo la macchina del vicepreside ho voglia di rigarla tutta...

sabato 26 maggio 2007

Juri (9^a parte)

VISITA MATTUTINA.

Il mattino dopo Juri si sveglio con il pensiero rivolto a Maria e con un immenso desiderio di chiamarla per organizzare una passeggiata al parco, ma immediatamente si ricordò che non le aveva chiesto il numero di telefono. “ah, già!”, disse, “io non chiedo mai il numero di telefono alle personei”. Era una convinzione tutta sua quella di aspettare che la gente gli chiedesse il suo numero di telefono, “se ci tengono a me, me lo chiederanno di sicuro”.
Non so come uno psicologo definirebbe questa convinzione, forse è consona al suo carattere, o probabilmente è l’unico uomo al mondo con questo tipo di patologia, ma a noi non interessa il parere di uno psicologo, poiché intorno alle dieci suonò il citofono e quando Juri andò a rispondere e fece la parte del sorpreso, recitava spudoratamente, poiché dal tragitto salotto-citofono, l’unico pensiero su cui poteva essere a suonare alla sua porta portava a Maria.
Juri, ti va di fare un giro al parco?”, disse Maria al citofono. “Non so, intanto sali che mentre mi cambio ci penso”, stava usando la tattica del “farsi desiderare” e mentiva anche sul fatto che si doveva cambiare, visto che era già vestito. Si mise il pigiama più in fretta possibile e ancora più veloce disfò il letto. Il campanello della porta suonò e quando andò ad aprire c’era lì Maria, che quel giorno sembrava bellissima, ma per Juri dopo ventisette anni di mani che scendono giù, una ragazza leggermente carina com’era Maria, sembrava la più bella fotomodella del mondo.
Al parco passarono una mattinata bellissima, Juri per una volta era felice. Maria si riscoprì una ragazza veramente eccezionale ed a Juri la sua dolcezza piaceva molto, con lei non sembrava timido, anzi, era un vulcano come quando stava con sua madre.
Maria aveva ventitré anni e seguiva il corso d’inglese per imparare la lingua e raggiungere suo padre in America. Lei era molto affezionata a lui e quando si separò con la madre il suo unico sogno diventò quello di andare in America dal padre.
Quando si lasciarono Juri le chiese cosa l’aveva spinta ad avvicinarsi a lui. La risposta andò sul vago, ma prima di salire Maria gli disse: “sei buffo, sei carino e poi non so che altro”, dopo di questo gli diede un bacio e, come l’altra volta, sparì nei fumi della città.

venerdì 25 maggio 2007

La visita delle carte di credito terrorizza l'oriente

Mattinata tardi. Dopo un numero soddisfacente di visite decido di entrare in quel negozio, in una piazza centrale della città di Parma, in zona "oltretorrente" comunemente chiamata "l'inculato". Controllo la scheda... Una società, nome strano, probabilmente un negozio cinese.
Entro... "Buongiorno!"
Esercente orientale: "Buongiolno..."
Mi avvicino al banco, in fondo al negozio e mi presento: "Buongiorno, sono Lupo Sordo di una nota azienda di Carte di Credito, mi occupo degli esercizi convenzionati, sto passando in zona per sapere se ci sono segnalazioni da parte vostra."
Lei mi guarda con uno sguardo frammisto tra incredulità e terrore e non parla...
Decido di prendere la palla al balzo: "Signora, sono di una nota azienda di carte di credito"
Esercente orientale: "Ah! Calte di cledito! Nononono non intelessa!"
Io: "Non si preoccupi, non le voglio vendere niente, sto solo girando gli esercizi convenzionati con il nostro circuito per sentire se avevate segnalazioni da farci"
Esercente orientale, con uno sguardo frammisto tra terrore e incapacità di intendere e di volere: "Segnalazioni? Cosa segnalazioni?"
Io: "Sì, signora: segnalazioni, per quanto riguarda l'uso della carta... niente di particolare" Attimi di silenzio dell'esercente orientale... Lo sguardo implorava pietà... Allora, per spiegarmi meglio, decido di usare la parola proibita: "Signora, segnalazioni - PROBLEMI"
Sospiro si sollievo da parte dell'esercente... "Ah! Ploblemi! Nononono No Ploblemi!"
Ok ho rotto il ghiaccio... Adesso dovrebbe andare liscio...
Le ripeto tutta la pappardella dei servizi che offre questa nota azienda di carte di credito per gli esercizi convenzionati, le consegno la guida e alla consegna di quest'ultima, di solito dovrei dirle se vuole provare a passare la carta test nel pos... Ma vista la sua faccia che implorava pietà e chiedeva al Signore di far andare via questo esaltato della nota azienda di carte di credito dal suo negozio, decido di sorvolare su questo punto spinoso...
Finisco la visita e prima di andarmene le chiedo il nome, facendo una battutina per rompere la difficoltà di comunicazione: "Signora, adesso arriva la parte più difficile, posso sapere con chi ho parlato?"
Lei sfoglia la guida e rimane in silenzio...
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Io nel frattempo rimango in attesa di sapere il suo nome...
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La guida è piccolina, lei la finisce di sfogliare e ricomincia...
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Io, a voce bassa e cortese: "signora devo sapere il suo nome"
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Rifinisce la guida e la simpatica orientale ricomincia a sfogliarla...
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Io, un po' più forte e autoritario: "Sì, signora, abbiamo capito, questa è la guida degli esercizi convenzionati, ma io ho bisogno di sapere il suo nome"
Finalmente lascia sta cazzo di guida e mi guarda: "Come? Mio Nome?"
Io: "Sì, signora è solo una formalità, per far sapere alla nota azienda di carte di credito che ho parlato con un responsabile del negozio"
Riprende la guida e ricomincia a sfogliarla...
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Io, adesso anche un po' incazzato: "Signora, me lo vuole dire il suo nome?"
Esercente, completamente rincoglionita, orientale: "Come? Mio Nome?"
Io, velocissimo, per paura che riprendesse la guida: "Signora come si chiama!?"
Esercente, dubbiosa, orientale: "Ah! Come mi chiamo! Cin cin!"
Io, molto dubbioso: "Cin cin?"
Esercente orientale, sorridendo: "Sì, Cin cin"

Contatto con il Decison maker: [si]
Nome del Decision Maker: Cin cin

Devo crederci?

giovedì 24 maggio 2007

La seconda squadra rossonera d'Italia campione d'europa

Nell'immagine la squadra milanista in festa


Una certa persona, di cui non dirò il nome, ma lo linkerò e basta. Mi ha chiesto di onorare la seconda squadra rossonera d'Italia (la prima è il Foggia), per via di una partita vinta ieri sera...
Quella persona è la stessa che ha rifiutato la mia compagnia ieri sera, perché non voleva gente non milanista e per giunta anti-berlusconiana in casa...
Così, con questo post, voglio rendere onore alla seconda squadra rossonera d'Italia per questa importante vittoria internazionale, ma voglio ricoradare a lui e a tutti voi che la vittoria di una Champions League (spero che si scriva così...) non è assolutamente paragonabile alla partecipazione ai Play-off della C1 girone B...


Juri (8^a parte)

SOLITE SERE DIVERSE.

Quando Juri apri la porta, il telefono squillava da parecchio tempo, corse verso l'apparecchio e andò a rispondere: era la nonna.
Nonna Miuccia, così la chiamavano, era molto preoccupata per il ritardo di suo nipote, lei lo conosceva bene e sapeva che il suo nipote prediletto era un uomo puntuale. Juri le raccontò dell’incidente, ma lei, dubbiosa, gli chiese se si fosse trovato una ragazza. Lui la “rassicurò”, ma la nonna non gli credeva, “come mai un così bel ragazzo non ha la fidanzata? Per me le donne ti mangiano con gli occhi”, disse lei. Quando riattacco Juri, disse tra se e se: “per lei sono vent’anni che le donne mi mangiano con gli occhi”. Stranamente quella sera non fu assalito dai suoi soliti pensieri e né la tristezza e né la desolazione vennero a fargli compagnia. Non pensò per niente a Maria e andò a letto presto e così, come per inerzia, fece scendere giù la mano, ma questa volta si fermò e preferì addormentarsi.

mercoledì 23 maggio 2007

Momenti di vita altrui

Tempo di trasloco questo. Aspettando la conferma da qualche casa, ho cominciato a mettere tutta la mia roba nei cartoni gentilmente messi a disposizione dal supermercato sotto casa.
Ho cominciato a staccare i poster nel muro e a togliere di mezzo le robe invernali, che con il caldo ormai a pieno giro riuserò solo ad ottobre.
Ho svuotato tutta la mia enorme libreria rivedendo i libri letti, quelli da leggere, i CD di vecchi cantori garganici e tutta la mia collezione rock-blues.
In fondo a questa libreria ci sono due cassetti che ho svuotato completamente e in uno di questi, ben nascosta ho trovato una busta di plastica... All'inizio pensavo che fosse del mio ex-coinquilino che occupava la stanza prima di me ed ero pronto a chiamarlo per chiedergli che cosa farne di questa busta... Ma si sa, la curiosità è Lupo sordo e ho cominciato a vedere cosa c'era dentro...
Dentro ho trovato una vecchia radiolina, un accendino non funzionante e foto, tante foto.. Così, trascurando il pollo in forno, ho cominciato a sfogliarle... Le facce all'interno erano a me sconosciute: ragazzi e ragazze che non avevo mai incontrato e che erano riuniti in posti sconosciuti... Questo ha ingigantito la mia curiosità e notando un buon numero di lettere ho cominciato a leggerle.
Nella mia lettura ho scoperto che la busta era di proprietà di un ragazzo che occupava questo appartamento prima di me, ho scoperto il nome, che per ovvi motivi non vi dirò e ho scoperto che proveniva dalla provincia di Lecce...
Così, mentre il pollo si cuoceva in forno, ho cominciato ad entrare nella vita di questo ragazzo. Ho letto le cartoline una proveniente dalla Toscana...
Come te la passi? Io sto guardando "Occhi di gatto" preparandomi per la lezione delle 2.15...

Ed un altra proveniente dall'Egitto...
Qui la benzina costa meno dell'acqua ...se volessimo andare a fare colazione dovremmo fermarci al distributore... (battuta egiziana)

Sempre più incuriosito ho sfogliato le cartoline d'auguri, una con all'interno una foto di una bella ragazza prosperosa...
La tua befana è stata un po' birichina....

e un'altra mandata data ad un/una ragazzo/a quindicenne...
Tanti auguri per i tuoi 15 anni...

A quel punto la mia curiosità ha raggiunto livelli elevatissimi ed ho deciso che il pollo ne aveva abbastanza di stare nel forno e l'ho tolto da quella calda atmosfera, per potermi immergere senza preoccupazioni nella vita di questo sconosciuto.
Ho aperto tutte le buste ed in una ho trovato delle foto di un bambino, forse un nipote...
Anche se in ritardo finalmente ho mantenuto la promessa. Spero stiate tutti bene. Se tutto va bene spero di venirvi a trovare.

Ed eccomi lì ha catalogare le lettere in ordine di data e scoprire il lato di piccolo Don Giovanni di questo ragazzo leccese...
Ti ricordi di me, del nostro soggiorno in Francia, e dei meravigliosi momenti che abbiamo trascorso in quella magica Parigi? Se non mi risponderai giuro che vengo lì a ad xxxxxxx e ti tiro le orecchie fino a staccartele!!

Cotte di gioventù...
Più mi immergevo nella vita passata dello sconosciuto e più imparavo a conoscerlo e mentre il pollo da caldo che era cominciava a raffreddarsi ed io non volevo sapere di mangiarlo, nella sua collezione lasciata in eredità alla casa trovo un'altra lettera di una ragazza, datata 1998, che ha perso la testa per lui...
Ciao xxxxxxx. Come va? Io sto malissimo perché ieri, quando ti ho telefonato, mi è sembrato di capire che di me non te ne frega proprio niente: non mi è sembrato che fossi tanto felice di sentirmi...

Alla fine di questa lettera la ragazza, disperata gli fa un appello...
Almeno, fammi il favore di scrivermi (o telefonarmi) per dirmi chiaramente ciò che pensi o se per caso, mi sto sbagliando sul tuo conto, perché c'è una ragazza che si sta innamorando di te e che ora soffre.

Riesco a trovarne una molto lunga e più recente, scritta il 30 settembre 2003 alle ore 12.00 a Parma...
E' arrivato il giorno di allontanarci, stiamo preparando le valigie ed è tutto molto triste, dopo una settimana passata da "Dio".

Probabilmente tra i due c'è stato qualcosa che ha fatto traboccare il vaso e la ragazza, prova a scusarsi
Ti chiedo perdono se ti ho fatto soffrire, non volevo. Ma inevitabilmente siamo stati in due a stare male.
...Ma ora non devi temere più nulla, così come io... Il nostro è un amore speciale e irripetibile, un amore sbocciato da poco ma tanto, tanto, intenso!

Nella seconda pagina, la ragazza si sfoga col suo amato e si capisce che forse il rapporto è in crisi per un tradimento di lei...
Vorrei dirti tante, tantissime cose, tutte quelle che il mio cuore ora mi sta sussurrando, ma non lo faccio, se no, dovrai comprare un altro quadernone per scriver i tuoi appunti!
...Sai, sono sicura che quando starò giù, sarai tanto orgoglioso di me! E sai perché????? Perché di me ti puoi fidare ciecamente...
...Di quel dilemma puoi star tranquillo risolveremo tutto insieme, con le nostre forze e il nostro affetto e sarà solo un punto di rafforzamento per il nostro rapporto, vedrai che sarà più bello e magico!

Oramai il pollo era sceso in secondo piano nei miei bisogni, il disordine pre-trasloco della mia stanza non mi scalfiva affatto e la voglia di sbirciare era troppo grande.
Sbircio sempre più come un criminale nella vita privata del ragazzo ma con mio enorme dispiacere molte buste delle lettere erano vuote e una aveva solo una fotografia con un gruppo di ragazzi e dietro dei saluti...
Come vedi ho mantenuto la promessa! Saluti da Napoli!

In disperata ricerca di informazioni sfoglio tra le foto e trovo due fogli di quadernoni completamente scritti, ma in quel momento il mio stomaco, aizzato dall'odore del pollo, decide che non può più attendere e lo faccio felice, rimandando la lettura a dopo la cena...
Ingoio il pollo, fortunatamente ancora caldo e dedico anche un po' di tempo alla mia consueta scarpetta col pane comprato oggi pomeriggio nella bottega siciliana... Voglio finire la letture e così trascuro la mia sigaretta post-cena e la solita chiamata alla mia amata che si trova nella provincia bolognese...
I due fogli si rivelano una specie di sfogo scritto dalla stessa penna della lunga lettera sicuramente è stata data a mano all'amato...
Eccomi di nuovo dentro a mille follie con la testa che da i numeri, il cuore che manda impulsi numerosi al corpo e un lungo lamento di sofferenza che non posso fare a meno di ascoltare...
...non ci sono parole, gesti, sguardi, sentimenti, rumori per poter esprimere ciò che ho in cuore e se potessi mettere insieme sillabe e virgole non ci riuscirei, verrebbe solo fuori un punto interrogativo senza confini.
...vorrei solo pensare che è solo un incubo invece no, mi ritrovo sola con i sogni fatti a stracci, con un'identità ormai persa, con il mio più grande amore a distanza di anni luce...
...Dimenticare??? Cosa??? Annientare??? Chi?? E come fare?? E' l'Amore???

Da ora si comincia a capire che la ragazza è completamente persa...
Mi piace osservarlo e di ogni movimento mi lascia stupita... mi lascia la sua essenza dentro l'anima, quando cucina è determinato, e nel fumare le sue sigarette mi sembra un uomo ormai grande e saggio, un cantante di successo; la pipì che fa per la strada poi è una delle cose più pazze...

Ammetto che in questo momento il mio pensiero è stato che anch'io sono un gran Don Giovanni, ma non lo sapevo (la pipì per strada la faccio da quando ero in fasce). Ma la lettera continua è trova momenti di entusiasmo verso questo ragazzo...
Lui è la mia immensità, il mio spirito libero, la mia nuvola sulla quale si fanno entusiasmanti viaggi, lui è la poesia, è droga, è carica elettrica, è fuoco per le mie passioni, è seduzione è la montagna da scalare, è il mio peluche, è il mio uomo, è la mia certezza, è la mia gioia, è il mio dolore, è la mia lacrima, è la mia follia, la mia utopia, lui è tutto, è la mia giovane eternità...

Un po' confuso da tutti questi aggettivi decido che non posso rinunciare alla mia sigaretta post-cena. Mi alzo dal mio posto, recupero il mio tabacco dal disordine ancestrale della mia stanza e mi rollo una sigaretta fuori dal balcone, cercando di percepire un po' di vento, inesistente in questo scorcio di fine maggio.
Riprendo in mano il secondo foglio, meno folto del primo, e leggo momenti di amarezza...
Perché il destino non vuole questa mia felicità; è martellante questo pensiero e non posso fare nulla.
Lui ha preso la sua decisione e dovrei rispettarla, sì lo farò ma sento dentro che non voglio arrendermi, ma so già che è solo una lotta persa in principio.

La lettera si conclude con un desiderio...
Concludo dicendo che lui era il mio sole...
Il mio angelo indemoniato e io non lo abbandonerò mai, da qualche angolo di nascosto lo guarderò con occhi di una bimba sognatrice e a Natale vorrei ricevere come regalo un suo sguardo, un sorriso, ...riguardare il suo cuore.

Stavo per buttare tutto insieme alle cose che non vorrò portare ad un eventuale casa nuova, ma ho deciso di ripiegare per bene la busta e rimetterla dove l'ho trovata, oramai penso che facciano parte della casa, o forse magari il ragazzo ripasserà e chiederà il tutto al padrone di casa, probabilmente il prossimo inquilino di questa stanza sarà un blogger più bravo di me e scriverà un post più bello di questo, quasi sicuramente queste lettere vivranno assieme alla libreria e moriranno con lei mangiati dalle tarme...

martedì 22 maggio 2007

Appunto: incubo ricorrente (2)

Io: "Buongiorno! Sono Lupo Sordo, responsabile di zona di una nota azienda di carte di credito, mi occupo degli esercizi convenzionati, sono passato per sapere se ci sono segnalazioni da parte vostra per quanto riguarda l'uso della carta"
Negoziante: "Mi abbassa il tasso"
Io: "Purtroppo questo me lo chiedono tutti, ma io non ho il potere di farlo"
Negoziante: "Mi abbassa il tasso"
Io: "Sì, lo so, siamo più cari degli altri circuiti di carte di credito, ma la nostra carta non ha limiti di spesa e un titolare può acquistare di tutto nel suo negozio"
Negoziante: "Mi abbassa il tasso"
Io: "Purtroppo le altre carte hanno una commissione più bassa perché ci guadagnano su altro, noi sotto quella andiamo in perdita"
Negoziante: "Mi abbassa il tasso"
Io: "Noi portiamo nel suo esercizio clienti alto spendenti, sarebbe un peccato non approfittarne"
Negoziante: "Mi abbassa il tasso"
Io: "Se lei si impegna è raggiunge un certo fatturato c'è la possibilità di dare una limatina al tasso"
Negoziante: "Mi abbassa il tasso"
Io: "Sa abbiamo ottime opportunità di Marketing, completamente gratuite per lei. Acquisterebbe nuovi clienti"
Negoziante: "Mi abbassa il tasso"
Io: "Accettando questa nota carta di credito, potrà conquistare i titolari esclusivi di carta e i clienti stranieri"
Negoziante: "Mi abbassa il tasso"
...e così fino al prerisveglio...
Al prerisveglio:
Negoziante: "Mi abbassa il tasso"
Io: "Va bene, quando gli arriva l'estratto conto mi chiami e ci dividiamo la spesa"
Al risveglio:
Ti-ti-ti-ti (sveglia)...
Urlo di terrore da parte mia...

lunedì 21 maggio 2007

Juri (7^a parte)

UNA PANDA BIANCA.

Dopo l'incidente, Juri rimase molti minuti in quell'incorocio sotto gli occhi interrogatori della gente che, oramai, lo avevano già condannato a mille anni più le spese.
Ma la gente non osserva a fondo le cose ed i presenti non potevano sapere cosa provava quell’ometto sfortunato.
Juri decise che era stato abbastanza sotto i riflettori e cominciò ad avviarsi verso casa, senza pensare a niente. Finalmente il suo cervello era sgombro da pensieri, ma era pieno di tristezza.
Mentre cominciò a fare i primi passi sentì un clacson, “forse mi chiamano”, pensò, “sì, con tutte queste macchine, è normale sentire un clacson”, e si rimise in cammino, ma il suo desolato viaggio verso casa fu arrestato da una voce femminile: “Hey! Aspetta!”. Juri si girò e vide la ragazza del corso d’inglese su una Panda bianca che lo chiamava.
Ma cosa devo fare per attirare la tua attenzione?”, disse la ragazza.
“Prova una con una cannonata”, rispose Juri. Strano, pensò, sono riuscito a parlare.
"Dai salta su che ti do un passaggio."
Veramente… io…
Niente storie, su!”. Così si ritrovò sopra la Panda bianca.
Durante il tragitto parlarono di tutto, Juri non sembrava lo stesso, affrontava discorsi e digeriva obbiezioni, riuscì anche ad inventare una scusa plausibile per la fuga dell’altro giorno, per quel che ne so io, sembrava un grande oratore da candidare alle elezioni seduta stante. Maria, perché in mezzo ai discorsi c’è stata anche la presentazione, lo accompagnò fin sotto casa e lì gli diede un innocente bacio sulla guancia e scappò via facendo rimanere immobile Juri che, toccandosi la guancia, vide la Panda bianca scomparire nei fumi della città.

domenica 20 maggio 2007

Mamma Rosa da Padre Pio

Dopo la coppa del mondo, la mia cittadina si fregia di un'altra visita importante: la mamma di Silvio!
Sono sicuro che la signora Rosa si sia accodata alle migliaia di pellegrini che ogni giorno sopportano ore di fila per poter entrare nel santuario e visitare la tomba del santo, sono sicurissimo che il sindaco Mangiacotti (diessino), come ha consegnato un mazzo di fiori all'arzilla vecchietta, mamma di cotanto imprenditore, l'abbia fatto a tutte le arzille vecchiette che, incuranti dell'età e dei guai fisici, ogni anno vengono a San Giovanni per pregare sulla tomba del Frate di Pietrelcina. Sono estremamente certo che la signora Rosa ritornerà a farci visita, magari con un gita organizzata dalla parrocchia di Arcore...
Sono sicurissimo che il figlio si sia impegnato, una volta risalito al potere (ha la certezza matematica lui) di fare una legge che protegga una volta per tutte le bellezze naturalistiche del Gargano...
Sono consapevole che di questa visita, se ne ricorderanno solo il fioraio dove il sindaco Mangiacotti ha comprato il mazzo di fiori e i ragionieri del comune che dovranno giustificare questa spesa in bilancio...

Indagine di mercato: Che cosa chiedereste a Lupo sordo del patrimonio di Berlusconi?

Mercoledì, contravvenendo alle mie abitudini, ho parlato di politica in questo spazio web. In quel giorno ho detto la mia sull'annoso problema del conflitto d'interessi e non mi sono limitato a futili lamentele, ma ho affrontato il problema in maniera seria cercando una soluzione che facesse comodo a tutte le parti, ma che soprattutto piacesse al popolo italiano.
La soluzione era semplice, visto che il berlusca usufruisce del bene pubblico, il popolo deve usufruire dei beni privati del Nano di bagonghi. Ho proposto un'agenzia di distribuzione gestita da me, persona retta e senza pregiudizi morali e politici.
Oggi ho ricevuto un commento da una persona che scrive in un'altro blog e che mi ha consigliato di farci un sondaggio. Allora vista la certezza del successo della mia proposta politica, ho deciso di seguire il consiglio del signorcima, di mettermi avanti con il lavoro e di sfruttare la mia ormai obsoleta laurea in marketing, facendo una bella indagine di mercato.
La domanda che vi faccio è semplice: Che cosa chiedereste a Lupo sordo del patrimonio di Berlusconi? Eccovi le possibili risposte:
  1. Veronica Berlusconi (ho bisogno di una badante per mia nonna);
  2. La donna che fa le pulizie a Mediaset (mi sono rotto le palle di lavare i piatti);
  3. Il torneo Berlusconi (la mia squadra di calcetto deve farsi conoscere);
  4. I conti segreti alle Cayman (sto sotto con le spese questo mese);
  5. Galliani (ho bisogno di un burattino per lo spettacolo dei pupi);
  6. La sua carta di credito (devo vedere se è accettata realmente);
  7. Pier Silvio (ho bisogno di un compagno di giochi);
  8. L'elicottero (faccio sempre tardi agli appuntamenti galanti);
  9. L'olio d'oliva di sua produzione (per essere anch'io unto dal signore);
  10. La cucina (da me non prende RAI Tre);
  11. Il fratello Paolo (così mi presenta la Estrada);
  12. Pirlo (il mio geometra è in ferie);
  13. I capelli (così chiedo il riscatto).
Troverete sulla barra laterale, qui a destra, subito dopo la chat, la cabina elettorale: votate numerosi, così io potrò mettermi avanti col lavoro e soddisfare le vostre numerose esigenze.

Per un attimo voglio farmi serio e vi segnalo il resoconto di Alex321 sulla sua visita all'inceneritore di Brescia... meditate gente....

venerdì 18 maggio 2007

Juri (6^a parte)

L’UOMO PIÙ SFIGATO DELLA TERRA.

In genere il mattino ti sveglia con un pugno nel viso, ma questo non era il caso di Juri che quel mattino era felice per la gita che si era concesso. Sembrava che tutti i pensieri degli ultimi tre giorni erano volati via. Era veramente un uomo vero. La sua insicurezza se ne andò anche nella guida, andava spedito, voleva fuggire dalla città.
Quando incrociò un semaforo disse tra se e se con tono scherzoso: “che sfiga, è rosso”. Ma non poteva immaginare che quel semaforo rappresentava il ritorno dell’insicurezza. Dalla gente che attraversava la strada sbucò una testa bionda che Juri, studioso attento della fisionomia umana, associò subito alla ragazza del corso d’inglese. Cominciarono a subentrare in lui tutti i sintomi dell’uomo insicuro: cuore a mille, mani sudate, gambe che tremano ed una serie di tic nervosi che io, da persona che abita in questa terra da 23 anni, non ho mai visto fare ad un altro uomo. Intanto il verde era scattato, sentì i clacson delle auto in fila che lo richiamavano, ma quando, sbagliando direzione, girò a sinistra tamponò in pieno una macchina che stava andando dritta. Il suo unico pensiero in quel momento era: “Speriamo che lei non mi abbia visto”.
Quando uscì dalla macchina sembrava che tutti i vigili della città si fossero riuniti lì a quell’ora. Juri ne conto almeno sette, di cui due nella macchina che aveva tamponato. Tutti e sette volevano fargli la multa, ma alla fine si decise che il fortunato era il più vecchio. Questo era un ometto insignificante come Juri, ma la sua posizione di pseudo-potere lo faceva diventare strafottente. “Sa che lei ha danneggiato una proprietà dello Stato?” diceva, ma a Juri non interessava quello che aveva fatto, a lui interessava che la ragazza del corso d’inglese non ci fosse tra le decine di curiosi accorsi per vedere il suo processo. Il vigile gli fece la multa e chiamò il carro attrezzi.
Adesso era a piedi, senza la possibilità di prendere un autobus o un taxi, per via di uno sciopero, e senza la possibilità di andare a trovare la nonna. “Ecco l’uomo più sfigato del mondo”, pensò Juri.

giovedì 17 maggio 2007

Buena Vista Puglian Club

Ieri sera, dopo una giornata dedicata alla disperata ricerca di una casa e a rimettere a posto la mia disordinata vita, esausto sono tornato a casa e la prima cosa che ho fatto è stato di collegarmi ad internet.
Attacco il telefonino al computer e dopo un tempo interminabile, la mia mitica connessione GPRS comincia a girare. Come è usuale di questi periodi ho sfogliato la mia blogroll e nel blog del Carpino Folk Festival, ho trovato un bellissimo articolo scritto da Valter Giuliano per Slow Food che parla della musica popolare di Carpino, dei maestri ancora in vita che tramandano questo stile musicale e del Carpino Folk Festival una bellissima realtà del sud Italia, dove le musiche tradizionali di diverse parti di Italia e del mondo si contaminano tra loro e con le sonorità moderne...
L'articolo l'ho letto tutto di un fiato e ve lo segnalo a voi milioni di lettori del mio blog per farvi percepire la magia del piccolo paese garganico custode di una grande tradizione....

Per arrivare a Carpino bisogna infilarsi tra i gioielli del Gargano, nel cuore del Parco Nazionale, a metà strada tra la Foresta Umbra e il lago di Varano. Nella piana oggi regna sovrano l’oliveto, con il suo argento che vibra nella brezza di questa mattina tersa, bruciante di luce. Da poco è stata anche rilanciata la produzione delle fave, sostenuta dal Parco, che ne ha promosso il Consorzio di tutela. Una varietà locale, piccola e dolce, con una fossetta nella parte inferiore, Presidio Slow Food. Un tempo l’attività agricola era fondata sui cereali e soprattutto sul pascolo.
Il benessere era, quasi sempre, un miraggio; la realtà fatta spesso di miseria e solitudine. Poi è scoccato il tempo del riscatto, che passa anche attraverso la riscoperta della tradizione, delle radici culturali, dell’orgoglio di appartenere a un territorio.
A Carpino tutto questo comincia dal ristabilimento della verità. Appena arrivo in Piazza del Popolo, cuore della città, la prima cosa che mi spiegano è che è questa la piazza del film La legge di Jules Dassin, con Marcello Mastroianni, Gina Lollobrigida e Yves Montand. “Corsica 1958”, dicevano le didascalie della finzione cinematografica. Ma non era vero.
«Macché Corsica, era questa piazza qui».
Nella piazza convergono sei strade e noi arriviamo in giorno di mercato. La confusione regna sovrana, piena di suoni, aromi e colori. Non è difficile immaginare la piazza durante il Carpino Folk festival: dicono sia un muro vivente, un’immensa platea verticale. (continua)

Cosa posso aggiungere... Grazie a Valter Giuliano che in questo articolo mostra la preziosità di un bene a cui molte volte noi garganici non facciamo caso e grazie al blog del Carpino Folk Festival, che mi ha concesso il permesso di segnalare quest'articolo e far conoscere a voi le cose preziose della mia terra.

mercoledì 16 maggio 2007

La risoluzione del conflitto d'interessi

La mancanza di una televisione in casa, vero e unico focolare italiano, non mi fa aggiornare su quello che succede in giro, internet è un bel mezzo, ma provate voi a trovare la concentrazione dopo una giornata intera in giro per la città e l'eventuale serata in cerca di casa. Fortunatamente ci sono i blogger e la mia intatta voglia di leggerli, che mi tengono un attimino aggiornato sulla situazione mondiale.
Proprio oggi, leggevo sul blog "Volevo essere fassibinder", una post sul'annoso problema del conflitto d'interesse.
Diligentemente ho lasciato un commento, dicendo, in maniera molto disastrosa la mia opinione: se il governo di centrosinistra non la fece nel '96 sta legge, perché la deve fare ora? Non vi è volontà da entrambi le parti politiche di risolvere questo problema. Da destra per ovvi motivi e da sinistra perché si teme il solito vittimismo politico dell'uomo dalla folta chioma.
Così da oltre dieci anni ci tiriamo avanti un problema che non riguarda solo l'uomo di Mediaset, ma che può riguardare futuri uomini politici con grandi aziende alle spalle...
Io nel mio piccolo ho una soluzione per risolvere questo problema ed ho fiducia nel web, per far conoscere la mia proposta di legge. Tra tutti quelli che frequentano il web, ci sarà un ministro, un sottosegretario, un deputato, un usciere, una donna delle pulizie che fa servizio in parlamento, un panettiere che vende il pane a Prodi e glielo carica col cestello, che legga la mia proposta e la porti a chi di dovere? Le probabilità ci sono, basta solo sperare.
La mia proposta per risolvere definitivamente il conflitto d'interessi è facile ed intuitiva e visto che il problema attuale è Zio Silvio, gli esempi verranno basati su di lui, ma voi non fermatevi all'idea di una legge anti-Berlusconi, questa può essere allargata a qualsiasi magnate o proprietario di cose preziose, eventualmente, anche a Schicchi!
Il Cavalier Berlusconi si candida, vince e gestisce il bene pubblico... D'accordo, i suoi beni diventino pubblici ad esclusivo usufrutto dei cittadini italiani!
Si crea un'agenzia della distribuzione gestita da me, dove si ascoltano le esigenze di ogni singolo cittadino e si cedono in usufrutto i beni di Berlusconi a quest'ultimi.
Al signor Rossi gli garba andarsene in giro in Ferrari? Ceduta a lui la testa rossa parcheggiata nel garage del cavaliere!
Il signor Esposito si sente solo? Si fa andare Veronica a casa sua tutte le domeniche per fargli compagnia!
Lo studente fuori sede ha bisogno di tornare a casa per il fine settimana? Elicottero del capellone a sua disposizione il venerdì, sabato e domenica!
Lei di cosa ha bisogno? Vuole una casa al mare dove far passare le vacanze alla sua famiglia... Ha una famiglia numerosa? Non si preoccupi ho un villino in Sardegna che fa per lei.
Quella bambina in terza fila! Perché piange!? Ah, capisco... Non ha una telecamera per immortalare la sua prima comunione... Ecco qui una camera mediaset bambina!
Mi dica Don Luigi... Non ha un posto dove far riunire a pregare il suo gruppo scout? Brutto affare... Guardi se lei è d'accordo ho un monastero di suore fatto erigere dal presidente del consiglio per la sorella... Sì, lo so... é un po' lugubre, ma i bambini si abitueranno...
Lei in calzoncini! Perché sbraita! Di cosa ha bisogno? Vuole un centrocampista di qualità da mettere nella sua squadra di calcetto? Le posso dare Pirlo... No, per Gattuso non si può fare niente, è già in dotazione all'accalappiacani di Corigliano Calabro... No, guardi... Non insisti... La rosa del Milan è formata da una trentina di giocatori... Tutti vogliono vincere il torneo di calcetto del quartiere! Non so come aiutarla... Dai non faccia così... Mi è rimasto solo Dida... Dove va! Ah, ritorna quando il Milan acquista Buffon... Faccia lei, ma io questo lo devo piazzare...
Cosa c'è giovanotto? Hai bisogno di fare curriculum? Ti diamo il posto di Amministratore delegato di mediaset!
No, guardi... I conti alle Caiman li diamo solo ai cittadini italiani residenti in quel posto... Lei ha un fratello emigrato in Svizzera? Si metta d'accordo con lui e si prenda i conti Svizzeri...
Devi organizzare una festa chic? Ho a disposizione l'intera servitù! Si sono liberati da un rave-parti e non so dove metterli... Mi raccomando però... Il personale di cucina deve tornare a casa prima che inizia la puntata di Santoro...
Senta Paolo se l'esigenze del night sono quelle non posso farci niente, le avevo proposto di aiutare il signor Verdi con la sua azienda agricola... Lei ha detto di no e ora il signor Verdi si è preso la Estrada... Non ci posso fare niente se ha deciso di aprire l'agriturismo "il ciclone"! Guardi che c'è il gestore del night con quell'uomo di colore che la cerca... Vada via per cortesia!
Cosa c'è ragazzi? Come non sa rollare una canna!? Signor Pier Silvio non deve inventarsi le cose! Ragazzi sono desolato, me lo riprendo... Per voi? Mi è rimasta la voce figa di Lucignolo... La volete? Vi fa un bel reportage!
Facendo così accontentiamo il Cavaliere che può soddisfare la sua smania di potere, ma soprattuto rendiamo felici milioni di italiani, che hanno sempre sognato di fare i soldi come lui...
Allora!? Cosa aspettiamo? Facciamo una bella raccolta di firme e portiamo questa proposta in parlamento!


Questa proposta è solo frutto della mia mente malata, ma siccome sul conflitto di interessi se ne sono dette tante, mi sembra molto verosimile che sia venuta in mente ad altri blogger. Qualora uno di questi inciampasse in questo blog e dichiarasse la paternità della suddetta idea, me lo segnali e lo citerò subitaneo in questo post.

lunedì 14 maggio 2007

Juri (5^a parte)

UN ESSERE INFERIORE

I giorni che seguivano al corso furono un tormento, qualsiasi ragazza che Juri vedeva gli faceva sorgere sempre lo stesso pensiero: “Perché io non la posso avere”. Il suo morale era a terra, gli unici momenti in cui sfuggiva ai suoi desolati pensieri era quando si circondava degli amici, ma questi lo frequentavano sempre meno, anche perché tutti erano o sposati o fidanzati, e quindi, per consuetudine, dovevano dedicare il tempo alle loro “dolci metà”. Voi vi chiederete, come mai degli amici così affettuosi non si sono accorti che era così a terra? Una sola risposta merita questa domanda: Juri era un grande ingannatore.
Juri aveva il Week-end davanti e lunedì sarebbe andato al corso d’inglese, ma con quale faccia andarci, dopo quello che era successo? Aveva paura di tutto, e quando una donna, per sbaglio, lo guardava in lui nasceva il timore che quella si prendesse gioco di lui. Era una situazione insostenibile. Così decise di andare in campagna dalla nonna, lì l’unico essere femminile era la nonna e forse qualche pecora. Così quel venerdì sera andò a letto alle due pieno di pensieri e visto che il mattino dopo doveva svegliarsi alle sette, per dribblare i pensieri, fece scivolare giù la mano.

domenica 13 maggio 2007

Intermezzo della mia vita

Il ritorno in Italia della mia amata, mi ha fatto diventare più romantico... La forza che mi regala, sarà d'aiuto per i prossimi periodi di American eSTRESS...
Riepilogando: da una settimana mi scade il contratto della casa e non ne ho trovata ancora una, ho uno/due traslochi da fare (il barra due è inteso come, un primo in una casa di appoggio di qualche amico e il secondo in una casa mia), ho due lavori di cui uno è per obiettivi e non ha orari (sia mercoledì che giovedì ho finito tutto all'una)...
Ma non preoccupatevi, la forza che mi darà la mia "padrona" mi aiuterà a sopravvivere a questo periodo.
Adesso l'unica cosa che voglio fare è andare sotto casa sua e cantargli questo bellissimo "sunétte" di Carpino, che ricordo a memoria (ma come sapete la mia memoria è partita in vacanza):

Haje truvate la strada della fata
haje truvate la bélla della mia vita
e pe nuje nen ce vonne chiù mbasciate
e pe l'occhje tu me tire a calamita
ije me trove luntane da te poche e destante
pe vedé chill'occhje toje lucénte e bélle
o magne o véve o dorme o sone o cante

sabato 12 maggio 2007

Appunto: ottimismo

Oggi festa grande nel cortile dell'asilo di fronte casa mia e tra varie canzoncine per bambini e consegne di diplomi, c'erano in programmazione anche pezzi dei Clash e dei Rolling Stones...
Abbiate fede, se questa è l'educazione che si da ai pargoli, il mondo si salverà!

venerdì 11 maggio 2007

Juri (4^a parte)

SOLITE SERE.

La sera a casa Juri si acquietò. La visita di un suo amico non gli fece pensare più all’incontro avuto al corso d’inglese, ma non appena l’amico se lo abbandonò, per andare a prendere la ragazza, Juri sprofondo nei pensieri del dopo lezione, nemmeno la visione di un film che lui aveva noleggiato gli fece distogliere il pensiero dalla ragazza e dalla sua sfortunata esistenza. Finito il film andò a letto, ma i troppi pensieri non lo fecero addormentare, così alle due di notte fece scendere giù la mano.

Appunto: Incubo ricorrente

Io: "Buongiorno, sono Lupo Sordo: responsabile di zona per una nota azienda di carte di credito. Mi occupo degli esercizi convenzionati..."
Esercente: "Ah! Quella nota azienda di carte di credito, lei può aiutarmi. Ho appena richiesto la carta di un metallo prezioso..."
Io: "Sì, ma io non posso esserle d'aiuto, mi occupo degli esercizi convenzionati. Deve contattare l'ufficio clienti"
Esercente: "Sì, ma ho lei, faccia lei"
Io: "Forse non ci siamo capiti. Io mi occupo degli esercizi convenzionati"
Esercente: "Sa, sono vecchio, non ci capisco niente con sta cosa di plastica... mi aiuti lei"
Io: "Io NON sono qui per lei come TITOLARE DI CARTA, ma io sono qui per lei come GESTORE DI NEGOZIO"
Esercente: "L'altro anno sono andato in Gana, mica me l'hanno accettata la carta"
Io: "Lei ha avvertito la nota azienda di carte di credito che andava all'estero. Ma questo non ci interessa per la nostra visita. Io mi occupo degli esercizi già convenzionati"
Esercente: "e perché devo avvertirvi, senta io domani parto per la Tunisia... Li avverte lei"
Io: "No, scusi lei non capisce che io MI OCCUPO DEGLI ESERCIZI COMMERCIALI!!!"

....e così fino al risveglio...

giovedì 10 maggio 2007

Juri (3^a parte)

DUE ORE AD IMMAGINARE UN FUTURO IMPOSSIBILE.

In quelle due ore di lezione Juri non capì niente di ciò che spiegava il professore. Guardava nel vuoto e pensava. Pensava al perché quella ragazza si era seduta lì, accanto a lui, e gli aveva rivolto la parola. I suoi pensieri tornarono indietro, pensò a tutte le volte che l’aveva vista: non le aveva dato un’impressione di “bella ragazza”, ma questo a lui non importava, perché cominciò a pensare al futuro, al matrimonio e ai tanti bambini che avranno. Voi potreste obbiettare dicendo: “No, troppo presto!”, ma non aspettatevi altro da una persona che da dieci anni aspetta solo questo momento, per quel che ne so io, nei suoi pensieri, aveva scelto anche la casa dove dovevano andare ad abitare.
La lezione stava per finire e Juri pensò a qualcosa da dire, tanto per attaccar bottone, ma non era un sarto. All’improvviso, forse per un attacco d’insicurezza, un normale attacco per lui che era insicuro pure quando pagava al supermercato, pensò che probabilmente fosse uno scherzo, fatto dalla ragazza. Lui odiava gli scherzi. Adesso Juri si trovava davanti ad un bivio: rischiare una delusione che avrebbe ucciso il suo orgoglio o comportarsi da vero uomo e portarsi a letto quella ragazza. Io, che vi racconto questa storia, posso solo assicurarvi che in lui c’era così tanta indecisione che mi faceva provare sia ribrezzo che compassione per quell’omino così sfortunato. Il professore stava assegnando delle esercitazioni da fare a casa, la lezione sarebbe finita di lì a poco e il dilemma di Juri non era ancora risolto, ma all’improvviso gli venne un’idea, “che stupido…” pensava, “ho trovato il modo!”, sembrava che era nata in lui l’intuizione di un grande scienziato: “mi alzerò per andarmene e se lei vorrà parlare con me, mi chiamerà”. Sembrava un piano perfetto per un essere umano timido e insicuro.
Il professore congedò gli alunni, quindi Juri mise le sue cose a posto, si alzò e cominciò ad andarsene, aspettava solo di sentire la voce della ragazza da un momento all’altro, ma le sue orecchie udirono solo il frastuono provocato dalle voci degli altri ragazzi. La delusione fu grande. “Due ore perse ad immaginare un futuro che non avrò mai”, questo pensò Juri. I complessi d’inferiorità cominciarono a logorarlo: “Perché a me?”, “cosa ho fatto di male?”, queste erano le domande che si poneva quell’uomo, che per due ore si era sentito proprietario di una felicità che non aveva mai provato.

mercoledì 9 maggio 2007

Le due giornate di Milano (ma non erano cinque?)

Eccomi di ritorno da Milano, stanco ma formato! Vi avevo promesso un resoconto dettagliato dei miei due giorni di formazione ma, purtroppo, nel firmare il contratto ho dichiarato di mantenere il segreto su alcuni dati critici che riguardano il mio futuro lavoro.
Quindi onde evitarmi qualsiasi problema, dovrò tenermi il più largo possibile.
Sveglia alle 6,30 lunedì, i cazzoni della nota azienda di lavoro interinale, non avendo niente di meglio da fare mi hanno prenotato il treno alle 7,30! Ma come? Parlando con la tipina al telefono, mi aveva detto di non preoccuparmi, tanto la formazione inizia tardi... Signorina, lei sbagliava: quello era il campionato! Vabbè, fa niente, tanto, premurosamente, ho preso un giorno al mio lavoro finesettimanale, quindi domenica sono andato a letto presto (le due), in un certo senso l'ora delle galline per me.
Secondo Trenitalia, l'arrivo a Milano è previsto alle 8,50, ma non calcolava il ritardo fisiologico che tutti i treni hanno per contratto... Arrivo alle 9,30...
Mi dirigo in sede aziendale e mi accoglie il barbetta: nostro responsabile e team leader. Praticamente il grande capo di tutta l'operazione. Persona simpatica, loquace, sveglia e anche piacevole (si vede che fa il commerciale da una vita).
Non ero solo a fare formazione avevo con me un compagno di sventura: Luca. Ragazzo laureato a Perugia in scienza della comunicazione in cerca di lavoro da un anno come me, insomma: la solita coppia di sfigati...
Dopo il caffè offerto dal barbetta, si comincia la formazione vera e propria.... due palle sulla storia di questa nota azienda di carte di credito, sui tipi di carte (che io non userò mai, visto il mio livello di reddito), sui titolari della nota carta di credito (ricchi e spendaccioni che si tolgono qualsiasi capriccio con la loro carta), sulla fedeltà del titolare di carta.
Prima della pausa pranzo dovrei essere informatissimo su questa carta, ma in realtà, né io, né l'altro ragazzo non ci raccapezziamo una mazza e chiediamo aiuto a qualsiasi essere vivente che ci faccia pagare col bancomat...
Dopo pranzo, con un buon caffè entrato in circolo nel cervello, ricominciamo carichi come il coniglietto corridore della Duracel e il discorso confluisce su come deve essere il lavoro. In pratica, la mia è una figura di funzionario di zona di questa nota azienda di carte di credito, che si occupa degli esercizi commerciali già convenzionati. Il lavoro, in linea generale è suddiviso in vari passi:
  • si entra;
  • ci si presenta;
  • si chiede se hanno delle richieste particolari da fare;
  • si controbatte a tutto;
  • si controlla il funzionamento del POS;
  • si compila la scheda;
  • si cerca di posizionare il materiale pop (tutti gli aggeggi col bel marchietto della nota azienda di carte di credito in bella mostra)
  • si saluta, e chi si è visto, si è visto.
Detta così pare na stronzata, ma le variabili che mi troverò davanti sono ampie ed io, sicuramente, non mi ricorderò nessuna argomentazione per controbattere al'esercente...
Alle 18,30 il barbetta ci congeda e noi siamo le persone più felici del mondo.
La sera vado a dormire in un albergo totalmente pagato dalla nota azienda di lavoro interinale (c'era anche la cena inclusa) e dopo cena faccio un giro nei dintorni per cercare un ufficio postale e controllare se mi era arrivata la paga mensile (non trovo una mazza).
La mattina mi sveglio alle otto, faccio colazione in albergo (tutta pagata), prendo la metro e mi dirigo verso la sede aziendale. Da premettere che prima di arrivare in metropolitana incrocio un ufficio postale a pochi passi dall'albergo...
Dopo il caffè di inizio giornata (immancabilmente offerto dal barbetta) ricomincia il massacro di coglioni messo (o formazione), la mattinata prosegue bene, visto che il discorso si basa sui momenti operativi e si mette da parte la teoria.
All'una ci lascia libero per il pranzo e, al nostro ritorno, comincia il sadico gioco di ruoli (la simulazione della visita), in quel momento le figure di merda si accavallano sia da parte mia che da parte dell'altro ragazzo (purtroppo visto che si tratta di sottigliezze che ci hanno spiegato per poter lavorare, non ve le posso raccontare... non si sa mai, potrei avvantaggiare la concorrenza). Ma il barbetta ci tranquillizza dicendoci che è normale e che all'inizio avremo timore e non ci ricorderemo di niente (spero che sia una cosa che duri poco).
Alle cinque suona la ritirata ed io mi dirigo verso la stazione a prendere il treno che mi ha prenotato dalla nota azienda di lavoro interinale.
Alle sette arrivo a Parma e mi collego immediatamente per controllare se mi è arrivato il data-base, speditomi via internet, con tutti i negozi da visitare. Nella casella di posta trovo di tutto: vostri commenti, offerte di lavoro, notizie sul Gargano, la cronaca semi-seria della partita del Foggia, la mail di bastardidentro, quella del blog di Beppe Grillo, ma della mail della nota azienda di lavoro interinale manco l'ombra. Chiamo il barbetta e glielo faccio notare, lui cerca di provvedere, ma dopo un po' mi richiama e dice che ha lasciato il computer in ufficio e che me li spedirà tutto domani. Allora io, facendogli vedere la mia buona volontà, gli dico che inizierò alle 10,30, ma lui mi consiglia di iniziare il pomeriggio e di dedicare la mattina a capire il data base...
Ho ancora mezza giornata di vita, il mio io scansafatiche esulta...

domenica 6 maggio 2007

Mi fanno lavorare!

Dopo tanto vagare ho trovato qualcosa!
La notizia la sapevo già da due settimane, ma oggi annuncio al mondo che dopo un anno di colloqui post-laurea, qualcuno mi ha preso.
Oddio, la cosa non è assolutamente seria: un contratto di collaborazione a progetto per 5 mesi (di cui solo 4 pagati), ma almeno fa curriculum.
Il 10 aprile feci un colloquio in una nota azienda di lavoro interinale per una nota azienda di carte di credito e nonostante le mie molteplici figure di merda, quelli della nota azienda di lavoro interinale hanno creduto in me e dopo due settimane mi hanno chiamato. Purtroppo non c'è possibilità di rinnovo: il lavoro è una missione che dura fino al 10 ottobre e basta, quindi dovrò continuare a fare il mio lavoro fine settimanale (saranno 5 mesi di inferno, senza avere un giorno libero), questo mi permetterà di avere la sicurezza di un vitalizio economico anche dopo la scadenza del contratto e mi permetterà di mettere da parte un po' di soldi che, detto fra noi, fanno comodo.
Quindi da domani alle 9,00 sarò sfruttato da ben 3 multinazionali, penso che in pochi possano vantare una situazione del genere...
Domani andrò a Milano per fare una due giorni di formazione e Mercoledì (credo) avrà inizio la nuova vita: non più fatta di cazzeggio. Come si dice dalle mie parti: "è fenute lu scoppa e magna"....
Adesso ho da fare alcuni annunci:
  1. Ai milioni di lettori di questo blog: non preoccupatevi, avrò poco tempo a disposizione ma continuerò a scrivere sul Diario di bordo (forse un po' di meno);
  2. A Piero della Cazzetta della Sera: avere ospitato il mio link sull tuo blog mi ha portato fortuna. Un lavoro l'ho trovato, ma fra cinque mesi si ricomincia da capo.
  3. Alla mia padrona: riusciremo a trovare il tempo per vederci.
  4. A tutti quelli che mi hanno fatto un colloquio: potevate farmi penare di meno.
  5. Al mio cervello: cerca di aiutarmi.
Piazza caduti del lavoro era nata come una rubrica dove raccontavo i miei colloqui e per cinque mesi racconterò altro. Ma non preoccupatevi, dopo si ritorna...
Ci risentiamo martedì o mercoledì con la cronaca della mia due giorni milanese.

Juri (2^a parte)

PIACEVOLE VARIANTE.

Un giorno la monotonia che Juri si era creato in prima fila fu rotta da una ragazza che si sedette al suo fianco. La ragazza non era bellissima, ma aveva nell'espressione del suo viso qualcosa di piacevole che solo un uomo attento alla bellezza di una donna riesce a carpire. Era bionda di capelli ed aveva due occhi di un nero intenso che in qualche modo facevano contrasto con la sua bionda chioma. Era bassa di statura, con delle curve non abbondanti ma proporzionate alla sua altezza, però aveva in se una certa mascolinità nel muoversi che la rendevano sgradevole alla vista di un uomo.
Quel giorno il professore tardava ad arrivare e Juri stava lì seduto in prima fila come tutte le volte, ma oggi con una “piacevole variante”. Era lì in silenzio e scrutava con la coda dell'occhio la ragazza che non sembrava interessata a lui, ma era concentrata sul suo telefonino a schiacciare tasti, probabilmente stava scrivendo un SMS. Dopo circa un minuto la ragazza finì e senza pensarci un attimo girò il viso verso di lui e cominciò ad osservarlo. Juri se n’accorse subito e questa situazione gli procurava non poco imbarazzo. "Maledetta timidezza" pensava "dovrei dirgli qualcosa ma non ci riesco". Stava cercando dentro di se la forza e l'ingegno per inventarsi qualcosa, ma il suo cervello era come bloccato e le mani cominciarono a sudare. Il cuore stava battendo così forte che a Juri nacque il timore che la ragazza lo sentisse, ma era una paura stupida. Lei non gli scrollava gli occhi di dosso e cominciò a sorridere, sembrava divertita da questa situazione. Juri meditò di scappare, di andare lontano dove gli occhi interrogativi della gente non possono raggiungerlo, ma, probabilmente, se avesse provato solo ad alzarsi non ci sarebbe riuscito, visto che le gambe stavano tremando per il nervosismo.
Però, sei forte” disse lei. Queste tre parole fecero lo svegliare da quell’incubo in cui stava vivendo.
Forse ora voi penserete che Juri riuscì ad uscire da quella situazione con l’ingegno che la natura ha dato ad ogni essere umano, ma non è così, infatti, riuscì a blaterare solo un “cco-me?”.
Ma come fai a resistere?” continuò lei, “in genere dopo un paio di minuti una persona normale cede e dice qualcosa”.
Una persona normale…” disse Juri a bassa voce, quasi tra se e se. Sembrava che lei volesse continuare il discorso, forse perché era una di quelle persone attente di cui raccontavo nella prima parte, o forse solo per curiosità. Fatto sta che fu interrotta dall’arrivo del professore che si scusò con gli alunni e cominciò immediatamente la lezione.

sabato 5 maggio 2007

Signori e signore: Ipokuto!

Questo più che un post, sarà una marchetta. Quindi, qualora non gradite le marchette: cliccate qui.

Se fate parte di quei pochi curiosi che vogliono sapere cosa ho da proporre, vi segnalo il cambiamento di residenza (non parlo della casa) del mio ormai quasi ex coinquilino Ipokuto che dalla piattaforma di giovani si è spostato a quella di wordpress.
A detta sua il suo nuovo blog non ricalcherà quello vecchio, dove i post erano tristi e, diciamolo, anche un po' paranoici. Il suo nuovo blog sarà samba e champagne! (ma pure se fosse stato grappa e liscio a noi sarebbe andato bene).
Vi ho incuriosito?

Don't worry be happy!!!!

venerdì 4 maggio 2007

Juri (I^a parte)

Buonasera a tutti, scavando nel mio computer ho trovato questa storia, che scrissi un po' di anni fa, pensate ancora non conoscevo R. (quindi una vita fa). Era un periodo in cui il sottoscritto era più giovane e spensierato, ancora studente universitario fuori sede domiciliato in un dormitorio per studenti messo a disposizione dall'ADSU. La Storia è lunga (20 pagine di word), quindi, rubando l'idea ad Albe con la sua Munich, ve la propongo a puntate, anche perché la scrissi divisa in mini paragrafi. Il Lupo di adesso ha poco a che fare con quello di allora, ma visto che il titolo di questo blog si rifà a quel periodo non potevo non esimermi nel proporvela.
Era un bel periodo quello, dove avevo una gran voglia di scrivere e di divertirmi, ma poi, la durezza della vita, mi ha fatto allontanare dallo scrivere, ma mi ha fatto rimanere minchione come sempre. Adesso la nascita del mio blog, unito all'innumerevole tempo a disposizione che ho mi ha fatto tornare questa voglia. Quindi rullino i tamburi ed entri in scena Juri, con i suoi problemi di ragazzo timido!



UN UOMO NORMALE, O QUASI
Juri non era un uomo di piacevole aspetto, anzi a dir il vero, secondo i comuni canoni di bellezza, era brutto. Basso di statura, magro, scavato in viso e si dimostrava molto più vecchio della sua età: ventisette anni. Ciò che colpiva di più della sua persona erano gli occhi. Occhi di un colore comune, ma che da soli riuscivano a comunicare ad un interlocutore attento (perché è alle persone attente che è rivolta questa storia) i suoi pensieri.
La sua “apparente” bruttezza, un carattere insicuro ed una gran timidezza lo rendevano impacciato nei confronti del resto dell'umanità ed in particolare nei confronti del così detto "gentil sesso". Questi suoi difetti, se possono essere considerati tali, lo rendevano agli occhi della gente come una persona di poco conto, uno di quelli che potrà far carriera solo grazie a qualche "parente importante", insomma, usando una definizione che sento ogni tanto in giro era un "cancro del sistema". Ma una persona più attenta e meno radicata nella convinzione, che ogni essere umano ha, di essere il migliore, riusciva a carpire in lui un'intelligenza ed una mentalità aperta non inferiore al maggior poeta. Infatti, con Juri era piacevole conversare sia del sapere umano o anche intrattenersi in chiacchierate spensierate e simpatiche. Questi suoi pregi e difetti facevano di lui una persona con poche ma sincere amicizie.
C'era una cosa che preoccupava Juri: la mancanza di una "Donna". Lui non aveva mai... con una donna... come dite voi esseri “normali”: non aveva mai avuto una ragazza. La goffaggine, la timidezza e la mancanza di stima in se stesso non gli facevano provare neanche un approccio con l'altro sesso. Juri aveva il terrore di un NO, era troppo orgoglioso ed era sicuro che un NO, gli avrebbe fatto molto male e agli amici, che cercavano di invogliarlo, e che volevano vederlo felice, lui rispondeva che era destinato a vivere da solo e che, forse, era meglio così. Mentiva.
Juri sin da quando ha cominciato a desiderare le donne e in particolar modo l'amore, nella sua mente aveva solo una "Donna". Una "Donna" immaginaria che secondo il lessico attuale si può definire la "Donna dei suoi sogni". Juri aveva ben chiaro in mente il suo ideale di "essere femminile". Ella doveva essere timida fuori e porca nel letto, intelligente, con una velatura di tristezza ma allegra e solare quando serve ed una serie d’altre caratteristiche, comuni o meno. Su una cosa lui non transigeva: LA SUA "DONNA" DOVEVA CAPIRE LA SUA “VITA”.
In quel periodo Juri stava seguendo dei corsi d'inglese. Era un suo sogno quello di imparare l'inglese per girare il mondo, infatti, pur essendo nato in una famiglia benestante, per paura della lingua e di come comunicare, Juri non aveva mai lasciato l'Italia, tranne la gita di un giorno a San Marino. In quel corso era il migliore sempre seduto in prima fila e sempre molto attento a quel che diceva il professore, anche perché, causa la sua cronica timidezza, non aveva fatto amicizia con nessun ragazzo del corso. Così si creò un monotono regno in prima fila.