lunedì 21 maggio 2007

Juri (7^a parte)

UNA PANDA BIANCA.

Dopo l'incidente, Juri rimase molti minuti in quell'incorocio sotto gli occhi interrogatori della gente che, oramai, lo avevano già condannato a mille anni più le spese.
Ma la gente non osserva a fondo le cose ed i presenti non potevano sapere cosa provava quell’ometto sfortunato.
Juri decise che era stato abbastanza sotto i riflettori e cominciò ad avviarsi verso casa, senza pensare a niente. Finalmente il suo cervello era sgombro da pensieri, ma era pieno di tristezza.
Mentre cominciò a fare i primi passi sentì un clacson, “forse mi chiamano”, pensò, “sì, con tutte queste macchine, è normale sentire un clacson”, e si rimise in cammino, ma il suo desolato viaggio verso casa fu arrestato da una voce femminile: “Hey! Aspetta!”. Juri si girò e vide la ragazza del corso d’inglese su una Panda bianca che lo chiamava.
Ma cosa devo fare per attirare la tua attenzione?”, disse la ragazza.
“Prova una con una cannonata”, rispose Juri. Strano, pensò, sono riuscito a parlare.
"Dai salta su che ti do un passaggio."
Veramente… io…
Niente storie, su!”. Così si ritrovò sopra la Panda bianca.
Durante il tragitto parlarono di tutto, Juri non sembrava lo stesso, affrontava discorsi e digeriva obbiezioni, riuscì anche ad inventare una scusa plausibile per la fuga dell’altro giorno, per quel che ne so io, sembrava un grande oratore da candidare alle elezioni seduta stante. Maria, perché in mezzo ai discorsi c’è stata anche la presentazione, lo accompagnò fin sotto casa e lì gli diede un innocente bacio sulla guancia e scappò via facendo rimanere immobile Juri che, toccandosi la guancia, vide la Panda bianca scomparire nei fumi della città.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

belli questi stralci, mi piace come scrivi. però sono curioso di sapere del tuo esame di maturità!

Tanuccio ha detto...

Purtroppo ora sono impegnato su più fronti: due lavori, una casa da cercare e un trasloco da fare. Non appena mi sistemo racconterò la mia maturatà...
P.s. penso che il mio non sia "scrivere", ma raccontare... è diverso...

Anonimo ha detto...

raccontare si e lo fai bene scrivendo in modo da far traspirare la tenerezza del personaggio

allora speriamo che trovi casa ambressambress cosi ci racconti la tua maturazione



ps
non hai mica sparato a caso sai come si dice a napoli vero?
padron jesc' for
e questa piccola peste altresi detta anche attila una settimana al mese mi sfratta pure dal mio talamo nuziale pecche deve dommire co nonnino suo :-p

Tanuccio ha detto...

La mia maturazione non è ancora avvenuta e non avverà mai... Sono anch'io un piccolo attila... La Maturità è una storia che mi porto ancora dietro, di frequente ho gli incubi di dover tornare alle superiori per riprenderla... Ma ogni cosa a suo tempo...

Anonimo ha detto...

sta tranuillo piccolo peter pan
la tua maturita' non arrivera mai come tutti gli uomini resterai per sempre un'eterno fanciulla con qualche scheggia di saggezza ogni tanto che ti faranno mettere su famiglia insieme alla panza :-))
ma come gia spicchiosamente saggio hai detto tu
ogni cosa a suo tempo per ora folleggia tra maturazione maturandazione e ricerca della dimora dove mettere la mia sbrandina

Tanuccio ha detto...

Per la panza non preoccuparti, ho già una scorta... Quindi inizio bene...
Per le nozze, fortunatamente, ho trovato una ragazza che la pensa come me e quindi per questo ho risolto (un giorno racconterò come immagino il mio matrimonio)...
Per la sbrandina dammi tempo...

Anonimo ha detto...

trovi davvero che scrivere e raccontare siano due cose diverse?

Tanuccio ha detto...

Scrivere è mettere in parola una storia trovando uno stile, soffermandosi sui particolari (fisici e caratteriali) del protagonista, della gente che gli ruota attorno e della scena dove si svolge la storia, lo scrivere può rendere piacevole una storia noiosa e poco interessante...
Raccontare è avere in mente una storia e metterla in testo...
Le cose si intrecciano, ma, secondo me, sono diverse...
Un capolavoro letterario non si vede solo dalla storia, ma anche dallo stile di scrittura...
Poi ci sono l'eccezione: grandi raccontatori che inventano uno stile... Ad esempio Bukowski... ma lì si parla di uno che ha dissacrato il sogno americano e lo ha reso merdaccia... Unico nel suo stile di raccontare