giovedì 31 gennaio 2008

Concorso pubblico (3^ parte)

La prima parte qui
La seconda parte qui


“Tzè! – ripeteva a sé stesso – ‘Ste donne del Nord non hanno proprio umiltà! Ma che credono? Che tutto sia loro dovuto?”. Non sopportava l’idea d’aver collezionato magre figure una dietro l’altra e pensava che, come prima sera nella sua nuova città, aveva avuto parecchia sfortuna. Nonostante l’arrabbiatura c’era in lui la curiosità di vedere il posto in cui avrebbe iniziato, dal giorno dopo, a condurre la sua vita. S’era deciso a fare un giretto per il centro e, in poco tempo, l’aveva visto quasi per intero: il Duomo, il Battistero, la Piazza, le vie più importanti. E gli piaceva. Di tanto in tanto gli ritornava in mente l’armadio a muro, l’arroganza con cui gli si era presentato e la spocchia con la quale aveva fatto montare Vania sulla propria Mercedes quando stavano per andarsene, sgommandogli praticamente in faccia. “Eh, certo – rimuginava –: c’ha il macchinone, lui…”.
Intanto, poco fuori dalla città, Bruno (questo era il nome dell’armadio a muro) aveva deciso di “parcheggiare”, per il consueto “menage” con Vania. Questa volta, però, la ragazza pareva non aver proprio intenzione di concedersi. “Ma insomma, mi vuoi dire cosa cazzo ti prende stasera?”, sbottava esasperato il gorilla. Vania restava in silenzio.
La faccia nel finestrino, gli occhi ben oltre quel vetro. Così come la mente, attraversata da dieci, cento, mille pensieri, tutti differenti, tutti in un momento: anche stasera vuole la stessa cosa ma che ci faccio qui però mi eccita quando fa il duro non sono una troja vorrei fare l’amore non solo sesso perché mi tratta così domani ho lezione solo due ore che fortuna ma perché penso a quel ragazzo nudo di oggi?
In mezzo a quel marasma, a quello status confusionale, a quella matassa così ingarbugliata che era il suo cervello in quel momento, Vania trovò una motivazione plausibilmente veritiera: “No, niente amore, è solo che domani inizio lo stage in Comune come Addetta Stampa e sono un po’ nervosa. Te l’avevo detto, ricordi?”.

La mattina dopo Biagio si svegliò di buon’ora. Doveva iniziare il lavoro quel giorno e ciò lo elettrizzava.
Sbagliò strada un sacco di volte, nonostante il percorso studiato nella cartina gli era sembrato facile, e rischiò di venire investito un paio di volte da allegre vecchiette in bicicletta. Chiese la strada a quattro passanti, nell’ordine: un inglese che non parlava una parola di italiano, un extracomunitario sul posto da pochi giorni, un vecchio che raccontò che quando era giovane non c’erano tutte queste macchine e un signore già ubriaco di prima mattina…
Nonostante la sveglia mattutina di buon’ora, riuscì ad arrivare in ufficio con 10 minuti di ritardo. Non appena il capoufficio lo vide, disse: “Tu sei quello nuovo?”
“Sì!”
“Oè, nani! Se fai ritardo già il primo giorno, non voglio immaginare cosa farai fra due anni”. Biagio si guardò intorno e pensò “Cu spacchju è ‘stu ‘Nani’? ‘U jucaturi ‘i palluni?”.
Il capoufficio lo mise a sedere sulla sua scrivania e disse: “Ora ti mando qualcuno che ti dice cosa devi fare. Sta buono, eh…” Rimase per ben 2 ore da solo a non far niente, finché arrivò una signora bionda e leggermente soprappeso.
“Tu sei quello nuovo?”
“Sì”
“Allora ’scolta, nano: io vado un attimo a fare la spesa. Sta’ buono, che quando torno ti dico cosa devi fare”.
Biagio si guardò intorno e pensò: “Nano!?!? Ma se sugnu ‘n metru e sittantascingu!”.
Passarono altre tre ore di noia mortale. Vide un sacco di volte il capoufficio vicino alla macchinetta del caffè a discutere di calcio con i colleghi, ma non si azzardò ad alzarsi per fare amicizia.
Ritornò la signora, che smorzò subito la sua felicità dicendogli: “Manca solo un’ora alla fine del turno. Sta’ buono lì, che in un’ora non t’insegno niente.”.
E così Biagio passò l’intera giornata a non far niente e non disse neanche niente, quando sentì dire al capoufficio che domenica prossima la loro squadra doveva andare in Sicilia per i tre punti…

Continua...

In contemporanea con L'Eco Di Dionisio

mercoledì 30 gennaio 2008

Sono stato nominato

Z-Blog Awards, Sw4n powered: Nominee

Carissimi lettori, carissime lettrici, carissimo Letta è con immenso piacere che vi comunico che il vostro blog preferito è stato nominato in ben due categorie dello Z-Blog Awards!
Mi troverete nella categoria come miglior z-blog e come miglior z-post!

Ma che cos'è lo z-blog awards?
E' un concorso che premia i migliori tra i blog meno seguiti e quindi meno conosciuti.

Ma perché hanno nominato te?
Perché ho corrotto Sw4n, l'organizzatore di tutto.

Cosa vuol dire miglior z-blog?
Non lo so, ma mi piace.

Qual è il tuo post che è stato nominato?
Quelli che... il sud

Perché hanno nominato quelli che il sud e no un altro che mi piaceva di più?
Perché è l'unico post decente scritto in quasi un anno di blog.

Ma io sono leghista, perché dovrei votare un post che parla di sud?
Perché ce l'hai duro?

Ho visto che nella categoria miglior z-blog c'è anche il morso della vipera, perché dovrei votare te e lei no?
Perché lei ha detto che le tette sono le sue e poi incalzato nei commenti da me, non le ha fatte vedere. Io vi farò vedere le tette!

Senza offesa, ma penso che le tette della vipera siano meglio delle tue.
Siamo in due a pensarlo.

Ma se ti voto, io cosa ottengo in cambio?
Oltre alla mia gratitudine, assolutamente niente.

Mi hai convinto. Ho deciso di votarti. Come devo fare?
Devi compilare questo form e votare nei migliori z-blog TanuccioDiariodibordo e nei migliori z-post QuelliCheIlSud. Hai tempo fino al primo febbraio.

Ma c'è scritto che devo mettere il mio blog. Io non ho un blog!?
Allora sei una persona normale e non puoi partecipare a questi concorsi da psicopatici.

Adesso faccio il furbo e ti voto più di una volta.
Questo oltre a non farmi piacere, farà invalidare i tuoi voti.

Ma la vittoria di questo concorso avrà risvolti positivi sul tuo blog e sulla tua persona?
Nessuno, visto che ho letto i post di Sw4n e non si parlava di premi in denaro. Il mio blog forse avrà un paio di lettori in più, comunque la vittoria nelle mie categorie non mi farà avere più figa e contestualmente non mi farà abbandonare il mio status di ragazzo alla mano.

E allora perché ci chiedi di votarti?
Senti! Hai rotto le palle! Secondo me sei uno delle Risorse umane! Allora, per cortesia, vada a risorsare umanamente da qualche altra parte!

lunedì 28 gennaio 2008

I 10 vantaggi del ritorno al potere di Berlusconi

Chi l'ha detto che con il ritorno al potere di Berlusconi, ci sono solo svantaggi? Io che sono una persona ottimista per natura ho scovato per voi dieci vantaggi che avremo al ritorno al potere del nano.

1. Ascoltando le cazzate di Berlusconi, avremo modo di scrivere e leggere dei gran post di satira.

2. La continua esposizione mediatica dello zio Silvio, ci permetterà di avere argomenti di conversazione tipo: la sua crescita dei capelli, la tonalità della sua abbronzatura, la scomparsa delle sue rughe.

3. Sul tg5 non andrà più in onda "l'indignato speciale".

4. Quando andremo all'estero saremo al centro dell'attenzione.

5. La chiesa non farà più richiami al valore della famiglia, tanto quello che interessa a loro è non far sposare i gay, mica dare due soldi in più alla famiglia.

6. La mafia non esisterà.

7. Arricchiremo il nostro repertorio di barzellette.

8. La nostra ignoranza in matematica sarà giustificata da Tremonti.

9. Quando chiameremo al telefono la nostra dolce metà, non avremo più paura di essere intercettati e ci potremo concedere in mielose smancerie.

10. Non saremo più costretti ad imparare la differenza tra i tre poteri della democrazia, visto che saranno concentrati tutti in sol uomo.

domenica 27 gennaio 2008

Riprendo pieno possesso del mio spazio web

Rieccomi qui a scrivere in questo sgangherato blogge, dopo la mia breve parentesi bolognese. Messi in riga gli "anarchici" tipo Albe e Mat e ringraziando Cristina che mi ha portato a spasso il blog, riprendo lentamente il possesso di questo mio angolo di web.

Si è comportato bene il mio afflitto? Avete avuto problemi con lui? Vi ha trattato bene?
Per qualsiasi lamentela vi rimando al servizio customer care del Diario di bordo. Risponderanno per voi alcuni ragazzi assunti a progetto e pagati da fame.

Bologna è una città che amo particolarmente. Bologna è la città della sinistra italiana, pensate che è talmente tanto comunista che al McDonald, nell'Happy meel, invece che i soliti giochi danno in regalo una copia de "Il Capitale" di Marx.

La sapevate la storia delle torri Bolognesi? Praticamente, in antichità, i nobili bolognesi, accoppiandosi sempre tra parenti, avevano dei problemi genetici che riguardavano le loro parti intime. Così per ovviare a questo scompenso, ognuno innalzò una torre di lunghezza inversamente proporzionale al loro pene. (n.d.a. Avviso per i ragazzini che sono capitati in questo blog e che devono fare una ricerca sulla storia della città felsinea. Sappiamo bene che questo è il reale motivo dell'innalzamento delle torri bolognesi, ma la storia ufficiale dice tutt'altro, e questa informazione non potrebbe essere utile a voi per prendere un buon voto in storia. Quindi vi consiglio di andare in biblioteca e fare una ricerca approfondita e, già che ci siete, potreste avere la possibilità di conoscere gente).

A Bologna ho fatto il mio secondo incontro blogger ravvicinato di 3° tipo. Ho conosciuto Sonia, ci siamo presi un aperitivo, raccontati le nostre (dis) avventure sul lavoro.
Ricordato Parma e brindato al lavoro e ai blog.
Bello dare un volto a dei caratteri letti su uno schermo! (n.d.a. Ho copiato spudoratamente il suo post). Comunque aggiungo di mio che è stato un bell'incontro, con una persona con cui sono stato subito a mio agio (mi capita raramente questo).

Il reale motivo della mia scampagnata bolognese, comunque è stata una visita medica, per il nuovo lavoro.
Io ogni volta che devo fare una visita medica ho sempre una sorte di terrore. Ho paura che il dottore mi trovi qualcosa e mi dica che ho solo pochi giorni di vita... Non ho un buon rapporto con i medici, citando Tiziano Sclavi, nel suo "Non è successo niente", preferisco morire ignaro.

Per il lavoro, pare che si a tutto a posto. Mi hanno chiamato, dicendomi che i documenti sono in ordine, che la visita è andata bene e che mi richiameranno loro... Spero che non si ripetano esperienze passate. Voi nel frattempo incrociate i mouse.

Mentre mi dimenavo all'ombra delle due torre e camminavo sotto ai portici, il governo, è proprio il caso di dirlo, è caduto per uno sputo.

Tramite i giornali ho visto le manifestazioni di giubilo di certi parlamentari pagati fior di soldi da noi. Dimostrazione, se ce n'era il bisogno, che questa gente ci tiene un sacco alla poltrona. Con questa non voglio santificare quelli di centro-sinistra e mandare all'inferno quelli di centro-destra: alla poltrona ci tengono tutti... Però, farlo vedere in questo modo a tutto il paese, mi sembra come minimo di cattivo gusto.

Nel frattempo il buon S.B. mi ha nominato per un meme, e visto il carattere di questo post e la brevità del meme stesso, gli rispondo direttamente qui.

Chiuderesti il tuo blog?

Porca miseria! Certo che no! Sono stato off-line un paio di giorni ed è caduto il governo. Non voglio immaginare cosa succederebbe se chiudessi il blog!
Oddio, in realtà ho già scritto di questo argomento.

Un ultimo pensiero lo dedico alla giornata della memoria. Penso che in un mondo normale non serva un giornata della memoria. In un mondo normale, tutti i santi giorni ricorderemmo la Shoah.

venerdì 25 gennaio 2008

MUUUAHAHAHAHAHAHAHAH! IL BLOG E' MMMIOOOO!

Caro Lupo,

questo è un gentile omaggio che ti faccio in tua assenza. E' poca cosa, ma credo sia giusto ringraziarti per quanto fatto in questi mesi per L'Eco Di Dionisio. Certo, lo stile di quanto leggerai è molto più simile ai famosi post di "Lui è peggio di me!" che ai dialoghi in cui ti cimenti tu... ma qualcosa mi dice che proprio a quelli ti sei ispirato... e poi, è ovvio che io sia "lantipatico" per forza di cose; lo impongono le circostanze, la mia posizione, il mio umorismo sarcastico.
Ma so che la pensi come Jack lo Squartatore: M'ACCETTI come sono.


Ciao, Lupo.

TUMBLR (a cavalcioni sopra lo stomaco del blog, prendendolo a pugni): Questo è perché ti credi più figo! E questo perché dici d’avere più link di me! E questo è perché sono bastardo dentro!
BLOG (ribaltando il tumblr e la situazione a suo favore): Ma v’afangule, trimo’! Prendi questo! E questo! E pure questo! Impara da chi è pieno di commenti!
TU: Invidioso!
B: Perdente!
TU: Idiota!
B: Barese!
TU & B: @#*!%&$£^?&$@#@#!!##£$!!!!!!
(si “logga” il Direttore (IR)Responsabile de L’Eco Di Dionisio ed entra in casa; i due non se ne accorgono nemmeno, impegnati come sono a darsele di santa ragione. Il nostro non fa una piega e assiste in silenzio)
TU & B: @#*!%&$£^?&$@#@#!!##£$!!!!!!@#*!%&$£^?&$@#@#!!##£$!!!!!!
ALBE (muovendosi in punta di piedi verso il centro della rissa e vicinissimo ai due, urlando): COS’E’ QUESTO DISORDINE!?
TU & B (presi di soprassalto): AAAAAAAAH!
A: Ragazzi non ci siamo! Cominciamo male…
TU: E questo chi cazz’è?
B: Come “chi cazz’è”? Non lo sai? È il Direttore del blog con cui sono gemellato, L’Eco Di Dionisio!
TU: Aaah, adesso mi ricordo… devo averlo sentito citare da qualcuno dei miei lettori…
B: Vorrai dire dei “miei” lettori…
TU (in tono strafottente): Eh! E io che ho detto? Dei MIEI lettori!
B: Vedi che provochi?! (gli si avventa contro) Ora te li do io i “tuoi” lettori, bastardo!
TU (riprendendo un vecchio film sul pugilato): Dai, su, forza, picchia! Picchia! Non fa male! Non fa male!
A (intervenendo con ancora in dosso l’elegante spolverino lungo e nero che è solito indossare per recarsi a lavoro): ‘Sti ragazzini d’oggi: non sanno proprio comportarsi! (li afferra entrambi per l’orecchio portandoli verso il divano)
B: Ahi! Ahi! Aaaahi! Direttore, la prego: pietà! È colpa di quel fottutissimo provocatore! Aaaaaahi!
TU: No, non è vero! Ahi! Ahi! Ahi! La colpa è sua che mi vuole discriminare! Ahi! Aaaaaahi!
A (li sbatte entrambi sul divano; poi estrae il suo portatile, fa apparire una scrivania virtuale con poltroncina, ci si siede sopra, si collega a internet e inizia a parlare): Non so se sapete perché sono qui… se non lo sapete, ve lo dico io: perché quel deficiente che v’ha creato dandovi la possibilità di sparare cazzate a nastro è momentaneamente fuori sede! Dunque, come da accordi, mi tocca occuparmi di voi due forse addirittura sino a domenica. Ora, mettiamo subito le cose in chiaro…
TU & B: ???
A: Lupo vi avrà certamente parlato (male) di me…
TU & B: (annuiscono in silenzio, ma con un’espressione che la dice lunga)
A: Immaginavo. Bè, state pure tranquilli…
TU & B: :-D
A: … sono molto peggio di quello che sembro!
TU & B: o_O
(entra Twitter)
TWITTER: Saluta @ tutti!
B: Oddio, è tornato quello scemo!
TU (canzonandolo): Saluta @ Twitter e salutimi @ soreta!
TW: Ha sentito ancora una volta le illazioni di Tumblr e lo manda nuovamente @ fanculo!
TU (provando ad alzarsi dal divano per iniziare a fare a botte): Sei morto, pagliaccio!
A: Provaci e carico in rete una foto con le vere fattezze di Lupo Sordo, dicendogli poi che ce l’hai messa tu. E vediamo quanto campi ancora…
TU: Non lo faresti!
B (mettendogli una mano sulla spalla e annuendo con la testa): Lo farebbe, lo farebbe…
A: Dagli ascolto, credi a me…
TU: Sporco ricattatore! (si risiede)
A: (guardando Twitter): Cazzarola, quasi scordavo che c’è pure quest’altro extracomunitario dislessico!
TW: È seriamente tentato di mandare @ fanculo il Direttore, ma sa che non gli conviene.
A: Tranquillo, è il pensiero che conta… SIEDITI!
(Twitter si siede sul divano, tra Tumblr e Blog)
A (dà un’occhiata al suo pc, poi si alza in piedi): Bene, vediamo di sveltire le procedure… AAAAAAAA-TTENTI!
(Tumblr, Twitter & Blog scattano sull’attenti)
A (iniziando a passeggiare davanti il loro naso, con le mani dietro la schiena e l’aria cattiva): Ma guardatevi: brutti! Grassi! Pelati! Che schifo! MERDACCE!
TU: Ma, Direttore…
A: SILENZIO! Tu! (rivolto a Blog) Sei assolutamente impresentabile! Questo weekend altro che poltrone e pranzi luculliani… TI FARÒ SPUTARE SANGUE, CAAAAAPITOOOOO?
B (terrorizzato, con un filo di voce): Ssss-sssìggggg-gnorsì…
A: Non ho sentito, Lucilla!
B: (cagato sotto, con sempre meno voce): Sssss-sssìggg-norsì, Ssssìgnore…
A: Non ti sento, Andreina! Più forte!
B (ormai allo stremo e in cerca di un paio di pantaloni puliti): Signorsì, Signore!!
A: Bravo, soldato. E ora, per cominciare, partiamo con tre quarti d’ora di corsa: quella panza deve SPA-RI-REEEEE! FUOOOORIIIIIII! SCATTARE!
(Blog si fionda fuori correndo come un disperato)
A: Tu! (rivolto a Tumblr) Sappi che i tossici non mi sono mai piaciuti, perciò… QUESTO SABATO SCORDATI DI ANDARE A COMPRARTI IL FUMO, CHIAAAAAAROOOOOO?
TU: M-m-m-m-ma, Signore! Veramente sono quelli che passano da me che me lo allungano…
A:AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
TU (atterrito): Mamma mia!!
A: A te serve un lavoro di rieducazione e disintossicazione dagli aspetti peggiori del comunismo! In cucina, a pelare quei sacchi di patate! MUOOOOOOOVERSIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!
TU: Signorsì, Signore!! (fugge a gambe levate)
A (rivolto a Twitter): Quando a te… (il Twitter di Lupo trema come una foglia; il Direttore si collega al suo e gli manda un “direct message” con scritto: “È lieto d’avere il Direttore a capo delle strutture informatiche e si rende disponibile per servirlo”)
TW: Chiede @ Il Direttore cosa gradisce per pranzo.
A: Farfalle panna e salmone, bistecca ai ferri con patate e coca alla spina. E per adesso puoi andare, che devo lavorare…
TW: Saluta @ Il Direttore e fa come Claudio Baglioni: se ne va fuori dai coglioni.
A: Ecco, bravo! Continua così e non avremo problemi, io e te…
(squilla il cellulare del Direttore)
A (rispondendo alla chiamata): Chi è che rompe?
LUPO SORDO: Albé, sono io!
A: Anch’io sono io, ma non vado certo a scassare le balle alla gente telefonicamente! Come la mettiamo?!
LS: Albé, sono io: Lupo!
A: Vale sempre quanto ho appena asserito! Cazzo vuoi?
LS: Volevo sapere come và lì, coi ragazzi…
A: Bene, benissimo! Non potrebbe andare meglio!
LS: Veramente?!
A: Sì, sì…
LS: Hai fatto da mangiare per Blog? Sai che se non mette niente nello stomaco, poi non ha forze e non è in grado di caricare la Home Page…
A: Tranquillo: dopo quello che gli ho riservato… pardon: preparato, và che vola, vedrai! TI SEMBRERA’ UNA FLAT!
LS: Ah, bene! E Tumblr? Gli hai portato almeno un pacco di sigarette? Se non fa due tiri poi va in crisi d’astinenza e c’è rischio che si deprime e si mette a piangere…
A: Impossibile: sono patate, non cipolle…
LS: o_O
A: … e se vuoi notizie di Twitter, ti dico subito che l’ho mandato a condurre un’inchiesta sui consumi: “Cosa mangiano a pranzo gli italiani di 26 anni direttori di riviste socio-culturali libere on line”! Al momento è in giro per mercati e botteghe…
LS: Ah, bella questa! Ma come ti vengono in mente?
A: Diciamo che mi metto d’impegno… bè, devo lasciarti, adesso: ho molto lavoro da sbrigare…
LS: Sì, anch’io: la mia padrona mi reclama… sai com’è…
A: NOH! Non lo so e non intendo saperlo! Salutim’a soreta!
LS: Anche tu… ah, dimenticavo! Forse rientro domani poco prima di sera!
A: Bene, così non devo fare da balia a questi tre ritardati fino a domenica! Ottima notizia! Ciao!
LS: Ciao… Ah, Albé…
A: COSA!
LS: … grazie. È una fortuna avere un amico come te, di cui posso fidarmi…
A: Sì, certo… Ciao, eh…

mercoledì 23 gennaio 2008

Concorso pubblico (2^ parte)

La prima parte qui

Fissava immobile il nastro sul quale scorrevano le valigie del volo che l’aveva portato in quella nuova terra. Pensava. Adesso doveva andare in quella pensioncina vicino il centro – non poteva permettersi un hotel – per sistemarsi un attimo. Poi si doveva rinfrescare. E dopo sarebbe uscito a mangiare qualcosa – chissà come sarà la cucina? – ma prima aveva deciso di telefonare a suo padre, per dirgli che era atterrato e che poteva stare tranquillo.
La pensione era davvero piccina, ma a conduzione famigliare e, a una prima impressione, gli sembrava confortevole; certo, dopo una giornata così intensa, avrebbe dormito pure sui sassi… uscito dal bagno con l’asciugamano legato alla vita, si era seduto sul letto della sua stanzetta, rivestito del solo copri-materasso, e si divertiva a “testarlo”, facendoci rimbalzare sopra il suo posteriore. Dopo un paio di quei movimenti sussultori, s’era sdraiato, aveva mollato una sonora scoreggia e, improvvisamente e senza neppure rendersene conto, s’era appisolato.
Mentre sognava di Pantelleria, di sua madre e dei suoi amici gli era sembrato di sentire qualcuno bussare. Dopo un attimo d’incertezza, aveva aperto gli occhi: niente. Tutto taceva; doveva essersi sognato anche quello. Notato che s’erano ormai fatte le nove meno dieci, si era sbarazzato dell’asciugamano con un rapido movimento e stava per iniziare a vestirsi, prima che rischiare di rimanere a digiuno. E, proprio in quel momento, la porta della sua stanza s’era aperta. “Permesso, chiedo scusa, ecco le lenzuola pulite che… OMMIODDIO!”. Era Vania, la figlia dei padroni.
Era una graziosa fanciulla di ventun’anni, dagli occhi nocciola e i capelli castani, lunghi e lisci, che parevano usciti da un quadro per come lucevano. Studiava all’università, facoltà di Scienze della Comunicazione; di tanto in tanto, tra una lezione e un esame, aiutava i suoi alla locanda. Quando sua madre gli aveva detto di salire al primo piano, che c’era un ragazzo sprovvisto di lenzuola, non pensava fosse sprovvisto anche di indumenti intimi…

Dopo un attimo di sbigottimento, si coprì le parti intime con il primo indumento che gli capitò sotto mano: il suo maglione preferito. Vania invece si girò quasi subito di spalle per evitare ulteriori imbarazzi.
“Chiedo scusa – seguitava a giustificarsi lei –, avevo bussato più volte, ma nessuno rispondeva e allora…”.
“Non si preoccupi, signorina, cose che capitano”, replicava lui. E, con fare da vecchio “don Giovanni”, approfittava del momento d’intimità creatasi tra di loro, dicendo: “Non faccia così, suvvia! In fondo. non credo che abbia visto uno spettacolo così orrendo…”
La sfrontatezza del ragazzo faceva sorridere Vania che cercando subito di calmare i suoi bollenti spiriti, sentenziava: “Ho visto anche di meglio…”
Ma guarda questa! Ma come si permette, pensò subito lui... Quella semplice frase lo aveva ferito nel suo orgoglio mascolino.
“Comunque io sono Biagio, piacere”, Vania, fece un inchino, onde evitare di avvicinarsi all’uomo mezzo nudo di fronte a lui.
“Lavori qui?” Che domanda idiota, pensò, certo che lavora qui…
“Che domanda idiota, certo che lavoro qui!”. Stava collezionando una serie di magre figure e l’unica cosa che riuscì a fare era quello di congedare la ragazza.
Vania fu felicissima di togliersi da quella situazione imbarazzante e solo quando lei uscii, Biagio si accorse di quello che aveva fatto.
“Porca troia! Il mio maglione preferito!” Non gli piaceva l’idea che il suo maglione era rimasto avvinghiato alle sue parti intime per tutto quel tempo.
Decise di affrettarsi a scendere e si fece una doccia veloce.
In strada, più avanti, svoltato l’angolo vide Vania che pareva aspettare qualcuno. Le si avvicinò, con l’unico intento di ritemprare il suo orgoglio ferito.
“Cosa fai?” le disse, convinto che il suo fascino mediterraneo sarebbe stato irresistibile per la ragazza.
“Aspetto il mio moroso…”
Biagio annui, pur non sapendo cosa volesse dire la parola moroso. Si accorse del suo significato quando comparì un armadio a muro di due metri che baciò Vania e lanciò a lui un’occhiataccia.
“Questo è il signor Puglisi, un nostro cliente. Ci siamo fermati a chiacchierare”.
“Piacere”, disse l’armadio, mentre stritolava la povera mano di Biagio…
Vania fece un sorriso, salutò e i due si congedarono veloci nelle sera e mentre Biagio contemplava la coppia allontanarsi, cercava d’immaginare le parti intime del tipo paragonandole alle sue…

Continua...

In contemporanea con L'Eco Di Dionisio

martedì 22 gennaio 2008

Non gioco più me ne vado.

Da sinistra ci hanno fatto i maroni a cappella con il PD!
Da destra lo show del nano che creava partiti come io creo gas intestinali!
Ed entrambi a vantare percentuali da capogiro: chi diceva che aveva il 40%, chi il 90%!

Poi, un giorno arriva questo, si offende perché la maggioranza non lo ha difeso nelle sue vicende giudiziarie e con il suo 1-2% fa il bello e il cattivo tempo...

Da questo possiamo trarre alcune considerazioni:
  1. Che i primi non hanno capito un cazzo di politica;
  2. Che il voto di un elettore dell'UDEUR vale molto di più di un voto di qualsiasi elettore di centrosinistra;
  3. Che Mastella è un sacco permaloso.

domenica 20 gennaio 2008

Lite in famiglia

Lupo Sordo, ritorna a casa e trova davanti agli occhi una scena che non avrebbe mai voluto vedere: il suo blog e il suo tumblr a terra a darsele di santa ragione!

Lupo Sordo: Ragazzi! Cosa diamine state facendo?

I due, sentendo la voce di Lupo Sordo, fermano la contesa.

Blog: Ha iniziato lui!
Tumblr: Non è vero! Io non ho fatto niente!
LS: Non mi interessa chi ha iniziato, siete fratelli e dovete andare d'accordo.
B: Ma lui dice che ha più link di me! Diglielo che non è vero!
Tu: Non ho detto che ho più link di te, ho detto che ultimamente mi citano di più!
B: Sei un bugiardo! D'altronde solo questo mi posso aspettare da chi non ha commenti!
LS: La smettette! Nessuno ha più link dell'altro! E poi quante volte vi ho detto che i link non sono tutto nella vita!
Tu: Lo dici tu... Coi i link vengono le femmine.
B: Ma se non hai commenti! voglio vedere come puoi fare senza commenti...
Tu: Sì, non ho commenti, ma ho un archivio che tu manco te lo sogni.
LS: Cos'è questa storia delle femmine? Siete piccoli! Non avete l'età!

Nel frattempo si apre la porta alle loro spalle ed entra un quarto personaggio.

Twitter: Saluta @tutti!
B: Questo chi è?
Tu: E' Twitter... Pensa che ha solo 140 caratteri...
Tw: Ha sentito le illazioni di @Tumblr e lo manda gentilmente a fanculo
B: Ma come cazzo parla?
Tu: I Twitter parlano strani... Mica sono italiani come noi, questi sono extracomunitari.
Tw: chiede a @Lupo Sordo di intervenire.
LS: Questo è vostro fratello! Non dovete trattarlo così!
B: Già mi devi far accettare a forza sto sgorbio che non ha commenti, mo devo pure sentire a sto coso che parla strano e usa solo 140 caratteri!
Tw: Manda a fanculo @Blog, perché oggi non lo ha ancora fatto.
B: Ragazzino, secondo me fai troppo il saccente! Mica sei come me che sta nella classifica di Blogbabel!
Tw: Chiede a @Lupo Sordo del perché non è presente nella classifica di Blogbabel
LS: Non hai le caratteristiche, non posso metterti.
Tu: L'ho detto che è extracomunitario. Anch'io sto nella classifica di Blogbabel!
B: Sì, ma in che posizione, non stai manco nei prime mille... Sei solo uno sfigato senza commenti!
Tu: Giovane! Le vuoi prendere ancora!
Tw: Manda a fanculo @Blog e @Tumblr, perché prova più gusto a mandarne a fanculo due!

I tre cominciano a strattonarsi.

LS: Adesso basta! Tumblr! Se non la finisci non seguo più il blog della Vipera!
Tu: No! La Vipera no! Ho bisogno dei suoi post ironici e taglienti, altrimenti non mi considera più nessuno! Sei un mostro!

Corre in lacrime in stanza sua.

LS: E ce n'è anche per te Twitter! Se non la finisci ti tolgo tutti i following!
Tw: @Lupo Sordo se Twitter non socializza è perduto!
LS: Lo so...
Tw: Cambia aria per non subire gravi conseguenza.

Se ne va anche lui...

B: Bravo Lupo, fagli capire a quelli chi comanda!
LS: Stai zitto anche tu, altrimenti passi a Splinder!
B:

sabato 19 gennaio 2008

U' Zu Binnu ha dittu ca c'a fari 'n favuri: c'a diri unni su i cimici

Cuffaro è stato condannato a 5 anni, però è stato scagionato dall'accusa di favoreggiamento a Cosa Nostra.
Ho appena visto la sua intervista al TG3. Dice più o meno Cuffaro: "Non sono stato condannato per mafia, perché i giudici hanno riconosciuto che all'epoca dei fatti, il 2004, la persona a cui ho passato le informazioni era una persona non condannata per Mafia e quindi irreprensibile", poi si accorge di non aver usato il condizionale e precisa: "comunque non ho favorito nessuno."

Ok, Signor Cuffaro... Mettiamo il caso che per lei questa persona non era un mafioso. Questa viene da lei e le dice: "U' Zu Binnu (o qualche altro mafioso, tanto sono tutti assassini), ha dittu ca c'a fari 'n favuri: c'a diri unni su i cimici" (questa me l'ha tradotta Albe)... Ma è normale che non si poteva sapere che il tizio era mafioso!
Scusate, arriva una qualsiasi persona che ti chiede un'informazione riservata sulla procura di Palermo, assieme a un pizzico di basilico per fare il ragù domenica, tu che fai? Non glieli dai?
Ah, scusate... Comunque non ha favorito nessuno. E poi sappiamo tutti che il ragù si fa con il prezzemolo.

giovedì 17 gennaio 2008

Piange il telefono


Pronto? Clemente?
Ciao, sono io...
Chiamavo per sapere come stavi.
Sai dopo il fattaccio...
Vabbé, dai che poi passa tutto...
Sì, i soliti magistrati comunisti...
Comunque ora stai a Ceppaloni, tranquillo, con la tua famiglia...
Sì, ho sentito cosa hai detto.
Tra l'amore per la tua famiglia e il potere, scegli il primo...
Ma si è sempre saputo che prediligevi la famiglia...
No, non me l'hai mai detto di persona...
Ma non ti preoccupare che si intuiva...
Come si intuiva?
Pellegrino è consulente del minstro Bersani, Alessia lavora al Campanile grazie ai fondi statali, Elia lo hai messo a capo di Isde Nova, un'associazione culturale che ha prenso fondi dal consiglio regionale campano, presieduto da tua moglie, su tua moglie l'ho appena detto dov'è...
Senti a me, si capisce che sei legato alla tua famiglia.
Cambiamo argomento...
Sandra? Come sta? Come l'ha presa?
Non l'ha presa bene?
Ma che fa si dimette?
No?
D'altronde, vista l'emergenza rifiuti in Campania, penso che sia difficile per lei riciclarsi...

mercoledì 16 gennaio 2008

Concorso pubblico (1^ parte)

Col nuovo anno ritorna il progetto dei racconti a quattro mani alternate, racconti scritti da due autori alternandosi.
In questo ci cimentiamo io e Albe (il mio afflitto) e la parola (l'incipt) che ha dato inizio alla storia è Concorso pubblico. Il racconto è diviso in sette parti, quindi ne avremo fino a febbraio e, come gli altri, a ogni autore verrà assegnato un colore.
Ricordando che in questo blog troverete tutti i racconti che verranno prodotti e che l'esperimento è aperto a tutti i blogger interessati, mi rivolgo a te Cri che mi hai detto che ne volevi fare un altro, però purtroppo nel tuo blog ho trovato di tutto pezzi d'auto, spade antiche, quadri falsi e la foto nuda di Brigitte Bardot, ma non ho trovato una mail (chiedo scusa per la citazione di Baglioni, prometto che non lo faccio più).
Buona lettura.

Tre giorni.
Gli restavano soltanto tre giorni.
Ancora tre giorni e poi… poi sarebbe finito tutto: la fame, le difficoltà monetarie, la vita difficile condotta sino a quel momento: aveva vinto il concorso pubblico per un posto da impiegato negli uffici comunali di quell’elegante città emiliana.
Pensava al vecchio padre, solo, laggiù a Pantelleria: un povero pescatore che gli aveva permesso di studiare all’Università; a quando, con la sua voce roca, gli diceva al telefono: “Non preoccuparti, Biagio, qui è tutto a posto… io sto bene, sì… a lavoro? Al solito… ieri c’è stato mare, perciò oggi c’era poco… la mamma? Sì, sono andato a trovarla ieri…”.
Già, sua madre. Se n’era andata che lui era ancora un bambino, ma se la ricordava perfettamente. Rammentava il suo profumo, le sue carezze. E la sua voce che, ogni sera, lo accompagnava a letto. Donna Lucia era una donna d’altri tempi…
Ripensava alla laurea, alle lacrime del padre, a quanto era felice quel giorno.
Guardava verso il basso, dal finestrino dell’aereo che lo stava portando a destinazione e rifletteva su ciò che gli si parava sotto gli occhi, nella penombra di quella sera di fine Settembre. “Quante luci, laggiù… quante auto… tutti che corrono, s’affannano… mentre io, quassù, fermo e tranquillo, che li osservo”.
Credeva fosse più o meno simile alla sensazione che si ravvisasse dal Paradiso. “Forse è così che gli occhi di Dio si posano sul mondo – seguitava -. Forse è questa la visuale che Nostro Signore ha delle sue creature…”. Poi, improvvisamente, un pensiero lo inquietò: se per lui era così difficile, anzi impossibile, riuscire a osservare bene tutto ciò che, là in fondo, si muoveva, come faceva Dio a occuparsi di tutti noi? Non gli sarebbe venuto difficile, tutta quella gente? Anche solo ascoltarci…

Se ne andava via dalla fame, ma questo nonostante fosse un ottimo motivo per la sua partenza, non lo soddisfaceva del tutto.
Si guardava indietro e non sopportava l’idea di allontanarsi dal mare, aveva sempre vissuto in simbiosi con esso. La mattina, quando poteva, si imbarcava col padre. Gli piaceva il sole, il suo profumo e gli occhi di gioia del suo papà quando la pesca era buona.
Sin da piccolo avrebbe voluto fare il pescatore, sin da piccolo diceva che il suo futuro era il mare, sin da piccolo vedeva il suo vecchio come una sorta di eroe moderno. Ma i suoi sogni erano osteggiati dallo stesso padre che era ben consapevole della dura vita che comportava quella scelta. Non voleva che il figlio sacrificasse la sua vita a quel mostro azzurro che sembrava calmo, ma che in realtà ti consumava piano a piano. E, quando raggiunse il diploma e il padre gli disse che avrebbe avuto piacere che frequentasse l’università, lui acconsentì, anche se avrebbe voluto rimettere a nuovo la loro vecchia barca e ogni giorno navigare in cerca di pesce, ma non ebbe mai il coraggio di dire questo al padre. E fu una vera sorpresa quando, prima di partire per l’Emilia, il padre gli disse che sapeva dei suoi progetti post-diploma e che, secondo lui, sarebbe diventato un bravo pescatore. D’altronde il sangue era lo stesso…
Ripensava a tutto ed era convinto che nonostante la sua nuova vita gli avrebbe dato qualcosa che il mestiere di pescatore non poteva, era ben consapevole che diventava uno come tanti. Ricordava suo padre che laggiù a Pantelleria era considerato il migliore del suo campo, ricordava il rispetto che gli altri gli portavano, i consigli che chiedevano solo a lui e la solidarietà che tutte le famiglie di pescatori gli avevano dato alla morte della madre.
Così le donne dei pescatori, quando il padre stava fuori per molti giorni, gli preparavano il pranzo, la cena e lo trattavano come un loro figlio; gli piaceva tutto ciò, aveva avuto molte mamme nella sua infanzia e tanti padri.
Mentre il solo pensiero di andare in una città sconosciuta e di fare un lavoro dove sarebbe stato considerato uno dei tanti lo preoccupava, lo preoccupava la ricerca di un tetto dove stare e la lontananza dalla compagnia dei suoi paesani, burberi e attaccabrighe, ma con un grande cuore. Si lasciava alle spalle tutto ciò e davanti a lui vedeva una vita sconosciuta.

Continua...

In contemporanea con L'Eco Di Dionisio

martedì 15 gennaio 2008

Cronaca di una ceppa che non so se la pubblichiamo

Per chi sfuggisse qualcosa: Dicesi ceppa notizia inutile con cui ogni settimana tengo viva la mia rubrica sull'Eco Di Dionisio.

Lunedì 14 gennaio

Ore 10.30


Leggo questa notizia da Galatea.
Avevo già mandato una mail al direttore con la ceppa di questa settimana, ma questa notizia sulla caduta dell'anello del potere del papa è talmente tanto inutile che mi alletta.

Ore 11.00

Mando una mail al direttore con il link della notizia e questo testo:

Avrei una notizia cepposa.

Ore 16.00

Ricevo una mail di risposta:

Io c'ho fatto una vignetta, ma se mi dici che ci fai una ceppa allora aspetto a metterla sul blog...
Guarda, facciamo così: io aspetto a metterla; se entro giovedì alle 15 non m'è arrivata la ceppa, allora la metto nell'album. Se no vuol dire che m'è arrivata la ceppa e le metto insieme!

Ore 17.00

Mi affaccio alla finestra a fumare è mi arriva la folgorazione! Mi entra in circolo la ceppa!

Ore 17.30

Penso che la ceppa, così come l'ho pensata, sia un tantino pesante...

Ore 18.00

Sono convinto che la ceppa sia pesante

Ore 0.00

Mando una mail al direttore con questo testo:

Io qualcosa ce l'avrei... Ma è pesante...


Martedì 15 gennaio

Ore 8.35

Ricevo risposta alla mail della sera prima:

Pesante... quanto?!
Tu manda, non ti preoccupare: a meno che non ci sia una bestemmia di mezzo, credo vada bene tutto ;-)

Ore 15.30

Mi dedico alla ceppa. Non c'è neanche mezza bestemmia, però è comunque pesante.

Ore 15.45

Mando il pezzo al direttore con questo oggetto:

Sono sicuro che non me la fai passare

Ore 16.25

Ricevo una telefonata da Albe nella quale ci mettiamo d'accordo che prima di pubblicarla ne parliamo a quattrocchi e nella quale mi anticipa che mi ha già mandato una mail di risposta alla ceppa.

Ore 17.30

Torno a casa e apro la posta e leggo la reazione a caldo del direttore:

AAAAAAAAAAAAAAHAHAHAHAHAHAH!
BEEEEEEEEEEEEEELLIIIIIIIIIIISSIIIIMAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!
La metto così ci facciamo non solo scomunicare, ma anche chiudere il blog? Che dici? Ti va? Ne vogliamo parlare? Parliamone! Riunione di redazione domani alle 19.30 (inteso: alle 19.30 devi essere già in redazione... e non fare il furbo o ti castro!).


Ora saputa la cronaca della ceppa, che facciamo la mettiamo o no?

Ho aperto un sondaggio per chiedere il vostro parere.
Il sondaggio è aperto fino a domani sera alle 18.30.

Prova di selezione per una banca veneta

MODENA, 10/01/08

Un po' in ritardo per questioni di scazzo, vi racconto questa prova di selezione che ho fatto il giorno dopo l'altra... E' stata una due giorni bancaria e no...
Prima di Natale ricevo un messaggio minatorio da una dolce signorina che mi dice che il giorno 10 gennaio ero pregato di presentarmi in una sede di una certa agenzia di lavoro, armato di calcolatrice e foto tessera, per disputare una sorte di prova di selezione all'ultimo sangue...
Sveglia alle 6 del mattino per arrivare a Modena alle nove.... Troppo presto? Facciamo un attimo i conti: 6 sveglia, 6,30 esco dal letto, 7 e qualchecosa prendo l'autobus per la stazione, 7 e 32 prendo il treno per Modena, 8 e qualchecosa arrivo a Modena e, secondo i miei piani, faccio colazione (bar della stazione chiuso), 8,30 prendo la navetta interspaziale che mi porta all'area 51 modenese, 8 e 45 mi trovo davanti ad una serie di uffici, con attorno tangenziali, lavori in corso e campagna...
Entro dentro questo palazzo e trovo nell'androne, alcuni ragazzi, mi guardano, li guardo, passo attraverso a loro, mi fermo, mi giro, li vedo tutti negli occhi e dico: "siete qui per la prova di selezione?" Ottengo un sì assonnato come risposta.
Attendiamo nell'androne delle scale tutti in trance da levataccia, nessuno dice niente e il silenzio concilia il sonno, quando ad un certo punto, un tipo prende la palla al balzo e dice: "Sono le nove, saliamo?"

L'esercito dei giovani disoccupati si avvia per due piani di rampe di scale in cerca dell'arena dove si scontreranno all'ultimo sangue per ottenere uno straccio di lavoro e dove l'imperatore delle risorse umane deciderà se vivranno o meno...

Entriamo nella sede dell'agenzia e la tipa delle risorse umane ci fa accomodare in uno stanzone, dove una massa esaltata e urlante di antichi romani inneggia ai poveri gladiatori disoccupati.
"La selezione di oggi prenderà tutta la mattina e parte del pomeriggio, si suddividerà in 5 prove. Ci sarà una presentazione, una prova matematica, dei test psicologici e due prove di gruppo", ci spiega la mora aliena delle risorse umane.
Il fatto che non sia bionda, come al solito, desta in me alcuni sospetti. Sono arrivato alla conclusione che questo esercito d'invasione, come ogni esercito che si rispetti, sia suddiviso in gradi, facilmente riconoscibili dal colore di capelli: le bionde sono i gradi superiori, le more sono semplici soldati.

Prima prova

La prima prova consiste in una presentazione. Ci distribuiscono dei foglietti con dei punti da rispettare e seguendo quest'ultimi si parla di se stesso.
I punti sono più o meno i soliti: cosa ti ha spinto a scegliere il tuo percorso di studi, 5 aggettivi con cui ti definisci, 5 aggettivi con cui ti definisco amici e parenti e, sorpresa finale, la domanda che non ti aspetti e che ti fa saltare tutti i programmi che ti sei fatto per fare un colloquio decente: a quale personaggio di fumetti/cartoni animati ti paragoneresti?
A quale personaggio???? Al momento non mi venivano in mente personaggi degni di nota, pensavo a Gigi la trottola, che alzava le gonne delle sue compagne di scuola per vedere se avevano le mutandine bianche; Ataru Moroboshi, fidanzato storico di Lamù e gran donnaiolo (con poco successo, c'è da aggiungere); Homer Simpson, non ha bisogno di presentazioni e capirete che Homer è molto anti aziendale, pigro e combina guai... Alla fine scelgo Lisa Simpson, adducendo il motivo che mi riconoscevo in lei perché ero idealista. Anche se, a pensarci bene, un personaggio che mi rispecchia al cento per cento è Snoopy: pigro, sognatore e con molta fantasia.

Seconda prova

Trattasi di prova matematica come quella della prova di selezione precedente. Questa volta visto l'allenamento del giorno prima vado come un treno e non ho alcun problema a fare un buon numero di problemini...

Terza prova

I test psicologici. Ci sono quattro affermazione e su queste quattro bisogna segnare quella con cui ci si ritrova di più e quella con cui ci si ritrova di meno. All'inizio, quando mi proponevano questi test, tendevo ad avvicinarmi il più possibile alla figura che cercava l'azienda, mentendo anche, ora ho cambiato totalmente strategia, rispondendo in maniera onesta e fottendomi di quello che cercano loro. Se gli vado bene, mi prenderanno come sono, con pregi e difetti.

Quarta prova

Si passa alla prova di gruppo. Che dire, amo particolarmente le prove di gruppo, perché mi piace il confronto e poi sono sempre tra quelli che parlano di più. Infatti non capisco i tipi che quando ci sono le prove di gruppo non dicono niente, infatti tra di noi c'era una ragazza dell'est (che stava in Italia da molti anni) e che poverina è stata sempre zitta, nonostante l'aliena si fosse raccomandata con tutti di parlare, altrimenti sarebbe stato difficile per loro valutarci.
La prova consisteva nel metter in ordine di importanza alcuni motivi che spingono un giovane ad iniziare una carriera manageriale in una determinata azienda, prima bisognava fare una lista personale e poi bisognava fare una lista di gruppo. Lista personale mia, che è risultata totalmente diversa dalla lista di gruppo, no perché non ho fatto valere le mie ragioni, ma perché con la discussione mi sono reso conto di aver preso una serie di grosse cantonate!

A questo punto la soldatessa mora dell'esercito d'invasione delle risorse umane ci concede un'ora di pausa, per darci in pasto ai leoni di un romanticissimo bar vista tangenziale, dove il prosciutto sembrava mortadella...

Quinta prova

Ultima prova della giornata, consiste in una prova di gruppo molto più divertente. Si finge di far parte del comitato decisionale di un'azienda in crisi, abbiamo 400.000 euro da spartire tra tutti i settori dell'azienda e ognuno di noi interpreta un responsabile, io faccio il responsabile acquisti, pur non capendo un cazzo di acquisti (son cose).
Io mi impunto su 40.000 euro che sto comitato mi deve dare e li ottengo senza problemi, gli altri si scannano...

Finite le prove, ognuno va a turno dalla tipa delle risorse umane che ti dice come è andato il test matematico e quello psicologico. Che dire, al test di matematica ho spaccato, andando ben al di sopra della media, mentre il test psicologico ha rispecchiato il mio carattere: gioviale, cordiale, socievole (non subito però), ordinato (ma solo in determinate cose), bello, intelligente... L'unica "macchia" secondo l'aliena è che sono poco competitivo, le rispondo che non mi interessa fare meglio di Tizio o Caio, preferisco confrontarmi a lavoro e crescere assieme a tutti i dipendenti... Touche!

Mi congedano definitivamente dopo ben 6 ore di colloquio ed io penso: "tutto sto casino per fare due bonifici e cambiare un assegno.."


Giusto per non tenervi in apprensione, mentre scrivevo questo post ho ricevuto una telefonata che mi annunciava di un riscontro positivo per questo colloquio... Devo procurarmi una infinità di documenti e devo passare le visite mediche a Bologna il 24, dopodiché mi prenderanno a lavorare per 6 mesi con poche possibilità di rinnovo... Però è già qualcosa!

domenica 13 gennaio 2008

Nostro signore dei memi

Mi sono sempre chiesto cos'è un meme e per avere le idee chiare mi sono rivolto a Wikipedia, eccovi la definizione dell'enciclopedia libera:
Un meme è una riconoscibile entità di informazione relativa alla cultura umana che è replicabile da una mente o un supporto simbolico di memoria - per esempio un libro - ad un'altra mente o supporto. In termini più specifici, un meme è "un'unità auto-propagantesi" di evoluzione culturale, analoga a ciò che il gene è per la genetica. La parola è stata coniata da Richard Dawkins nel suo controverso libro Il gene egoista.
o_O o_O o_O o_O

Bene... Ehm... Ho paura che Wikipedia non sia troppo d'aiuto... Vabbè, mi rimbocco le maniche e vi do io una definizione: il meme è quella cosa che tutti odiano fare ma, stranamente, tutti fanno... Un po' come accompagnare la propria donna a fare compere...

Tutto questo per dire che il signore dei memi, S.b., mi ha nominato a proseguire questa catena di Sant'Antonio... Non preoccupatevi, sono solo due domande a cui io devo dare una risposta sensata...

Chi sono?
Sono una sorte di entità aliena che manda messaggi minacciosi al vostro inutile pianeta.

Cosa pensano di me i miei lettori?
Come minimo pensano che ho a disposizione della roba buona...

Ma questo preferisco chiederlo a voi: cosa pensate di me?

Cristina: se ti leggo prima di prendere il caffè un motivo ci sarà. Penso che sei da leggere prima del caffè, ma anche più tardi, poi torno ne pomeriggio, faccio una capatina prima di andare a letto. (traduzione: da quando ti leggo non ho più problemi di stitichezza)

Sonny&me: Beata quella mamma che sta crescendo quella figliola! (traduzione: Smettila di frequentare la tangenziale travestito da donna!)

Alessandro della Famchinaski: Penso che tu sia un tipo socialmente utile, nel senso che con te ci si diverte. (traduzione: ridiamo di te, mica con te)

Zefirina: Che mi piaci (traduzione: mi presti 100 euro?)

Ed: Che devi avere un bel carattere, basta saperti prendere (traduzione: non farti acchiappare in un vicolo poco illuminato, che sò mazzate!)

abs/prostata/antiblogger: una volta hai scritto che avresti menato un tuo datore di lavoro (o qualcosa del genere) ecc., quindi ti stimo... (traduzione: sto cercando qualcuno che mena il mio datore di lavoro)

Simona: sei ironico e graffiante e ti si legge proprio volentieri. (traduzione: Zefirì, nun ce provà che le 100 euro gliel'ho chieste prima io)

Questo è un riadattamento di uno stornello fiorentino che Cristina ha fatto per me, atto ad invogliare i commenti:

L’è un giovin tribolato e afflitto,
vien dalla Montagna del Sole
e giugnendo ov’è di nebbia fitto
saper che si pensa di lui ora vole
Dà altrui spasso e piacere
ma questa cosa qui la vuol sapere
Perciò amici ora pensate,
neuroni a lesso e neuroni arrosto,
memoserina e fosforo purchè voi al più presto lo facciate.
Non è tempo d’indugiare
dite quae, che state a fare ?
Chi ci dona post è un uom galante
e la sua ragazza è un fiore,
per lui è la cosa più importante
e no’ l’abbiam con lui nel nostro cuore.
Chi ci dà molto più riabbia
chi non dice cosa pensa gli dà la rabbia
chi non dice cosa pensa gli dà la rabbia

E questo è un canto di malaugurio per chi non offre i propri pensieri (sempre di Cristina):

Che v’entrasse la volpe nel pollaio
E vi mangiasse tutte le galline
Che v’entrassero i topi nel granaio
E vi muffisse il vin nelle cantine
Che dal blogroll vi togliesse il Lupo
E se v’incontra vi guardasse cupo
Da che poi amici di Lupo Sordo siamo
Pensieri e pensierini noi facciamo
Quel ch’ha esser fatto convien che sia.

Che bello quando il blog diventa condivisione...

venerdì 11 gennaio 2008

Milano

Ah che bella Milano, che fascino Milano, che grande Milano.
Per un tipo di provincia come me, abituato a case al massimo di tre piani vedere questi palazzi mi affascina.
Mi affascina il piazzale della stazione con a destra (dipende dalle prospettive), lui: il pirellone. Lucente, grigio, alto e bello...
Che bella Milano. Questa Milano da bere, da mangiare, da assaporare, da lottizzare, da spartire, da snaturare, da sventrare, da rotondare, da alzare, da trasportare, da giudicare, da tangentare e altre mettetele voi, perché tutti possiamo definire Milano.
Ogni volta che vado a Milano mi sento come Totò e Peppino alle prese col vigile Austroungarico: spaesato e piccolo in mezzo a tutti questi palazzi e tutta questa gente che corre.
Che bella la gente che corre. Mi pare di assistere ad una maratona, ho voglia di mettere i pettorali ai passanti, ognuno col proprio numero, ognuno col proprio colore e la propria bandiera.
E' una gara ovunque: in metropolitana, in macchina, sull'autobus, nei negozi... Chissà cosa si vince? Forse un lavoro in una città più piccola?
Gente che si sveglia alle sei del mattino per andare al lavoro alle nove e tornare a casa alle otto di sera, che tempra i milanesi, che belli, che costanza: possiedono e pagano col sangue una casa pur non vedendola mai...
Che bella la gente di Milano, meglio di noi, poveri provinciali ancora legati all'orto, agli animali e ai rapporti con i parenti....
La gente di Milano non va in riunione, come noi provinciali, la gente di Milano ha un meeting o un briefing!
Che bella Milano, trovi un uomo steso a terra senza sensi e nessuno che si fermi a punzecchiarlo con un bastone...
Che bella la pausa pranzo dei milanesi, corrono a velocità astronomiche per andare in palestra, mica come noi che torniamo a casa dove mamma ci ha preparato pasta e fagioli. Il milanese non mangia, l'area di Milano è già intrisa di proteine e vitamine...
Che belli i giovani di Milano, tutti con accessori di ultima moda che costano metà dello stipendio del padre. Si sorbiscono ore di mezzi pubblici per andare in centro con gli amici del quartiere a non fare niente, che tempra i ragazzi di Milano, mica come noi che per fare 100 metri pretendiamo la macchina...
Che bella Milano, talmente tanto piena di pugliesi che, per chi è pugliese come me ci sta bene, si sente a casa. Oramai, il risotto alla milanese è stato soppiantato dalle orecchiette alle cime di rape...
Che belli i pugliesi che stanno a Milano, tornano nel loro incivile paese e mettono l'articolo davanti al nome, d'altronde a Milano si parla l'italiano, mica come da noi poveri provincialotti ignoranti ancora appresso ai ritmi della natura, perché a Milano l'uomo ha sconfitto la natura e vive bene...
E le donne di Milano, che belle. Tutte magre, alte, slanciate, curate e vestite bene, perché a Milano c'è la moda. Mica come le nostre ancora attaccate a zinali e Mantesine....
Che belle le donne di Milano, ne incontri una, ti piace, ci sta è bellissima e tu non la conosci, non sai chi sono i genitori, non ti poni il problema se viene da un famiglia poco irreprensibile, non puoi sapere se il padre c'ha le pecore, le vacche o se la mamma è terrazzana, ce l'hai di fronte a te: bella come una milanese. Potrebbe essere una principessa per quanto ne sai, potrebbe essere la donna dei tuoi sogni, lei non si pone i problemi di concedersi subito, gli piaci, ti piace, non si pone il problema della vecchia chiacchierona vicina di casa che l'andrà a raccontare a tutto il paese, non si pone il problema della nomea, della ostentata aurea di verginità che deve dare a vedere prima del matrimonio, non sei ipocrita Milano, il padre non le ha dato orari di rientro. Tra te e lei c'è elettricità, volete solo stare assieme e provare piacere assieme. Ah! Ti adoro Milano...
La porti a casa, colmo di eccitazione e di voglia di condividere bellissimi momenti con lei ti spogli, ti infili nel letto, lei, per elevare al massimo la tua eccitazione, ti chiede di spogliarsi nel buio, s'infila nel letto ed è allora che ti accorgi che è un uomo...
Ah! Che sorprese Milano!

mercoledì 9 gennaio 2008

Prova di selezione per una banca emiliana

PARMA, 9/01/07

Anno nuovo vita vecchia ed io, ritornato nella nebbiosa Emilia, mi dedico a quella che è oramai da mesi la mia maggiore infruttuosa attività: i colloqui.
Questo colloquio me lo sono procurato con i denti. Praticamente dopo l'esperienza con l'azienda buffona, sono andato all'agenzia di lavoro che mi aveva procurato il corso e con fare garganico ho detto: "mò truuateme na cosa bbona!"
Tempo due giorni e ho ricevuto la telefonata dalla dolce aliena delle risorse umane che mi informava che il giorno 9 gennaio ero pregato di presentarmi alla sede centrale di una banca a due passi da casa.

Stamane sveglia all'alba, cioè alle sette e mezza e dopo una veloce doccia e un'ancor più veloce colazione mi ritrovo infagottato nella mia giacca e cravatta a fare il conto delle cose che mi occorrevano: calcolatrice ce l'ho; curriculum ce l'ho; foto tessera ce l'ho; sonno ce l'ho.
Mi dirigo al capolinea del quattro (così, solo per far intuire alla gente di Parma dove abito) e con un rapido cambio di autobus sequenziali, cioè prendo il cinque, e un centinaio di metri a piedi, tempo una ventina di minuti, mi trovo perfettamente in ritardo alla sede di colloquio.
Siamo una decina di ragazzi ed io tra tutti sono il più vecchio, dopo una scheda compilata a tempi di record, visto il mio ritardo, la biondissima aliena delle risorse umane, notate che sono sempre bionde e sorridenti questi esseri scesi nel nostro pianeta per la conquista del mondo, ci spiega i mirabolanti piani di espansione dell'azienda e le caratteristiche che deve avere l'essere bancario perfetto e lecchino che stanno cercando.

Prima prova

La prima prova consiste nel descriverci brevemente prendendo come spunto alcuni punti elencati in un foglio che ci hanno distribuito. Abbiamo cinque minuti di tempo per prendere nota e preparare la presentazione.
Inizia un ragazzo alto e magro: "vengo dal Gargano", ah un conterraneo, "ho studiato a Siena e per me lavorare in banca è la coronazione di un sogno."
Raccontala ad un altro sta stronzata, caro conterraneo, e poi levati dalla bocca quel cazzo d'accento toscano, metti le "c" al suo posto e comincia a pronunciare le "d" al posto delle "t" per cortesia! (L'autore con questa frase non ha intenzione di denigrare il bellissimo accento toscano, ma il suddetto ritiene che mascherare l'accento, sia una forma di fuga dalle nostre nobili origine pastorali e agricole... Come se in toscana non ci fossero le vacche...)
Il tipo si dilunga e viene braccato dalla riccia aliena dell'agenzia di lavoro che ci fa da "tutor", molto carina la tipa, come la maggior parte delle dipendenti delle agenzie di lavoro, ma di questo avrò modo di raccontarvi in altre occasioni...
Ricomincia il giro delle presentazioni un secondo ragazzo: "salve a tutti, sono tizio e come sto snaturato (in realtà non ha detto così, questo lo metto io) vengo dal Gargano", cazzo già a quota tre! Ma non possiamo stare alle case nostre a pascolare mandrie di vacche podoliche o a pescare anguille? Il tipo continua: "precisamente vengo da San Giovanni Rotondo." pure compaesano... Com'è piccolo il mondo dei colloqui...
Dopo altre presentazioni inutili tocca a me. Chiedo con sofisticati segnali alieni (cioè alzando la mano), alle gentili signorine che vorrei parlare e ignorando completamente i punti elencati nel foglietto e le mie diligenti note prese nei cinque minuti a disposizione vado a muzzo, impappinando l'impappinabile e rischiando di addormentarmi un paio di volte, vista la noiosità della mio discorso...
Dopo di me è il turno di LUI! Piccolo, magro, area saccente, giacca, jeans e scarpe da tennis. La tipica persona che è in lizza con te ogni colloquio, nei colloqui singoli non lo puoi notare, ma in quelli di gruppo si fa notare. Si siede vicino a te e parla immancabilmente dopo di te, per far crollare quello straccio di presentazione che hai fatto.
Parlo di LUI: quello più bravo di te! Starei ore a dissertare su questo strano personaggio venuto a rovinare il tuo colloquio, potrei dirvene tante, ognuno di voi ne ha uno e se vi è andata bene qualche volta è perché lui, di sua spontanea volontà ha scelto di lasciarti il lavoro. Potrei stare qui ore e ore a raccontarvi dei personaggi che si incontrano ai colloqui per quante ne so potrei anche scrivere un libro, ma non lo faccio perché questo essere lo trovi in lizza anche nelle case editrici e per quanto tu ti sforzi a fare un bel libro, azzeccando quasi tutti i congiuntivi (tutti è difficile), lui scriverà un libro meglio di te, ma non divaghiamo altrimenti vi lamentate che faccio post troppo lunghi.
Dicevo, inizia l'infimo: "Ciao sono tizio, vengo da Bari, ho 22 anni mi sono laureato già da un po' di mesi, ho lavorato con mio padre, nel suo studio di commercialista anche durante gli studi, sono bello forte e intelligente e vengo a fare il colloquio solo per dar fastidio a questo blogger accanto a me."
Il mio complesso di inferiorità di fronte a questo uomo tocca livelli spaventosi e vi ho risparmiato altre caratteristiche del brillante neo-laureto barese venuto a disturbare il mio colloquio e non perché non sia interessante ai fini della storia ma solo per dar sollievo al mio complesso di inferiorità.

Seconda prova

La seconda è una prova logica e voi che mi leggete da un po' sapete che i miei post sono tutto tranne che logici, ma intanto che formulo sta frase la riccia morettina aliena "tutor" dell'agenzia di lavoro mi ha già dato il foglio e il libricino con i test.
"Facciamo un esempio", ci dice. Legge l'esempio e ci chiede, secondo noi, quale sia la risposta esatta, azzardo una risposta, sbaglio. Figura di merda. E' inutile dirvi che il barese accanto a me l'ha azzeccata.
Iniziamo il test, praticamente bisogna trovare l'ordine logico di alcune figure, il sonno m'invade e invece di triangoli, esagoni o cerchi, vedo solo letti, cuscini e piumoni...
Sbircio cosa fa il perfettino barese e copio un paio di risposte, ma a quel punto mi pervade un senso di colpa e decido di fare da me, visto che sono sicuro che questa infida creatura, si mette accanto a te solo per farti sbagliare il test, sicuro della tua debolezza. In realtà lui ha già finito il test con tutte le risposte esatte e ne sta facendo un altro, sbagliando apposta le risposte, conscio che tu copierai...
Prendo la decisione di fare tutto da solo, mi impegno, sudo, divento quadrato, triangolare e tondo e quando con una intuizione degna del miglior Netwon, capisco le logiche intrinseche del test, si sente la vocina dell'aliena che, stile dottor Spock o poliziotto alle elementari, ci intima di posare i fogli e uscire con le mani in alto.

Terza Prova

Trattasi di prova matematica, non devi sapere le funzioni o gli integrali, semplicissimi calcoli che riguardano le proporzioni, percentuali e altre cazzate...
Ora, nonostante sia portato per la matematica, mi sono accorto con questo test di essere totalmente fuori allenamento e il calcolo più stupido, dove un po' di buonsenso o di logica poteva aiutarmi, pareva un'esame di Analisi alla facoltà di ingegneria più tosta che ci sia e scusate la rima.
Copio qualche risposta al ventiduenne barese venuto a incendiare le pagine di questo blog, o chissà le pagine di un qualche altro libro scritto in qualche altra dimensione, dove i miei scritti mi fruttano soldi a palate e non meno donne.

Quarta prova

Alla fantozziana maniera la quarta prova prevede il varo della nave con il taglio da parte della Contessa Servelloni Vien Dal Mare di un cavetto metallico che avrebbe messo in moto il meccanismo del varo...
Ma questa non è fiction ed io non mi trovo al porto di Genova e Fantozzi, seppur sfigato un lavoro lo aveva, in realtà mi trovo in una stanza con accanto un saccente barese e la quarta prova prevede un più semplice colloquio individuale.
Usciamo tutti fuori ad aspettare il proprio turno ed io un po' per galanteria e un po' perché mi andava di chiacchierare (sono giorni che le uniche persone che vedo sono i miei coinquilini e v'assicuro che non è un gran vedere), entro per ultimo.
Parla la biondissima aliena (il fatto che la popolazione di biondi nella terra sia in via d'estinzione è la riprova della mia tesi di complotto alieno).
"Prego si accomodi", mi fa, "lei è l'ultimo"
"Sì"
"Gli ultimi...", esclamò la creatura bionda venuta dallo spazio.
"...saranno i primi?", rispose speranzoso il nostro eroe in cerca di lavoro.
La tipa mi chiede le mie esperienze post-laurea e la mia disponibilità a spostarmi. Se mi prendete vado a lavorare pure sul cucuzzolo della montagna a fare i bonifici ad Heidi, al nonno a Peter e Fiocco di Neve!
Dopo aver chiarito la mia totale servitù alle regole aziendali, mi congedano e stringo la mano a tutte e tre le esaminandi, stile conseguimento di inutile laurea in un inutile università emiliana.

lunedì 7 gennaio 2008

I migliori post del 2008

Il blog chiude
Cosa succederebbe se il Diario di bordo chiudesse?
Prova di selezione per una banca Emiliana
Uno dei miei tanti colloqui.
Milano
La città meneghina vista da occhi provinciali.
Lite in famiglia
Una discussione tra Lupo Sordo, il suo blog, il suo tumblr e il suo twitter
I 10 vantaggi del ritorno al potere di Berlusconi
Il leader di Forza Italia tornerà al governo. Vediamo il lati positivi
Situazioni storiche alternative
Poteva andarci peggio?
Le 10 leggi del trasporto pubblico urbano
Il trasporto pubblico urbano ha delle leggi. Vieni a studiarle
Rambo IV (la vera trama)
Dimenticate le trame che avete letto in giro, qui troverete la vera trama dell'ultimo film della saga di Rambo
Diario di un panino alla mortadella
Il diario del panino alla mortadella nello zaino di Fassino, durante il viaggio in pullman nella campagna elettorale del PD
La mia relazione con Piersilvio (confessioni di una sua ex)
Una ex di Piersilvio Berlusconi confessa com'è stare con un figlio di miliardario.
La gentile signorina dell'agenzia del lavoro
Un viaggio attraverso un personaggio comune che si incontra durante il periodo di ricerca del lavoro
Uomo d'onore per la Genco Puro Oil Co.
Un colloquio ed un'offerta che non posso rifiutare
Intervista a Mara Carfagna
L'intervista al nuovo ministro delle pari opportunità
Blog sull'orlo di una crisi di nervi
E quando il blog viene trascurato?
Athos Pellegrini
Uno strano personaggio, sito in Parma

Il blog chiude

Come tutte le cose umane, che hanno un inizio e una fine, anche questo spazio web è arrivato alla conclusione.
Ebbene sì, non saprete più se troverò lavoro o meno o se semplicemente avrò ascoltato l'ultima intervista di Antonio Piccininno o mi sarò indignato per qualche uscita di qualche politicante voltagabbana. Non vi informerò più sulla inutilità delle notizie o semplicemente non mi farò più bello per aver raggiunto una tot posizione in una inutile classifica di blog.
Chiudo e ringrazio tutti voi che mi avete fatto compagnia in questi mesi, ringrazio quelli che mi hanno commentato, chi mi ha offeso e ringrazio pure tutti quelli che sono entrati in cerca di figa e al massimo hanno trovato gli sfoghi ironici di un bambino trentenne.
E' stato bello.

Immaginate per un attimo se apparisse questo post nel mio blog, immaginate per un attimo se tutto ciò fosse vero. Immaginate... Anche perché mica chiudo, ma voi immaginate.
Immaginate milioni di persone che si sentiranno perdute senza la lettura del loro blogger preferito, immaginate il calo della produzione che ne conseguirà perché la gente andrebbe a lavorare infelice, senza aver letto il mio ultimo post.
Immaginate le rivolte che nasceranno dal basso: manifestazioni nelle maggiori città italiane; guerriglia urbana; Black Bloc che semineranno il panico e incendieranno negozi; girotondi e roulette russe in tutta la penisola.
Immaginate l'opposizione che con lo scoppio delle rivolte non perderà occasione di accusare il governo e, quest'ultimo che si difende dicendo che Lupo Sordo è iscritto a Kilombo, quindi è da ritenersi di sinistra e filo governativo, non sapendo che il sottoscritto non andrebbe a braccetto con certa gente.
Immaginate il presidente Napolitano che dall'alto della sua carica a reti unificate trasmette un messaggio agli italiani, invitandoli a mantenere la calma e soprattutto un messaggio a me pregandomi di tornare a postare.
Nel frattempo, in Campania, la Camorra per protesta permetterà la raccolta differenziata dei rifiuti in tutta la regione e la lega accuserà Roma ladrona di aver voluto far chiudere il blog di una persona padana come loro, ignorando completamente che sono più terrone anche dei romani. Mentre il presidente di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini, su tutte le televisioni dichiarerà che quando c'era lui i blog non chiudevano. Lo immaginate?
Immaginate i disordini che sicuramente si espanderanno a macchia d'olio in tutta Europa e il bacino Mediterraneo. Dalla Francia le Banlieue in aperta solidarietà con i protestanti italiani e dopo aver appreso la data del matrimonio tra Sarkozy e la Bruni inizieranno la loro rivolta incendiando l'incendiabile e anche l'ignifugo. Immaginate tutte le periferie europee che cominciano una rivolta, perché ognuna di queste ha un italiano che traduceva i miei post agli indigeni del luogo.
Immaginate Bin Laden... Perché esiste. Non è un personaggio di fantasia inventato dallo zio d'America per farvi paura... Dicevo, immaginate Bin Laden che farà pervenire un video messaggio ad Al-jazeera dove dichiarerà che non leggeva il mio blog ma, se fosse possibile, chiederà di rigirare il suo tape a quelli di The Club perché ci tiene tanto a conoscere Pippa89 e che comunque secondo lui non è vero che Lupo Sordo non trova lavoro, ma è il lavoro che non trova Lupo Sordo, dopodiché, memore di qualche commento che non gli è piaciuto, farà una fatwa verso tutti i commentatori di questo blog.
Immaginate Bush che viene svegliato in piena notte alla Casa Bianca per renderlo partecipe dei disordini europei e del messaggio di Bin Laden e i suoi consiglieri gli consigliano di attivare il coprifuoco onde evitare quello che è successo in Europa, ma la notizia si spanderà nel web ad una velocità impressionante e quindi anche tutta l'America (sia del sud che del nord) sarà destinata a rivoltarsi per la chiusura del mio blog.
In poco più di 24 ore tutto il mondo sarà in rivolta e la polizia si unirà ai rivoltanti perché sono troppi e non sanno come contrastarli.
La cosa si farà subito seria e le stanze dei bottoni, ma anche quelle degli aghi e dei fili, non sapendo cosa fare cominceranno a dare i numeri, finché ogni stato accuserà l'altro di essere causa diretta della chiusura del mio blog.
Da questo è facile immaginare lo scoppio di una terza guerra mondiale.
Terza guerra mondiale che durerà solo tre giorni, perché anche i militari protesteranno, finché i capi di stato, non trovando niente di meglio da fare, lanceranno un paio di bombe atomiche a quei presidenti che gli stanno sullo stomaco. Da qui la fine del mondo.
Immaginate...

E' bello sapere che ogni volta che posto salvo il mondo...

domenica 6 gennaio 2008

I Tarantula Garganica

I Tarantula Garganica prendono il nome dalla tipo di musica che suonano e dalla loro terra, un nome che è il simbolo delle tradizioni popolari pugliesi; un nome che evoca subito il suono e il ritmo della Tarantella, della Chitarra battente e delle castagnole, cioè di una magia musicale ancora vivissima e tutta da scoprire: con i suoi cantori, i suoi danzatori, la loro musica travolgente, fonte inesauribile di canti, balli, poesie.
Il gruppo formato da 4 giovani musicisti, tutti di Monte Sant’Angelo (FG), inizia a muovere i primi passi, riscoprendo e valorizzando i canti, le poesie, i balli di una cultura ormai lontana che ancora appartiene al Gargano, utilizzando gli strumenti della tradizione (chitarra battente, castagnole e tamburello del Gargano), iniziando un viaggio oltre i confini del magico mondo della musica e della poesia popolare, cercando di scoprire cosa si nasconde dietro il “fascino della Tarantella del Gargano” e di trasmettere l’essenza al vasto pubblico, sempre più numeroso, che si avvicina a questo fenomeno musicale. [Fonte: Myspace Tarantula Garganica]
Il gruppo ha pubblicato fino ad ora tre dischi:
  • Nel 2004 “Sopa a Na Muntagne”. Disco che contiene brani che spaziano dai bellissimi sonetti di Carpino alle tarantelle di Monte Sant’Angelo a quella di San Nicandro Garganico.
  • Nel 2005 “Quelle strette vie del sud”. In questo disco i Tarantula si dedicano sia ai canti del Gargano che ai sonetti di Carpino, ma oltre a quest’ultimi trovano spazio anche due pezzi della tradizione campana.
  • Nel 2006 “Chi non capisce l’amore abbastanza”. Disco di ultima uscita, il quale, purtroppo, non ho potuto ancora ascoltare tutto. Dalle poche canzoni che ho ascoltato, risaltano alcune della tradizione di San Giovanni Rotondo, oltre all’immancabile spazio dato al paese scrigno della musica del Gargano: Carpino.
Ascoltando i Tarantula Garganica, la musica popolare del Gargano riprende vita e s’innova, infatti, la peculiarità di questo gruppo è quella di riprendere le antiche canzoni della tradizione e rinnovarle nel pieno rispetto delle loro tracce originali. Per dare maggior forza al micromondo contadino che le ha create.
Così, al contrario dei gruppi di contaminazione, dove il suono della musica popolare si contamina con i suoni del resto del mondo o della musica pop che la fa da padrona sin dagli anni ‘60, qui gli arrangiamenti riprendono gli antichi strumenti e gli danno dei suoni e melodie nuove ma riconoscibili all’orecchio dell’appassionato e ai ricordi dell’anziano contadino, vero proprietario e custode di questa musica.
Proprio per questa loro innovazione i Tarantula non possono essere definiti neanche un gruppo di riproposta (cioè quel gruppo che interpreta le canzoni con lo stesso stile dei loro anziani predecessori), ma diventano, allo stesso tempo, custodi ed innovatori del bagaglio esperienziale e musicale della cultura contadina del sud Italia.
On line è possibile ascoltare la loro musica sul loro space: http://myspace.com/tarantulagarganica.
Entrare nel loro mondo vuol dire entrare nel mondo musicale Garganico ed innamorarsi di questa arte millenaria. L’accuratezza delle loro melodia, la costruzione degli arrangiamenti, ti prendono sin dal primo ascolto e ti fanno scoprire una musica nuova e di nostra proprietà. Un nuovo modo per poter uscire dall’omologazione della musica al marketing e all’era della MTV generation.


Questa pezzo sui Tarantula Garganica, unito ad altri pezzi di altri blogger è disponibile on-line, sulla rivista Blog Up, una rivista creata da Artelario, una libera associazione senza scopo di lucro fondata da alcuni blogger, con lo scopo di divulgare i fenomeni legati al mondo della rete ed in particolare ai blog.
Questo numero di Blog Up è dedicato al mondo del fumetto, io capendo molto poco di fumetto, mi sono dedicato alla musica. Se volete scaricarla è on-line sul sito dell'associazione.



Se voti OK non cambia niente, ma anche quando voti alle politiche cambia poco.

Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

venerdì 4 gennaio 2008

Thinking blogger award

A poche ore dall'abbandono della mia Itaca (questo l'ho metto per atteggiarmi ad intellettuale) approfitto della calma piatta di casa, per postare le mie ultime due righe dal Gargano.
Il fatto che Justfrank mi abbia nominato tra i cinque blogger che lo fanno pensare, a mia volta fa pensare... Perché mi fa pensare? Justfrank è barese e se voi conoscete un po' la Puglia sapete che tra noi corregionali non corre buon sangue e il tutto, prima si trasforma in odio tra province, infatti adesso hanno fatto la sesta provincia (ma l'hanno già fatta?) perché l'odio sembrava scemare, poi in guerre tra paesi, tra quartieri, tra vicini e in famiglia. Il pugliese non riesce a stare una giornata senza augurare del male a qualcuno. Quindi i complimenti da un pugliese secondo me valgono doppio... Naturalmente questa mia riflessione è generalizzata e, in Puglia, c'è anche gente intelligente (?) ...
Questo complimento ricevuto da Justfrank (che definisce il mio blog, assieme agli altri che ha nominato, tra quelli che non dovrebbero mancare tra i feed), quelli fatti da MariCri (che dice che sono talmente tanto bravo che dovrei fare lo scrittore), quelli che mi ha fatto dal vivo Valeria (primo mio incontro ravvicinato blogger del 3° tipo), uniti ai tanti complimenti che mi fate nei commenti, mi fanno sorgere un dubbio: fossi bravo?
Poi respiro e cerco una soluzione più attendibile e più veritiera... Sicuramente si sta spandendo una sorte di virus zombie e da domani, dovrò procurarmi un fucile e un sacco di proiettili e cominciare a sparare in testa alla gente, onde evitare di essere mangiato e trasformarmi a mia volta in zombie (nda. Messaggio alla Polizia Postale, la frase è da ritenersi ironica e paradossale, non preoccupatevi non sparo a nessuno. Ringraziandovi per la collaborazione, vi auguro buon lavoro).
Ma questo post è partito come meme e/o catena ed io, a mia volta, devo segnalarvi cinque blog che mi fanno pensare. E' difficile fare una cernita, in fin dei conti tutti ti mi fanno pensare, anche quelli strettamente personali, ma se proprio devo scegliere, sono dell'idea che questi siano quelli in cui trovo più spunti di pensiero:

Lameduck
Non si può non mettere la papera zoppa, ironica, brillante, intelligente e comunista è uno dei migliori blog italiani.
Comicomix
Parlare di attualità e politica e commentare le notizie in modo ironico e con il sorriso. Sempre ottime le vignette, dietro al blog ci sono più persone che lavorano molto bene.
Ed
Mi piace che a volte, associando una frase a un link di una notizia, mi fa capire tutto.
Tisbe
Esempio di blog dove, oltre alla bravissima Tisbe, sono i commentatori che arricchiscono il tutto.
Placida Signora
Entri, leggi e ti arricchisci. Solo questo c'è da dire di Mitì Vigliero.

Regole per partecipare a questa iniziativa:
  1. Partecipare se si è nominati;
  2. Lasciare il link al post originale;
  3. Quindi inserire nel post il logo del Thinking blog award.
  4. Indicare i blog che hanno la “capacità di farti pensare”.

mercoledì 2 gennaio 2008

La prima ceppa dell'anno (con vignetta)

Nonostante L'Eco Di Dionisio sia in ferie, occupato a digerire i lauti pranzi natalizi, mi duole constatare che le notizie imbecilli circolano oramai allo stato brado, per questo io sono l'unico nella redazione a non poter andare in vacanza, specie quando un ragazzino di 16 anni per farsi perdonare dalla ragazza imbratta un luogo pubblico.

Albe: Lupo! Vieni a vedere questa notizia! Corri!
Lupo Sordo: E che diamine! Pure in vacanza mi fai lavorare!?
A: La nostra è una missione!
LS: No, la nostra è un'ammissione... di colpevolezza!
A: Fai il serio e leggi qui: un ragazzo di 16 anni, per farsi perdonare una scappatella dalla sua tipa, scrive sull'asfalto il testo di una canzone di Venditti!
LS: Embè? Cosa c'è di speciale? Anch'io ho scritto sull'asfalto per una persona...
A: Davvero? E cosa hai scritto?
LS: "VAI PANTANI!".

E visto che il direttore non vuole concedermi l'aumento, per farmi stare buono mi ha concesso una vignetta.


Brutte facce, vero?
Sono il Direttore e il Vice, nella loro massima espressione, dopo quella che hanno in bagno...


Lo so che sto coso non è bello a vedersi, lo so che sconcia col blog, lo so... Sì, lo so... Hai finito di lamentarti!? Vota OK e basta!

Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.