giovedì 8 marzo 2007

Otto marzo, festa della donna

Oggi è la festa della donna, per una volta non voglio scrivere porcherie... che comunque penso, ma voglio onorare la donna con "nu sunétte" di Carpino... e scusate se è poco...

Ommini pi femmene io songo nato
Pe li femmene zitelle me vurria murire
Pe li femmene abbandunato la mamma e lu padre
Pe li femmene m'ne so ghiuto a la pazzia
Po nu iurno andai a caccia int lu tui ciardino
E addo' ntuppaje a te cara biondina
na voce da luntano me sentii chiamaje
Ma come nu palummello songo vulato
Ndi li braccia tui ninnella me so pusato
E nu vaso alla boccuccia io t'eje dato
T'eja fa' spta' pe terra cu la dolczezza
Ma dove spute tu nasce nasceno dui sciuri
E l'odore ca teneva da luntano ce senteva


Comunque, auguri a tutte le donne! ...Non ho detto porcate.

4 commenti:

Tanuccio ha detto...

Cercherò di farvi una mezza traduzione, ma il testo popolare perde la sua forza in italiano.

Uomo per donne, io sono nato
Per le donne zitelle* io vorrei morire
Per le donne abbandonate dalla madre e il padre
Per le donne sono diventato pazzo
Poi, un giorno, andai a caccia nel tuo giardino
Dove incontrai te mia cara biondina
(e) una voce in lontananza mi chiamò
Ma come una colomba sono volato
Nelle braccia tua piccolina** io mi sono posato
E una bacio in bocca ti ho dato
Ti farò sputare a terra con la tua dolcezza
Ma dove sputi tu nascono due fiori
E l'odore che aveva da lontano si sentiva.


*Nel tradizionale dialetto garganico, il termine zitella non ha una connotazione negativa come nella odierna lingua italiana. La zitella nel Gargano (ma questo penso che si possa estendere in tutte italia) è la donna che ancora si deve ammaritare, quindi, ancora preda dei contendenti alla sua mano.
** Io ho tradotto "Ninnella", con il termine piccolina. Probabilmente, questa traduzione non può considerarsi esatta al 100%. Ma io cercavo un termine che desse l'idea di vezzeggiativo amoroso. Per me, nella musicalità della parola, in questa traduzione, il termine "ninnella" ci perde tantissimo. Comunque, se avete altri termini fatevi avanti.

Unknown ha detto...

Caro Tanuccio,
il Direttore (IR)Responsabile, nella persona del Direttore (IR)Responsabile, intende con sìffatto comunicato prendere imprescindibilmente e repentinamente le dovute distanze da quanto ha appreso poc'anzi sul Blog denominato "Antonio".
Poiché é opinione del Direttore (ma non solo) che simili parole siano di natura eccessivamente bella per poter essere dedicate ad esseri come le femmine (e sottolineo "femmine") L'Eco Di Dionisio, pur apprezzandone la bellezza, non accetta che debbano essere sperperate per una festa che, nella società di oggi, ha perso completamente, definitivamente, irrimediabilmente il suo vero significato originario.

Sempre cooperativo
Albe
Direttore (IR)Responsabile de
L'Eco Di Dionisio
ecodidionisio.spaces.live.com

Tanuccio ha detto...

Signor direttore, non posso che darle ragione. Il mio era solo un omaggio ad una creatura che io amo particolarmente: la donna. Il giorno 8 marzo era solo una scusa, per poter pubblicare nu sonétte di Carpino, forse non uno dei più belli. Ma sicuramente uno di quelli in cui io mi ci vedo di più. Naturalmente, nella parte dello sputo, il sonetto prende livelli poetici inarrivabili! Tutto questo, se pensi che questo è stato fatto da gente analfabeta, prende ancora più forza.
Ritornando al discorso di prima, ho alzato la testa alla mia scrivania e mi sono accorto che era l'otto marzo (festa della donna), e la prima cosa che mi è venuta in mente è stato sto sunétte.
Quindi, signor direttore, non prenda questo post, come voglia di festeggiare una festa puerile e commerciale. Lo prenda come un'associazione d'idee e basta.

Unknown ha detto...

Egregio Tano,
è lo sputo che fa la differenza.
Grazie.