domenica 25 marzo 2007

La Léggia (la legge)

Oggi vorrei illustrarvi uno degli sport nazionali di San Giovanni Rotondo: la léggia!
Questo è un gioco di carte che durante gli inverni rigidi sangiovannesi e durante i "salassi" da scuola ci aiutava a passare il tempo in luoghi chiusi e coperti, proteggendoci dalle intemperie, nel primo caso, e dagli occhi indiscreti di amici di famiglia e parenti, nel secondo caso.
Il gioco di per se è abbastanza semplice, ma dietro questa apparente semplicità ci sono strategie e giochi di rapporti personali, degni della migliore politica internazionale.

Mezzi di gioco
Per poterci giocare occorrono:
  1. numero uno mazzo di carte rigorosamente napoletane. Il mazzo napoletano è formato da quattro semi (denaro, bastone, spade e coppe) e da 10 carte per seme (asso, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, donna, cavallo e re);
  2. numero una cassa di birra rigorosamente economica;
  3. numero 3/4/5/6/7/8/9/10 etc persone rigorosamente non astemie;
  4. numero 3/4/5/6/7/8/9/10 bicchieri rigorosamente di vetro;
  5. numero un coltello. Se il gioco è tra amici se ne può fare a meno, la léggia professionistica, giocata nelle cantine, prevede che il giocatore deve portare il coltello e infilzarlo nella sua parte di tavolo.
Regole del gioco
Le carte importanti di questo gioco sono: l'asso, il due e il tre. In linea generale: l'asso invita, il due beve e il tre scambia l'invito. Ma addentriamoci...
Per iniziare, vengono posizionate 2/3 bottiglie di birre sul tavolo e un bicchiere di vetro per ogni partecipante al gioco, prima di posizionare il bicchiere, bisogna fare attenzione che non si sia depositata dell'acqua nel fondo degli stessi. Previa eliminazione fisica del giocatore distratto.
Una persona, in genere il più anziano, distribuisce una carta a testa, e alla persona cui è capitata la carta più alta tocca l'onore e l'onere di mischiare e distribuire le carte. Finito di mischiare, il mazziere si rivolge alla persona alla sua sinistra, chiedendogli di alzare il mazzo e annunciare un palo. L'annunciatore, nel l'arco di tempo che va dalla distribuzione della prima carta, fino alla distribuzione dell'ultima, deve annunciare ad alta voce, agli altri giocatori, il palo con cui bisogna giocare.
Una volta annunciato il palo (che ricordiamo può essere denaro, coppe, bastoni, spade), il giocatore che è in possesso dell'asso del palo inizia il gioco: facendo ben vedere la carta ai partecipanti, esso dichiara chi può bere. La persona invitata, prende la bottiglia di birra e proferisce queste parole: "ci provo". Ora, per fermare questa persona, bisogna toccare con le nocche delle dita per due volte il tavolo - atto chiamato "bussare" - prima che l'invitato faccia cadere la birra nel bicchiere.

Perché l'invitato è stato bussato?
L'invitato può essere fermato per vari motivi:
  1. Gelosia: la persona ha sete e non può sopportare di vedere bere gli altri. Ma questa persona non può fare niente, perché non avendo i "pezzi" (carte buone) si deve attaccare. Nei campionati professionisti, questa può essere causa di litigata con coltello.
  2. Chi bussa è in possesso del tre del palo: in questo caso, la persona prende in mano il gioco e decide, se auto invitarsi o se cambiare l'invito e fare bere altre persone.
  3. Chi bussa è in possesso del due del palo: in questo caso, con questa carta, il possessore ha diritto a bere... a meno che...
A meno che....
  1. Coppia di due: il possessore del due del palo viene bussato perché un altro giocatore è in possesso di una coppia di due. Quindi il giocatore possessore della coppia di due, ha diritto di bere... a meno che...
A meno che...
  1. Coppia di due col due del palo: il possessore del due del palo è in possesso di un altro due. A questo punto, la coppia di due col due del palo, vince la coppia di due semplici, e il possessore della prima beve... a meno che...
A meno che....
  1. Napoletana: nella sfida, spunta un giocatore in possesso dell napoletana (asso, due e tre dello stesso seme), questo ultima vince sulla coppia di due col due del palo e il possessore della napoletana ha diritto a bere... a meno che...
A meno che....
  1. Napoletana del palo: l'altro giocatore ribatte con la napoletane del palo (asso, due e tre del seme del palo). A questo punta la persona entra prepotentemente nel gioco e si beve l'agoniato bicchiere di birra.

Naturalmente, vi ho fatto vedere come funziona la tecnica del gioco, tralasciando, volutamente, la regola dello "Jummo". La regola più importante nella leggia alla sangiovannese, a differenza di quella sammarchese, dove regalano birra a fiumi....


Lo Jummo, questo sconosciuto....
Ma cos'è questo jummo? Praticamente lo jummo è colui che non beve. Nella leggia, esistono due tipi di jummi:
  1. Lo jummo di diritto: è colui che non avendo carte buone, non riesce ad entrare nel gioco. Gli altri giocatori, sono obbligati a non fare bere, questo sfortunato uomo, finché lui non avrà delle carte decenti per potercela fare da solo. E' vivamente consigliata una serie di prese per il culo alla suddetta persona. Se lo jummo rimane uno solo, gli altri giocatori, possono fare squadra per non far entrare mai quest'ultimo nel gioco. Nel campo professionistico, questa tattica potrebbe essere punita con una coltellata.
  2. Lo jummo acquisito: durante il gioco, un giocatore è obbligato a portarsi jummo almeno una persona a sua scelta. Le ragioni di questa scelta sono varie: sgarro durante il gioco; voglia di prenderlo in giro; sgarro durante la vita; simpatia; antipatia.... tutte le scuse sono buone... Nella léggia professionistica, si evita di portare jummo la persona più pericolosa...
Psicologia del gioco.
Il gioco sembra semplice, ma sotto c'è una psicologia e varie sottigliezze degne delle più importanti trattative internazionali.
Una volta che tutti sono entrati, bisogna fare attenzione a tutto, perché un minimo sgarro deve essere pagato con una bussata a modo.
Il sangiovannese, in questo gioco, diversamente dal sammarchese, non si gioca solo la birra.... SI GIOCA L'ONORE!!!!! Per il sammarchese, fare bere un po' di birra dal proprio bicchiere, allo jummo di turno è una cosa normalissima e sintomo di amicizia e rispetto. Per il sangiovannese, la stessa cosa è mancanza di rispetto per lo jummo, i giocatori, lo stato, la religione, la fabbrica di birra, la fabbrica di carte napoletane, la signora accanto che si lamenta, la mamma, il padre e i familiari tutti.
In genere, non si mostrano tutti i "pezzi" in una volta. Si attende la mossa della persona portata jumma, per poterlo umiliare con delle bussate assurde...
L'uso del tre, chiamato anche "sconcia joche", è qualcosa di tattico. Con questa carta può difendere il tuo alleato da attacchi del suo nemico, girando l'invito a persone alleate con quest'ultimo ma non tue nemiche.

In definitiva, la psicologia di questo gioco si impara solo praticandolo e sarà sempre diversa da paese a paese, quindi consiglio a tutti di imparare la cultura del posto ospitante il gioco, onde evitare accoltellamenti e altri inconvenienti spiacevoli.

Per qualsiasi delucidazione, sono disposto ad organizzare partite di léggia con persone principianti, basta che portino la birra....

11 commenti:

Unknown ha detto...

Il Direttore, nella persona di un astemio per obbligo e non per scelta, si dichiara alquanto compiaciuto circa la spiegazione da lei fornita, rammaricandosi vivamente di non poter essere parte attiva di un elemento ludico-culturale così importante.

P.S.: Se mai si potrà fare una leggia con la pepsi, fammelo sapere: sarò il primo a partecipare (sembra facile reggere due litri di pepsi, ma... provaci!)

Anonimo ha detto...

Da giocatore abile di lunga data mi permetto di correggere/aggiungere un paio di finezze a quanto scritto da GM (anche se parlare di finezze nella legge è come jastumà a gese crille):

- la birra migliore adatta all'uopo è la Peroni (naturalmente in bottiglia e nel formato da 66 cl)
- preferibilmente andrebbe messa sul tavolo una bottiglia alla volta altrimenti nel frattempo le altre si "incallerebbero" inutilmente
- come già detto non è ammessa la presenza di acqua nei bicchieri, ma soltanto di birra o "poppole"
- fate attenzione a chi distribuisce le carte, in caso di errori o furberie durante la distribuzione stessa, bisogna subito dichiarare "l'inguagliuzze"
- se giocate con matteo cammmmìon, i denari e le spade potrebbero essere chiamati rispettivamente sole e pioggia
- la bussata all'inizio del gioco è quasi sempre fatta con 2 tocchi sul tavolo, nelle fasi più concitate può trasformarsi in schiaffo o cazzotto pesante, singolo o ripetuto più volte (dipende dall'importanza della bussata stessa)
- per esperienza personale (mia e dell'autore del blog) sono da bandire persone con cellulare a portata di mano.

Giuanne vasce vasce

Anonimo ha detto...

La notte porta consiglio e mi permetto di aggiungere altre finezze:
- quando qualcuno prova a bere con (per l'appunto) "ci provo" l'eventuale bussata nei suoi confronti va fatta prima che cada nel bicchiere la prima molecola di birra, pena l'annullamento della bussata. Vi sconsiglio vivamente di fare questo errore con uno jummo durante una legge per professionisti.
- la psicologia del gioco, di cui parlava tanuccio, non solo può consistere nel non far bere qualcuno per tutta la durata del gioco ma anche di far bere (un'altra persona, ovviamente) sempre il malcapitato fino alla sua autoeliminazione.
- alcune frasi in codice che potreste sentire durante una legge:
"Te secche li mane" (non provare a versarti quella birra di cui, per ora, non hai diritto a goderne); "Te facce alleccà li tappe" (stasera mi capitano le carte buone in mano, quindi scordati di bere birra).
- infine, invito Cumpà Tanuccio a descrivere quella mitica bussata in un locale malfamato di una calda sera d'estate. Ancora oggi se ne narrano le gesta e nelle scuole viene periodicamente insegnata la perfetta strategia utilizzata quel dì lontano.
P.S. per Pasquetta che intenzioni hai?

Giuanne Pasce Vasce

Unknown ha detto...

Tano scusa, ma ho come la sensazione che Giuanne vasce vasce sia sempre tu...
Provami il contrario, per favore.

Anonimo ha detto...

Confermo tutto quello che hai scritto cumpà tanucce, era proprio quella bussata, il titolare Pasciuline si chiama Pietro che oltre alle birre ci portava la "mutanda" p'assucà lu taule. Non vedo l'ora che tu scriva di quella sera cosicchè possa subito aggiungere fra i commenti: "IO C'ERO"

Giuanne Pasce Vasce

Anonimo ha detto...

Infatti ho sottolineato che la persona da "scoffolare" di birra deve essere diversa da quella portata jumma, non mi permetterei mai di fare uno sgarro del genere, tu sai benissimo che anch'io sono un purista della legge.

GPV (Giuanne Pasce Vasce)

Anonimo ha detto...

La sfiga vuole che spesso in leggi attrezzate a 4 in ambienti bucolici Tanucce si portasse jumme 2 persone su 3 ed indovinate chi beveva sempre?

GPV

Anonimo ha detto...

ragazzi non ci posso credere....io sono un patito della legge, con i miei amici di San Giovanni Rotondo (i miei guru della legge) ci siamo bevuti casse e casse di birra......
wagnuùùù
birr a morire

pask da massafra

Tanuccio ha detto...

'mbriacone!!!

Anonimo ha detto...

non ci crederete ma anche io , che sono una "femmina" sono una grande fan, nonchè ottima "giocatrice" ahahahah merito dei miei numerosi amici sangiuannari!!!c'prov!!!

Anonimo ha detto...

Sono molto contento, da Pugliese, vedere che finalmente qualcuno parla della legge. Inutile dire che questo gioco esiste praticamente in tutt'italia e ha origine antichissime. Da ostunese,e da giocatore professionista, mi permetto di sottolineare le differenze che esistono tra la vostra legge e la nostra. Nonostante tutto credo che sarebbe interessante creare una sorta di "lega della legge", con un vero e proprio sito dedicato. In modo da poter preservare questo fantastico gioco che, come mostrano le varie differenze tra paesi, è ancora lontanissimo da avere un'unica chiave di lettura. In un sito ufficiale potremmo descrivere tutte le varie varianti. Io sono disponibile, se interessati contattatemi qui

rfantasy@libero.it

ciao Alex