domenica 28 ottobre 2007

Breve disserzione sulla musica popolare del Gargano

Purtà la serenata alla zita (alla fidanzata), era in passato un avvenimento rituale così importante da richiedere cantatori e suonatori specializzati. Il committente doveva accordarsi qualche giorno prima con i musicanti per garantirsi quelli più bravi, e così fare una buona impressione alla donna amata. Spesso però la serenata [...] doveva soddisfare un bisogno immediato ed urgente, cosicché accadeva che gli esecutori venissero svegliati nel cuore della notte per aiutare qualche amico o conoscente a cantare la propria dichiarazione d'amore. Di notte, quindi, l'innamorato, i musicanti e gli amici, si recavano nei pressi dell'abitazione della zita e lì restavano fino a tarda ora, se nel frattempo non erano stati richiesti da un altro committente.
[...] Le serenate potevano essere di due tipi: d'amore, in cui l'innamorato (aiutato da altri cantori), esibendosi sotto la finestra della donna amata, esprimeva l'affetto nei suoi riguardi; di sdegno quando, offeso dal cattivo comportamento della zita, le dichiarava apertamente il proprio disprezzo. Queste serenate cosiddette di scontre, che arrecavano offesa alla donna amata, erano piuttosto pericolose per tutta la compagnia, poiché la famiglia della parte lesa rispondeva spesso con atti di violenza all'insulto subito.

Salvatore Villani - Libretto del Cd La Serenata a San Giovanni Rotondo


Musicalmente la tarantella del gargano in confronto ai nostri corregionali salentini, appare ripetitiva e sicuramente più melodica ma, un orecchio attento riuscirebbe a carpire le differenze tra le diverse esecuzioni vocali dei vari cantori che si alternano a cantare i tipici sonetti.
Nel libro di Noviello (Andrea Sacco suona e canta), il vecchio cantore, Andrea Sacco, suoleva ripetere al giovane Noviello che "così come canti, così deve suonare la chitarra". Ed è questa simbiosi tra la voce del cantore e la chitarra battente che l'accompagna (accordata a seconda della voce del cantore) a rendere sempre diversa e particolare ogni esecuzione... La mia ignoranza in campo musicale non mi permette di parlarvi delle tecniche usate, infatti non voglio soffermarmi a parlare di queste, ma della straordinaria bellezza dei sonetti garganici in generale e carpinesi in particolare. Sonetti, fortemente poetici che riescono a far coabitare in perfetta simbiosi la semplicità della cultura contadina e una ricercatezza poco comune ai testi delle altre tarantelle tramandate oralmente. Faccio parlare queste perle, proponendovi alcuni di essi.

Il sonetto più famoso è sicuramente "come deja fà pi amà sta donna", ripresa negli anni '60 dalla Nuova Compagnia del Canto Popolare e impropriamente conosciuta ai più come tarantella del gargano:
Come deja fà pi amà sta donna
di rosi deja fà nu bellu ciardini
doni di p'intorni le hanno a murari
di preta preziosa e ori fini
mezzo ce la cava na brava funtana
e aja fa corri l'acqua sorgentiva
'ncoppo ce 'aja metti n'auciello a cantari
cantava e ripusava bella diceva
e pe te so' divintato n'auciello
cantava li bellizzi di questa donna
volella' ci voglio bene e non lo sa
si bene non ci voleva a cantà non ci veneva
bene ce aje voluto a cantà ce sò venuto

Traduzione
Come devo fare per amare questa donna
di rose farò un bel giardino
tutto intorno lo murerò
con pietre preziose e oro fino
in mezzo scaverò una fontana
e farò scorrere l'acqua sorgentiva
soprà glielo metterò un uccello a cantare
cantava e riposave e bella diceva
per te sono diventato un uccello
cantava le bellezze di questa donna
volella' ti voglio bene e non lo sai
se bene non ti volevo a cantar non ci venivo
bene ti ho voluto a cantar ci son venuto
Diventano maggiormente straordinari, secondo me, questi sonetti se si pensa che sono stati fatti da contadini semi analfabeti...

Il sonetto che preferisco è sicuramente Nacchete bella mia che domane parte, con cui aprii questo mio spazio web.
Necchete bella mije che domane parte
e la partenza miie è di certe
mo pije lu core e lo faccie n'duje parte
une te lu lascie a te e 'n'avete me lu porte
se non have lettere da quiste parte
piange bella mije che jie songhe morte

Traduzione
Avvicinati bella mia che domani parto
e la partenza mia è certa
prendo il cuore e ne faccio due parti
una la lascio a te e l'altra me la porto
se non arrivano lettere da queste parti
piangi bella mi a che io sono morto
Oggi si parlerbbe di mail e non di lettere.

Ma le serenate non sono solo d'amore, ma sono anche di scontro. Nel seguente sonetto le grazie della ragazza vengono paragonate ad agrumi, uno dei frutti più preziosi del nord del Gargano.
Faccia de limungelle ngiallanute
te va vantanne che non m'ha velute
inta li toi giardine ci songhe state
pizze pe pizze l'hai camminate
la megghjie purtagalle me l'hai mangnate
lu megghjie limmuncelle me l'hai capate
all'uteme ce stave na rosa e l'ei durate
chi vo trascì che trasche je songhe sciute

Traduzione
Faccio di limocello ingiallito
ti vanti che non mi hai voluto
dentro il tuo giardino ci sono stato
pezzo per pezzo l'ho camminato
l'arancia migliore l'ho mangiata
il limone migliore ho scelto
all'ultimo ci stava una rosa e l'ho odorata
chi vuole entrare che entri io sono uscito
Usai questo sonetto per iniziare il capitolo sull'Oasi agrumaria del Gargano della mia tesi di laurea sui prodotti tipici del Parco Nazionale del Gargano.


Ma le serenate del Gargano non sono solo di Carpino. Anche San Giovanni Rotondo ha un ottimo repertorio. Eccovene una:
Iangelu, dallu cièle vuja calate
vestute de vellute e de bruccate,
li chjàve de 'stu core vùja li tenìte,
quànne vulìte l'aprìte e lu serràte.
Lu mèdeche m'ha mìsse a bòne partìte
che l'àdda fà uarì quìste ferìte.

Traduzione
Angelo del cielo voi scendete
vestito di velluto e di bruccate*
le chiavi di questo cuore voi tenete
quando volete lo aprite e lo chiudete
il medico mi ha dato buone notizie
che fara guarire queste ferite
Chedo scusa per la traduzione, ma non ho la più pallida idea cosa voglia dire bruccate, per essendo espressione del mio dialetto.


Monte Sant'Angelo per secoli è stato il paese guida del promontorio con la sua grotta di San Michele, meta di pellegrini da tutti il mondo, e quindi non poteva non mancare a questa mia mini carrellata.
Tu nun lu pinse
quante te voghje bene tu nen lu pinse
se li suspire mije fossere fuche
tutta lu munne ce saria bruscéte

Traduzione
Tu non lo immagnini
quanto ti voglio bene tu non lo immagini
se i miei sospiri fossero fuoco
tutto il mondo si sarebbe bruciato
Anche altri paesi hanno questa tradizione, ma elencarli tutti sarebbe un'impresa che lascio agli etnomusicologi... Ogni paese ha migliaia di sonetti e ogni vecchio cantore li interpetra con il suo stile, molti sono andati persi nel corso degli anni, ma fortunatamente l'isolamento del Gargano ha permesso di mantenerne intatti un bel po'.

Naturalmente in un post, con tutti i suoi limiti, non posso raccontarvi l'intero repertorio fatto anche di tarantelle da ballare, di canti di processioni, di ninna nanne. Non posso farvi sentire le antiche registrazioni con i fruscii e con i cantori che in dialetto chiedono, all'entonomusicologo del momento, se possono iniziare a cantare. Non vi posso far sentire la forza dei vecchi cantori e suonatori, la maggiorparte purtroppo morti. Quindi accontentavi di questa mini disserzione, così solo per farvi conoscere una delle mie più grandi passioni...

Nonostante, molti giovani nel Gargano cantano la musica contadina, questa inevitabilmente nella sua tecnica originale è destinata a scomparire, perché i cantori erano contadini immersi nella loro cultura, accompagnata dalle stagioni e fatta da riti ben precisi. I ragazzi che portano in giro per il mondo questa straoridanaria espressione della cultura contadina assieme ai due ultimi vecchi di Carpino (Antonio Maccarrone e Antonio Piccininno), non sono contadini e hanno accesso a molte più informazioni e più tipi di musiche dei loro nonni, questo fa sì che tra lo stile dei vecchi cantori e quello dei gruppi di riproposta nasca un divario di stile e modo di cantare.
Attualmente nel Gargano ci sono gruppi di riproposta molto validi, uno su tutti i Tarantula Garganica, ma la straordinaria voce dei vecchi cantori e la loro tecnica rimane sempre più ineguagliabile come dimostrano le antiche registrazioni e gli spettacoli che vedono protagonisti i veri custodi di questa arte.
La musica contadina è morta, perché sono morti i riti che l'accompagnano. Non si porta più la serenata alla giovane zitella e non si canta più nei campi. I festival di musica popolare, sebbene quasi tutti di grande qualità, come ad esempio la notte della taranta o il Carpino Folk Festival, non potranno mai prendere il posto dei riti di aggregazione contadina e quello che ne può uscire fuori come innovazione seppur musicalmente molto valida, secondo me, snatura il vero spirito della musica popolare: la ritualità all'interno di una ristretta società.

*[Bruccate sta sicuramente per broccato, ricamo tipico del Settecento. In pratica si sfilava un tessuto di canapa secondo la trama orizzontale e successivamente si riprendevano con l'ago coppie di fili creando accuratissimi disegni. Il tessuto così ottenuto si applicava poi su un tessuto più fine [spesso di tonalità diversa] creando un rilievo. Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena ne aveva gli armadi pieni! ;)]
Commento di missi

18 commenti:

Unknown ha detto...

Alla faccia della breve dissertazione.. :-)

Mary ha detto...

:)

Anonimo ha detto...

A 'sto punto oltre che a leggere e dissertare mi sa che mi devo decidere anche ad ascoltare qualcosa di tutto ciò che hai nominato!
ciao sonia

Franca ha detto...

In ogni caso è molto importante non perdere quello che si può delle tradizioni.
Sarebbe perdere pezzi della propria storia.
Nel mio paese c'è un'associazione che si da molto da fare per il dialetto. Organizza un festival nazionale di teatro dialettale e ha addirittura istituto un premio nazionale di poesia, sempre in dialetto

Categong ha detto...

Il sonetto sull'uccello e l'acqua surgiva mi ha fatto pensare a del piero.
E non sono neanche juventina.
0_O

Associazione ImperiaParla! ha detto...

Ho sempre adorato il folk psichedelico!

Anonimo ha detto...

Adoro allo stesso tempo salento e Gargano, le loro terre, le lore genti e le loro musiche popolari.
Difficile scegliere.
Un sorriso dall'Umbria
Mister X di COmicomix

Anonimo ha detto...

Ma che bello!! Alcuni li ho ascoltati dal vivo ed hai ragione...nn si può immaginare la forza che il vecchio cantore impone ai sonetti. I festival di musica popolare nn possono certo sostituire il sentimento che arricchiva il rituale, ma resta un mezzo attraverso il quale la tradizione sopravvive.

[Bruccate sta sicuramente per broccato, ricamo tipico del Settecento. In pratica si sfilava un tessuto di canapa secondo la trama orizzontale e successivamente si riprendevano con l'ago coppie di fili creando accuratissimi disegni. Il tessuto così ottenuto si applicava poi su un tessuto più fine [spesso di tonalità diversa] creando un rilievo. Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena ne aveva gli armadi pieni! ;)]

Buona serata Lupo :)

Tanuccio ha detto...

@s.b.

Devo smettere di scrivere prima il titolo e poi il post :)

@arte

Che bel sorriso

@sonia

In fondo nella barra laterale di sinistra troverai il link di alcuni spaces di artisti garganici. Alcuni sono sperimentali, altri sono di riproposta.

@franca

Infatti l'associazione culturale del Carpino Folk Festival ha fatto un ottimo lavoro per conservare tutto il repertorio della musica popolare di Carpino.

@Cate

Quindi abbiamo capito da dove hanno tratto l'ispirazione i pubblicitari che hanno ideato quello spot... :D

@ed

E' un ottima musica, ma secondo me non c'è paragone con i vecchi cantori e la loro tecnica unica..

@comicomix

Qui non bisogna scegliere. Fortunatamente le associazione che gestiscono il Carpino Folk Festival e la Notte della Taranta, l'hanno capito e quest'anno hanno fatto una sorte di Join Venture...

@missi

Infatti ben vengano i festival, al patto che non si trasformino in merce di mero consumo...
Grazie per la delucidazione senza di te vivre ancora nel dubbio... Ora aggiorno il post. :)

Unknown ha detto...

Minchia, non li mettere questi post che se no impazzisco!
Sai che ho un debole per la tarantula...
Specchio di un mondo che non c'è più (o, per lo meno, che sta scomparendo) i sonatori di paese sono forse la più elevata espressione d'arte del nostro sud: uniscono poesia, musica e canto e sono in grado di regalarci emozioni in vernacolo che nessuno è più in grado di darci.
E adesso basta, se no mi vien da piangere... :'-(

Tanuccio ha detto...

Come non posso non parlare di questa straordinaria arte, sarebbe un oltraggio a ciò che segue da anni :)

ska ha detto...

Ciao Lupoooo!!!! Cavolo, l'ho aspettato tanto e me l'ero quasi perso 'sto post, fra le varie incombenze quotidiane. Ora che hai fatto nomi e cognomi, dove si può trovare qualche registrazione?

Bella analisi comunque, scritta davvero col cuore: si vede che ami molto la tua terra. Ti fa onore questo rispetto per le tradizioni del tuo paese, è una cosa che al giorno d'oggi si tende ad accantonare. Questi sonetti mi fanno sognare....sembrano davvero di altri tempi, anzi, ti dirò, sembrano in continuità con l'antica poesia provenzale, anche con la poesia siciliana della origini. Però c'è ancora di più, perché credo sia vero che ciò che rende speciale questa musica sia l'ispirazione diretta, che viene dall'animo semplice e dal contatto diretto con la natura. Neanche con tutto l'impegno del mondo potremmo mai ritrovarla quella condizione, aivoja a fare festival della taranta...che comunque ben vengano: ci sono stata e mi sono divertita....ma come penso di averti detto, il momento clou della serata è stato quando ha cantato il vecchio Uccio Aloisi. L'atmosfera si è fatta magica.
Comunque apprendo dal tuo post che Aloisi fa parte della "concorrenza" ;)

Purtroppo hai senz'altro ragione quando dici che, morti questi grandi, questa musica non sarà più la stessa.

Grazie del contributo! :))))

Tanuccio ha detto...

Nella colonna di destra trovi i link di qualche spaces interessante. Su internet con una ricerca si trovano anche i dischi, ma attenta le registrazioni antiche sono di difficile ascolto e ad un orecchio non allenato col dialetto e con quel tipo di canto, potrebbe non piacere.

Uccio è un grande e non può essere assolutamente definita concorrenza. Antonio Piccininno e Uccio Aloisi, due grandissimi vecchi, sono anche amici. La musica unisce e non divide.
Poi io per campanilismo preferisco le sonetti garganici, perché a loro sono legati i miei ricordi di quella cultura contadina che non ho vissuto direttamente, ma ho sfiorato e ne ho sentito l'ultimo battere.

ska ha detto...

Sì, sì, nel frattempo ho visto i link....bello, sto ascoltando :)))

Arigrazie!

Anonimo ha detto...

"L'aneme de 'lli murte".
Il pomeriggio di tutti i Santi, giovani e adulti, si riunivano e si riuniscono in gruppo per girare le vie del paese allo scopo di raccogliere quante più prelibatezze possibili. In passato, ci si incamminava, soprattutto tra la prima e la seconda guerra mondiale, a dorso d'asino e con una bisaccia, intonando canti e strofe in dialetto garganico. Quello che si raccoglieva, in genere dolci, frutta e prodotti dell'orto, lo si divideva in serata tra tutti.

Ciao a tutti voi, vi ho voluto deliziare con quanto accadeva fin a pochi anni fa.
Per chi intende ascoltare brani originali e di riproposta del gargano e non solo deve solo cogliere l'attimo giusto in cui su http://www.carpinofolkfestival.com è attiva l'AltraRadio = la radio della musica di tradizione orale o almeno ci proviamo.

Antonio Basile

Tanuccio ha detto...

Grazie per il contributo, ma ogni volta che vado sul sito la musica o non parte o mi impalla tutto...

Anonimo ha detto...

Ciao Lupo
non siamo sempre online, ma anche quando non ci siamo parte in automatico una delle radio del gargano(nulla a che vedere con la musica popolare).
Tu vai sul sito e aspetta che parte la musica, perchè il programmino prima cerca i canali sul quale trasmettiamo noi poi per esclusione si posiziona su queste altre radio locali.
Vieni a trovarci il mercoledi sera, ci siamo sicuramente, e poi il sabato e la domenica idem. Negli altri giorni se ci siamo potrai ascoltare solo delle selezioni musicali.
Stiamo cercando DJ quindi potresti darci una mano, basta un pc, un microfono, una cuffia e l'installazioni di alcuni programmini.
Quando siamo in diretta sotto il player e prima del mensile (a destra del monitor) appare la scritta "Siamo Online".

Antonio Basile

Tanuccio ha detto...

Mi dispiace, ma non credo di essere adatto per un programma radiofonico. Non ho la stoffa.

Comunque, quando posso faccio un salto sul sito, ascoltare buona musica non fa mai male.