domenica 17 giugno 2007

Juri (15^a parte)

INCREDULO.

Il pomeriggio Juri si preparò per l’incontro con Maria, era ancora incredulo per la telefonata della mattinata e aveva deciso di essere forte e non mostrare subito i suoi sentimenti ma, cosa più importante, era deciso di capire, una volta per tutte, le intenzioni della ragazza.
Juri, prima dell’incontro, come era solito fare, rimase molto tempo davanti allo specchio a trovare nel suo volto un’espressione di sicurezza ma non la vedeva. Vedeva rabbia, gioia, paura ma la sicurezza non c'era... Probabilmente questa nel suo volto scavato non era mai apparsa.
Nel pomeriggio, Juri raggiunse il parco e si mise ad aspettare seduto su una panchina l’arrivo di Maria. Alle persone che lo vedevano dava un’impressione di “cane bastonato”, ma quando dal nulla apparì il volto gioioso della ragazza, il suo aspetto si trasformò e da "cane bastonato", si trasformò nell'uomo più felice della terra.
Ciao”, disse Maria sorridente.
Ciao”, rispose Juri con tono sommesso, sembrava che non volesse fargli vedere che era contento del suo arrivo.
Allora? Non mi dici niente?
Non so, cosa dovrei dirti?
Cosa hai fatto questi giorni?”, Maria sembrava sicura.
Solite cose: lavorato, visto TV…”, si era dimenticato di dire: “ho disperato”; “ho lasciato libera la mano”.
Tu sei strano…” disse Maria, con sicurezza.
Io?”, tutta l’incredulità di Juri sfociavano in quel solo pronome con due lettere.
Tu, che al corso fai finta di non vedermi e poi scappi via e non chiami più!
No, aspetta. Questo è quello che hai fatto tu!”, Juri era ancora più incredulo.
Io so solo che tu appena hai sentito il nome di Antonio sei diventato strano.” Nel sentire ancora il nome di questo ragazzo, Juri, ebbe la sensazione di un coltello che gli si conficca nel petto.
Io strano?”, era incredulo, “ma se tu senza farmi parlare mi hai subito attaccato!” Juri, stranamente, prese coraggio.
E…”, troppo poco per una frase.
Come E?”, Juri non capiva più niente “continua…
E che ti credevo diverso...
Eccolo il fulmine a ciel sereno, quello che ti becca in testa e ti lascia lì da solo senza sapere cosa ti sia successo! Diverso? Cosa voleva dire con diverso? Perché diverso? Cosa cerca in me? Questi erano i pensieri che attanagliavano il nostro “eroe”.
Pensavo che tu fossi un ragazzo con cui si poteva parlare...”, continuò Maria “uno che mi capiva...”, colpo di grazia: “un buon amico...”
Ecco la risposta che Juri cercava, per Maria, il loro rapporto, era solo amicizia. Questo in lui provocò delusione. Maria lo considerava solo una persona speciale con cui potersi confidare e non una persona con cui poteva condividere tutta la vita. La sua speranza d’amore era finita lì, morta sotto il muro dell’amicizia. Così Juri abbracciò Maria, le diede un bacio sulla guancia e le chiese scusa.




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