lunedì 11 giugno 2007

Juri (14^a parte)

ADDIO ALL’ORGOGLIO.

Forse il connubio tra insoddisfazione ed il suo rituale propiziatorio al sonno lo portarono alla sua decisione: chiedere a Maria cosa fosse successo e perché non si faceva più sentire. Questo per Juri voleva dire tanto e, soprattutto, voleva dire rinunciare al suo orgoglio, forse l’unica cosa che apprezzava veramente di se. La mattina dopo si svegliò presto, aveva dormito solo un paio d’ore e questo lo aveva stordto. Ci pensò più di una volta prima di alzare la cornetta e formare il numero di Maria, ma la preoccupazione di rimanere senza una donna fu più forte del suo orgoglio. Così Juri chiamò.
Pronto”, rispose una voce femminile mezz’addormentata dall’altra parte della cornetta.
Maria?”, poco originale direste voi, ma a Juri che, come al solito, si era preparato un discorso solo questo venne in mente.
Chi è che parla?
Sono Juri…
Juri!?”, Maria sembrava molto stupita nel sentire la sua voce. “Come mai chiami?
No… è che volevo parlarti…
Ah! Finalmente! Sembravi morto.
Come?
Come!?”, Maria era incredula, “è da lunedì sera che non ti fai sentire, non so cosa dovevo pensare.”
Come?”, il cervello di Juri era bloccato.
Ancora come! Non ti fai vedere a lezione, non chiami. Ho pensato che ti eri arrabbiato con me, ho passato questi giorni a pensare a cosa ho fatto di male.
No… è che credevo che lunedì ti fossi arrabbiata tu con me.
Ma lo sai che io sono lunatica, ma adesso come stai? Tutto bene?
Sì –sì.
Ci vediamo oggi pomeriggio?
Va bè, vieni tu?
Sì vengo io.
Da questa conversazione telefonica uscì un solo vincitore: Maria. Juri era sicuro che Maria stava mentendo, ma questo a lui non interessava. A lui interessava solo riavere le possibilità di conquistare la ragazza e vivere finalmente la sua vita felice. Ormai aveva abbandonato il suo orgoglio.

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