mercoledì 23 gennaio 2008

Concorso pubblico (2^ parte)

La prima parte qui

Fissava immobile il nastro sul quale scorrevano le valigie del volo che l’aveva portato in quella nuova terra. Pensava. Adesso doveva andare in quella pensioncina vicino il centro – non poteva permettersi un hotel – per sistemarsi un attimo. Poi si doveva rinfrescare. E dopo sarebbe uscito a mangiare qualcosa – chissà come sarà la cucina? – ma prima aveva deciso di telefonare a suo padre, per dirgli che era atterrato e che poteva stare tranquillo.
La pensione era davvero piccina, ma a conduzione famigliare e, a una prima impressione, gli sembrava confortevole; certo, dopo una giornata così intensa, avrebbe dormito pure sui sassi… uscito dal bagno con l’asciugamano legato alla vita, si era seduto sul letto della sua stanzetta, rivestito del solo copri-materasso, e si divertiva a “testarlo”, facendoci rimbalzare sopra il suo posteriore. Dopo un paio di quei movimenti sussultori, s’era sdraiato, aveva mollato una sonora scoreggia e, improvvisamente e senza neppure rendersene conto, s’era appisolato.
Mentre sognava di Pantelleria, di sua madre e dei suoi amici gli era sembrato di sentire qualcuno bussare. Dopo un attimo d’incertezza, aveva aperto gli occhi: niente. Tutto taceva; doveva essersi sognato anche quello. Notato che s’erano ormai fatte le nove meno dieci, si era sbarazzato dell’asciugamano con un rapido movimento e stava per iniziare a vestirsi, prima che rischiare di rimanere a digiuno. E, proprio in quel momento, la porta della sua stanza s’era aperta. “Permesso, chiedo scusa, ecco le lenzuola pulite che… OMMIODDIO!”. Era Vania, la figlia dei padroni.
Era una graziosa fanciulla di ventun’anni, dagli occhi nocciola e i capelli castani, lunghi e lisci, che parevano usciti da un quadro per come lucevano. Studiava all’università, facoltà di Scienze della Comunicazione; di tanto in tanto, tra una lezione e un esame, aiutava i suoi alla locanda. Quando sua madre gli aveva detto di salire al primo piano, che c’era un ragazzo sprovvisto di lenzuola, non pensava fosse sprovvisto anche di indumenti intimi…

Dopo un attimo di sbigottimento, si coprì le parti intime con il primo indumento che gli capitò sotto mano: il suo maglione preferito. Vania invece si girò quasi subito di spalle per evitare ulteriori imbarazzi.
“Chiedo scusa – seguitava a giustificarsi lei –, avevo bussato più volte, ma nessuno rispondeva e allora…”.
“Non si preoccupi, signorina, cose che capitano”, replicava lui. E, con fare da vecchio “don Giovanni”, approfittava del momento d’intimità creatasi tra di loro, dicendo: “Non faccia così, suvvia! In fondo. non credo che abbia visto uno spettacolo così orrendo…”
La sfrontatezza del ragazzo faceva sorridere Vania che cercando subito di calmare i suoi bollenti spiriti, sentenziava: “Ho visto anche di meglio…”
Ma guarda questa! Ma come si permette, pensò subito lui... Quella semplice frase lo aveva ferito nel suo orgoglio mascolino.
“Comunque io sono Biagio, piacere”, Vania, fece un inchino, onde evitare di avvicinarsi all’uomo mezzo nudo di fronte a lui.
“Lavori qui?” Che domanda idiota, pensò, certo che lavora qui…
“Che domanda idiota, certo che lavoro qui!”. Stava collezionando una serie di magre figure e l’unica cosa che riuscì a fare era quello di congedare la ragazza.
Vania fu felicissima di togliersi da quella situazione imbarazzante e solo quando lei uscii, Biagio si accorse di quello che aveva fatto.
“Porca troia! Il mio maglione preferito!” Non gli piaceva l’idea che il suo maglione era rimasto avvinghiato alle sue parti intime per tutto quel tempo.
Decise di affrettarsi a scendere e si fece una doccia veloce.
In strada, più avanti, svoltato l’angolo vide Vania che pareva aspettare qualcuno. Le si avvicinò, con l’unico intento di ritemprare il suo orgoglio ferito.
“Cosa fai?” le disse, convinto che il suo fascino mediterraneo sarebbe stato irresistibile per la ragazza.
“Aspetto il mio moroso…”
Biagio annui, pur non sapendo cosa volesse dire la parola moroso. Si accorse del suo significato quando comparì un armadio a muro di due metri che baciò Vania e lanciò a lui un’occhiataccia.
“Questo è il signor Puglisi, un nostro cliente. Ci siamo fermati a chiacchierare”.
“Piacere”, disse l’armadio, mentre stritolava la povera mano di Biagio…
Vania fece un sorriso, salutò e i due si congedarono veloci nelle sera e mentre Biagio contemplava la coppia allontanarsi, cercava d’immaginare le parti intime del tipo paragonandole alle sue…

Continua...

In contemporanea con L'Eco Di Dionisio

19 commenti:

Unknown ha detto...

MA SAI CHE C'E' UN DEFICIENTE CHE SU L'ECO POSTA UN COMMENTO CON SU SCRITTO CHE QUALCUNO GLI COPIA QUESTO STESSO IDENTICO POST? SAI QUALCOSA IN PROPOSITO, TE? CONOSCI QUELLA GRANDISSIMA SONORA TESTA DI MINCHIA CHE TUTTE LE VOLTE CHE PUBBLICO LA STORIA A QUATTRO MANI, METTE SEMPRE LO STESSO IDENTICO COMMENTO? FAMMI SAPERE, SE TI TORNASSE LA MEMORIA...

Tanuccio ha detto...

No, non lo conosco... Io conosco solo persone intelligenti... A parte te ovviamente :D

Franca ha detto...

Alla prossima puntata...

Tanuccio ha detto...

...la prossima settimana

Tanuccio ha detto...

Vado a Bologna per qualche giorno e quindi sarò off-line (come parlo bene), in mia assenza, buttate un occhio al blog e non litigate, che se fate i bravi vi porto un po' di mortadella!

Unknown ha detto...

In tua assenza, per vendicarmi di tutti i commenti idioti che m'hai lasciato in questi mesi, farò un bivacco della tua piattaforma! MUAHAHAHAHAHAHAH! IL BLOG E' MMMMIOOOO!!!! MUAHAHAHAHAHAHAHAH!

Cristina ha detto...

Bravi, mi piace.
Mi mancherai.
Verrò a tenere compagnia ad Albe e ti guarderò un pò il blog, se vuoi lo porto un pò a giocare con la mia blogga.

Ciaoo

P.S.: la mortadella portacela informissima e ingambissima bella resuscitata!! XD

Mat ha detto...

mi stai dicendo che finalmente ora potrò dire veramente cosa penso di te??

era ora!!!!

Unknown ha detto...

@ Cristina

Gentile signorina, La ringrazio per i buoni propositi, ma il Direttore non soffre di solitudine...

P.S.: Hey bionda, ci vediamo stasera! :-))))))))))))))))

GG ha detto...

Non avendo capito che si trattava di un racconto, per qualche minuto ho pensato fosse un resoconto in terza persona di un tuo viaggio di lavoro....

Tu capisci che leggerla così può nuocere gravemente al sistema respiratorio dei lettori... :D

MariCri ha detto...

beh, sfigato lo è un po' sto protagonista...'sta saga sorpasserà il successo dei romanzi di Moccia e Muccino potrebbe farci pure un film...

Mamma Simona ha detto...

carinissimo questo racconto!
...mi è venuta in mente quella volta che per sbaglio sono entrata nello spogliatoio degli uomini in palestra (una delle 12 volte nella mia vita in cui ci sono andata)...
che vergogna!!!!!

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Unknown ha detto...

@ gg

In realtà è proprio da quello che abbiamo preso spunto...


@ maricri

Surclassare Moccia e Muccino? Impossibile: dovremmo scendere a livelli di banalità e idiozia irragiungibili anche per due perfetti deficienti come noi :-)


@ simona

Sai che potresti essere un'ottima fonte d'ispirazione per la prossima storia? Nè parlerò a Lupo...

Anonimo ha detto...

Ciao, sono capitata qui per caso...voglio leggere la continua ora!!!!!!!!!Sabrina

Maurizio ha detto...

Ok. La seconda puntata ci dice che non è Va' dove ti porta il cuore. ;)

Unknown ha detto...

@ sabrina

la pazienza è la virtù dei forti... infatti noi non ne abbiamo!


@ sonny&me

e meno male!

L'avvocatessa ha detto...

Però...
Hai capito Lupo Sordo...!

L'a.

Tanuccio ha detto...

non è capitato a me... è una storia scritta assieme al mio afflitto.. :)