domenica 25 maggio 2008

Sonny Tre Dita

Era il Jazz and drink bar, un locale nella zona malfamata della città. Una zona buona solo per prostitute, negri e italiani, stranamente questo locale, nonostante la pessima zona in cui si trovava era frequentato dalla gente più potente della città, che si mischiavano con i poveracci che abitavano in quella zona.
Era facile incontrare a braccetto il capo mafioso Frank Santini, proprietario del locale, e il sindaco Alfred Thomas in compagnia del capo della polizia e altri potenti professionisti e miliardari della città.
Tutte queste persone erano disposte a mischiarsi con gente tipo Johnny Adams e Philip Leroi, due vecchi ubriaconi che asserivano di aver inventato la macchina che andava ad acqua e che il brevetto gli era stato rubato dalla Petrol Co., una potente azienda petrolifera della città. Mentre paralvano, indicavano sempre il secondo tavolo a destra, tavolo dove si sedeva l’amministratore delegato della Petrol. I ricchi signori della città non facevano caso a Frankie Testa di bue, un pugile che molti anni addietro ebbe la sua possibilità di combattere per il titolo dei pesi massimi, ma perse l’incontro già al primo round, se gli si offriva da bere poteva raccontarti tutto l’incontro, dal primo all’ultimo pugno, vale a dire il secondo. Se gli offrivi una bottiglia mimava l’incontro alla perfezione.
Tutte queste persone non frequentavano il locale per il sevizio o per il bere, tutte quelle persone erano lì per Vanessa, la sensualissima cantante Jazz che ogni sera si esibiva nel locale e spezzava cuori di tutti gli avventori e di tutti gli uomini più potenti della città. Corre voce che da quando ha iniziato ad esibirsi al Jazz e drink bar, i fiorai e i gioiellieri hanno fatto una fortuna. Ma lei non si concedeva a nessuno, lei si concedeva solo alla musica.
Tra i clienti del locale c’era anche Sonny tre dita, uno dei tanti che aveva perso la testa per Vanessa e che ogni sera si immergeva negli occhi e nella voce della cantante e si prendeva una sbornia per dimenticarla. Riusciva a procurarsi da bere e a non essere cacciato per la vecchia amicizia con Santini di cui era stato socio nei primi anni della loro carriera, assieme sgominarono la banda degli irlandesi, ma Santini aveva l’appoggio delle famiglie, John tre dita aveva come unico appoggio la sua infallibile mira, che non servì contro la famiglia di Santini per riprendersi la sua fetta di città.
Lo chiamavano così per via di due dita mancanti nella mano destra, causa di un incidente in una fabbrica dove lavorava, ma lui, per vergogna, raccontava a tutti che perse le dita nella rapina alla National Bank nell’agosto del ’22 e nella conseguente sparatoria con gli sbirri.
Ogni sera a chiusura del locale Sonny Tre Dita passeggiava per le strade malfamate di quel quartiere, rifiutando offerte di sesso a buon mercato e sbucando sempre alla stessa ora in Street Lonel, al numero 4, sotto casa di Vanessa, puntuale per intravedere dalle tende la donna che si cambiava e andava a dormire. Quando vanessa spegneva le luci, Sonny Tre Dita, si accendeva una sigaretta, l’ultima della serata, e sognava il bellissimo corpo della cantante.
Ma una sera, Sonny, notò qualcosa di strano, parcheggiata davanti al 4 di Street Lonel c’era una macchina, la luce dell’appartamento era accesa. Vide sbucare dal portone di corsa la figura di un uomo, che gettò degli oggetti a terra, riconobbe subito in quella figura che entrò di corsa in macchina, il sindaco. Aveva una brutta sensazione Sonny. Si avvicinò alla porta e vide gli oggetti, che il sindaco aveva gettato a terra: un mazzo di fiori e un astuccio in cui dentro c’era un bellissimo anello, se lo mise in tasca e salì nell’appartamento di Vanessa.
La trovò stesa a terra in un lago di sangue, morta, la sua sensazione, purtroppo, era realtà. Il sindaco aveva ucciso Vanessa. Sonny tre dita, pianse tutta la notte.
Il mattino dopo, pieno di rabbia barattò l’anello gettato dal sindaco con una pistola, era deciso ad ucciderlo la sera stessa, ma un po’ gli dispiaceva. Gli ultimi 5 sindaci erano stati uccisi tutti al Jazz and drink bar con colpi di mitragliatrici, così lui, con quella pistola non avrebbe rispettato la tradizione.
Era ben consapevole che Santini non avrebbe mai ucciso il sindaco, la perdita che avrebbe avuto il suo locale, con la morte di Vanessa, non era paragonabile alla mole d’affari che faceva col municipio, quindi fece venire una cantante da Parigi che sostituisse Vanessa.
La sera Sonny si presentò al locale armato, sapeva bene che gli scagnozzi di Santini non lo perquisivano, era fidato lui, ma soprattutto era ritenuto un poveretto che non sapeva più tenere una pistola in mano, lui che con la sua mira aveva terrorizzato tutte le bande della città.
Arrivò il momento dello spettacolo, la nuova cantante era veramente bella, e i clienti se ne innamorarono subito, dimenticando Vanessa. Sentì dire da Adams e Leroi che la morte della donna era stato un bene, questo faceva salire la rabbia di Sonny, non poteva permettere che la memoria di Vanessa fosse oscurata da una sciacquetta venuta dall’Europa.
Alla fine dello spettacolo la cantante parigina si sedette vicino al sindaco, sembrava un porco e l’alcol gli dava un aspetto sgradevole. Santini era soddisfatto, sapeva bene che donne, soldi e alcol gli avrebbero aperto le porte di molti lucrosi affari.
Sonny aspettò che la cantante riprese lo spettacolo, era sgradevole con quell’accento francese, non sapeva cos’era il jazz, non si poteva pensare nemmeno lontanamente che fosse all’altezza di Vanessa. Il sindaco, andata via la francese, si alzò per andare a pisciare, Sonny bevve il suo whisky tutto di un sorso, si avvicinò ad Alfred Thomas, era ben consapevole che avrebbe interrotto la tradizione, ma questo non gli impedì di sparare tre colpi che presero il sindaco sulla fronte, ci fu un gran parapiglia tra i clienti del locale, la musica si fermò e Sonny riuscì ad uscire senza che gli scagnozzi di Santini si accorsero di lui.
Gettò la pistola in un cassonetto e si diresse verso l’autostazione, mentre camminava veloce per le strade della città, sentì il rumore delle sirene e gente che dalle finestre urlava che il sindaco era stato ucciso al Jazz and Drink bar con colpi di pistola, senza alcun rispetto per la tradizione.
Arrivato all’autostazione prese il primo autobus per il sud e in mezz’ora fu fuori dalla città, mentre si lasciava alle spalle la sua città era triste, non era mai uscito da lì e non sapeva cosa c’era nel mondo, chissà se avranno almeno del buon whisky seguitava a pensare.
Alla fermata successiva, salì un prete che si sedette accanto a lui, si accorse quasi subito che il suo compagno di viaggio aveva dentro qualcosa che lo turbava e disse: “Figliolo, ti vedo preoccupato. C’è qualcosa che ti tormenta?”
“Niente padre” - rispose Sonny - “e che non ho rispettato la tradizione.”.

8 commenti:

digito ergo sum ha detto...

assolutamente deliziosa, la tua narrativa fai da te. complimenti, davvero. ti abbraccio

Unknown ha detto...

tu invece la tradizione la rispetti sempre! bravo tanazzo! bella storia, davvero! mi sa che la pubblico su L'EDD perché merita davvero ;-)

Anonimo ha detto...

Davvero bella.

Un sorriso, coem tradizione
Mister X di Comicomix

Tanuccio ha detto...

@digito

Sei un editore!? No, perché potrei anche prostrarmi ai tuoi piedi.... :)

@albe

Davvero vuoi alzare così di livello il tuo blog... :)

@comicomix

grazie :)

Franca ha detto...

Strano... il mafioso ha un cognome italiano!

Tanuccio ha detto...

Mi sa che l'abbiamo inventata noi la mafia...

Unknown ha detto...

sì, sì! la pubblico eccome! ma non credo che alzi il livello de L'EDD... di certo, qualcosa alzerà senza dubbio...

Tanuccio ha detto...

Abbassarlo non può di certo :D