La prima parte qui
La seconda parte qui
La terza parte qui
“Per me, non ci sarà partita: i tre punti me li sento già in tasca”. Il capoufficio appariva molto sicuro di sé, ma l’orgoglio e l’amore di Biagio per la sua terra lo portarono a replicare: “Lei pensa? Io non ne sarei così sicuro…”. A quel punto, il gruppetto di persone che attorniava il capo finì di ridere e fece per disperdersi lasciandoli soli, uno di fronte all’altro. Il capo squadrò Biagio per bene, poi gli disse: “Sa, Puglisi… lei è qui solo da un giorno e forse, proprio per questo motivo, ci sono molte cose che non comprende ancora nella giusta maniera…”. La risposta del giovane fu pronta e secca: “Signor Direttore, se la sua squadra dovesse vincere, sarò ben lieto d’offrirle il caffè, lunedì prossimo”. E il capo: “Già… e se, malauguratamente, vincesse la sua?”.
Non sapeva più che dire. Era chiaro che s’era cacciato in trappola con le sue stesse mani. Proprio quando tutto sembrava perduto, dal corridoio Biagio vide arrivare Vania. Col suo incedere lesto ma elegante, la ragazza stava uscendo dagli uffici per tornare a casa. Lo stupore nell’incontrarsi fu grande per entrambi.
“Ciao! Che ci fai qui?”, esordì lei?
“Ci lavoro!”, rispose lui.
“Parola grossa…”, intervenne il capo e fece per ritirarsi nel suo ufficio.
“Non m’avevi detto che lavoravi qui…”, riprese Vania.
“Eh, tu non me l’hai chiesto!”, seguitò Biagio.
“Bè, ora è meglio che vada o arriverò tardi alla locanda – disse Vania un po’ imbarazzata – Il mio ragazzo dovrebbe già esser giù ad aspettarmi…”.
Stava per chiederle se poteva accompagnarla. Stava per avanzarle la proposta d’uscire una sera. Udite le parole “ragazzo” e “aspettarmi” la sola cosa che stava per riuscirgli era imprecare. Vania lo salutò e uscì fuori, ad attendere l’armadio a muro con la sua Mercedes.
Dalla finestra dell’ufficio vide allontanarsi Vania in compagnia dell’armadio a due ante. “Bel bocconcino!” disse il capoufficio, che si era insinuato dietro Biagio senza farsene accorgere”. Biagio saltò per aria e disse in dialetto “Matri, cchi scantu!”. Il capoufficio sorrise e gli disse: “Venga con me, che le offro un bianchetto!”
Non sapeva cos’era un bianchetto (sulle prime pensò alla scolorina), ma gli pareva scortese rispondere di no e insieme andarono in un bar lì vicino. Il capoufficio bevve ben quattro bicchieri di vino (sì, perché da quelle parti la Malvasia veniva anche chiamata “Bianchetto”), Biagio si fermò a due, ma era già brillo. Non beveva spesso.
Lasciato il bar il nostro eroe tornò in albergo; nella Hall (anche se definire “hall” quella stanzetta di 2 metri per 2 era un’esagerazione) incontrò Vania… Si guardò intorno e non vide armadi, così approfittò del suo stato alticcio per fare due chiacchiere con lei e testare il suo fascino mediterraneo.
“Allora? Il tuo ragazzo dov’è?”.
“Se ne andato. Deve organizzare la trasferta in Sicilia”.
“Trasferta? Sicilia?”.
“Sì, è capo ultrà della squadra della nostra città.”.
“E tu non vai con lui?”
“A me il calcio fa schifo…”
“Ahi – pensò Biagio – c’è disaccordo…”, non immaginando che per una coppia è anche normale non avere degli interessi in comune.
“Quindi ti lascia sola sabato?”
“Lo sai meglio di me che la Sicilia non è dietro l’angolo”.
Cominciava a piacerle quel fare un po’ scontroso, cominciava a piacerle quella ragazza. Doveva provarci. Voleva provarci.
Vania sin dall’inizio si immaginava dove il giovane voleva andare a “parare” e a dir il vero un po’ cominciava a stargli simpatico…
“Allora cosa fai sabato sera? No, perché io sono libero”, disse Biagio, non prima di essersi assicurato per l’ennesima volta che “l’armadio” non stesse in giro…
Vania sorrise e, inaspettatamente sia per lui che per lei, rispose: “Ma hai bevuto?”
In contemporanea con L'Eco Di Dionisio
La seconda parte qui
La terza parte qui
“Per me, non ci sarà partita: i tre punti me li sento già in tasca”. Il capoufficio appariva molto sicuro di sé, ma l’orgoglio e l’amore di Biagio per la sua terra lo portarono a replicare: “Lei pensa? Io non ne sarei così sicuro…”. A quel punto, il gruppetto di persone che attorniava il capo finì di ridere e fece per disperdersi lasciandoli soli, uno di fronte all’altro. Il capo squadrò Biagio per bene, poi gli disse: “Sa, Puglisi… lei è qui solo da un giorno e forse, proprio per questo motivo, ci sono molte cose che non comprende ancora nella giusta maniera…”. La risposta del giovane fu pronta e secca: “Signor Direttore, se la sua squadra dovesse vincere, sarò ben lieto d’offrirle il caffè, lunedì prossimo”. E il capo: “Già… e se, malauguratamente, vincesse la sua?”.
Non sapeva più che dire. Era chiaro che s’era cacciato in trappola con le sue stesse mani. Proprio quando tutto sembrava perduto, dal corridoio Biagio vide arrivare Vania. Col suo incedere lesto ma elegante, la ragazza stava uscendo dagli uffici per tornare a casa. Lo stupore nell’incontrarsi fu grande per entrambi.
“Ciao! Che ci fai qui?”, esordì lei?
“Ci lavoro!”, rispose lui.
“Parola grossa…”, intervenne il capo e fece per ritirarsi nel suo ufficio.
“Non m’avevi detto che lavoravi qui…”, riprese Vania.
“Eh, tu non me l’hai chiesto!”, seguitò Biagio.
“Bè, ora è meglio che vada o arriverò tardi alla locanda – disse Vania un po’ imbarazzata – Il mio ragazzo dovrebbe già esser giù ad aspettarmi…”.
Stava per chiederle se poteva accompagnarla. Stava per avanzarle la proposta d’uscire una sera. Udite le parole “ragazzo” e “aspettarmi” la sola cosa che stava per riuscirgli era imprecare. Vania lo salutò e uscì fuori, ad attendere l’armadio a muro con la sua Mercedes.
Dalla finestra dell’ufficio vide allontanarsi Vania in compagnia dell’armadio a due ante. “Bel bocconcino!” disse il capoufficio, che si era insinuato dietro Biagio senza farsene accorgere”. Biagio saltò per aria e disse in dialetto “Matri, cchi scantu!”. Il capoufficio sorrise e gli disse: “Venga con me, che le offro un bianchetto!”
Non sapeva cos’era un bianchetto (sulle prime pensò alla scolorina), ma gli pareva scortese rispondere di no e insieme andarono in un bar lì vicino. Il capoufficio bevve ben quattro bicchieri di vino (sì, perché da quelle parti la Malvasia veniva anche chiamata “Bianchetto”), Biagio si fermò a due, ma era già brillo. Non beveva spesso.
Lasciato il bar il nostro eroe tornò in albergo; nella Hall (anche se definire “hall” quella stanzetta di 2 metri per 2 era un’esagerazione) incontrò Vania… Si guardò intorno e non vide armadi, così approfittò del suo stato alticcio per fare due chiacchiere con lei e testare il suo fascino mediterraneo.
“Allora? Il tuo ragazzo dov’è?”.
“Se ne andato. Deve organizzare la trasferta in Sicilia”.
“Trasferta? Sicilia?”.
“Sì, è capo ultrà della squadra della nostra città.”.
“E tu non vai con lui?”
“A me il calcio fa schifo…”
“Ahi – pensò Biagio – c’è disaccordo…”, non immaginando che per una coppia è anche normale non avere degli interessi in comune.
“Quindi ti lascia sola sabato?”
“Lo sai meglio di me che la Sicilia non è dietro l’angolo”.
Cominciava a piacerle quel fare un po’ scontroso, cominciava a piacerle quella ragazza. Doveva provarci. Voleva provarci.
Vania sin dall’inizio si immaginava dove il giovane voleva andare a “parare” e a dir il vero un po’ cominciava a stargli simpatico…
“Allora cosa fai sabato sera? No, perché io sono libero”, disse Biagio, non prima di essersi assicurato per l’ennesima volta che “l’armadio” non stesse in giro…
Vania sorrise e, inaspettatamente sia per lui che per lei, rispose: “Ma hai bevuto?”
Continua...
In contemporanea con L'Eco Di Dionisio
15 commenti:
A questo punto sorge spontanea la domanda: chi, tra Vania ed il capufficio, si porterà a letto per primo il Nostro Biagio?
mmmh...ma non ti avevano assunto??
@sonny&me
L'armadio! :)
@mat
Giovane! Sveglia! Questo è un racconto!
Ah
4 volte ah
ah ah ah ah
cri
You have a most interestingly fine blog.
Stay on groovin' safari,
Tor
Notizie per te in questo mio post
http://ideateatro.blogspot.com/2008/02/lislanda-brucia-dai-bloggers.html
Bye bye
vecchio, scherzavo...era per nn pubblicare sti racconti...
mmm l'armadio torna prima o poi
si prospetta una puntata pulp, me lo sento
:O
@cristina
La storia se non ricordo male ha sette parti... Risparmiati le ah :D
@tor
Cosa?
@mat
Messaggio subliminale? :)
@mariad
Attendi e vedrai :)
ehhehehehehe :)
You have a most interestingly fine blog.
indeed, I do agree - you really write divinely
ciao. Io ho la passione di scrivere erotico....non mi dirai che questo potrebbe essere un racconto erotico? semmai abbiamo una cosa in comune :)
buona serata e buon w/e
racconti erotici con l'armadio
diventerebbero racconti orror:-p
ciao lupettino mio mi so persa un poco di puntate
ma ti lascio un intero abbraccio
tanto non sei largo come l'armadio vero??
tempestosamente smuacckk
Ma Lupo...questo lavoro ti mangia? Come va?
sonia
@mat
Cosa ti ridi? :)
@miss welby
Cosa?
@elle
In comune no, forse in provincia... (battutaccia)
Comunque non è un racconto erotico, io mi vergogno tanto... :)
@tempesta
In altezza sicuramente no, in circonferenza possiamo vedere :)
@sonia
Indubbio che con il lavoro ho molto meno tempo, ma in questi giorni, oltre al lavoro, ho avuto altri impegni.. :)
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