sabato 9 agosto 2008

Ritorni

Dopo ben 12 ore di viaggio, sulle frecce rosse garganiche, una non specificata compagnia di pullman che non nomino, sono ritornato a casa e vi posso dire che il cielo garganico è tutta un’altra cosa.
Si è notato subito che era un pullman garganico da varie situazioni: organizzazione zero: abbiamo cambiato tre pullman nella confusione più totale; passeggeri che pensavano solo ai cazzi loro, infischiandosene dei loro compagni di viaggio; poca socializzazione tra i viaggiatori, perché il garganico è aperto con qualsiasi essere vivente, tranne che con i loro conterranei…
Che bello risentire già da Parma l’aria di casa. :)

Un ultimo pensiero va ad un viaggiatore di Cagnano Varano.
Attorno alle sei del mattino ci siamo fermati in una stazione di servizio, in Abruzzo, prima di partire, l’autista ha chiesto ad ognuno se c’era il nostro vicino, resosi conto di non potersi fidare di viaggiatori garganici assonati e girati di palle ha usato una tattica più professionale: ci ha contato. Alla fine della conta, in barba ai turisti milanesi ed emiliani ha esclamato: “qua manca nu cristiane! Dov’ cazze stà?” (trad. Oibò i conti non mi tornano, nella mia lista c’è una persona in più. Chissà dov’è?). Io dal mio posto, in fondo alla vettura, non ho visto salire nessuno prima della partenza del pullman. Fatto sta che a Lesina, nell’ultimo cambio, l’autista ha chiamato i due passeggeri che andavano a Cagnano e si è alzata solo una persona, nonostante l’autista abbia più volte chiamato l’altra persona… Se colleghiamo i due avvenimenti, possiamo immaginarci dove sia andato a finire l’altro passeggero di Cagnano.
Caro viaggiatore cagnanese, rimasto nella stazione di servizio abruzzese, spero che un giorno leggerai questo post e che mi contatterai via mail per potermi raccontare come hai fatto per tornare nel tuo paese.

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