giovedì 12 giugno 2008

Supermercato (1^ parte)

Ritornano i racconti a quattro mani alternate, la rubrica che ha riscosso tanto successo (altrove). Stavolta la mia partner, perché di donna si tratta (e che donna!), è la simpaticissima Cristina che ho fatto soffrire con la mia poca vena di questi ultimi periodi.
Solito meccanismo: un incipit, in questo caso è Supermercato; due blogger che scrivono la storia, uno inizia e l'altro finisce, e si passano la palla. Le parti di ciascuno sono segnate con colori diversi.
L'esperimento è aperto a tutti quelli che si vogliono divertire nello scrivere e non deve essere fatto necessariamente con me, vi potete trovare un partner anche da voi.
Ricordandovi che i racconti terminati li trovate in questo blog, vi auguro una buona lettura.


Il Supermercato stava per chiudere. Lo capì dalla luce flebile del crepuscolo che attraversava i vetri sporchi della porta finestra. Ormai il sole era calato ma un riverbero rossastro illuminava la rete rugginosa che delimitava il balcone.
Gli piaceva quell’ora, si sentiva più leggero e meno solo, sospeso per un attimo insieme a tutto il resto, nella quiete più totale.
Tornò in cucina, aprì il cassetto del tavolino, dentro c’erano alcuni oggetti appartenuti a suo padre: due vecchie pipe di radica, dei grossi elastici verdi, una scatola di sigari e una poltiglia di polvere e tabacco sparsa sul fondo. Gli piaceva quell’odore acre e nostalgico, gli ricordava quello di suo padre.
Non riusciva ad odiarlo, nemmeno ad avercela con lui, anche se l’aveva lasciato solo, senza un soldo, senza la speranza di laurearsi, di avere un giorno una grigia vita da occupare in qualche Ministero.
In fondo era stato per amore se era fuggito per sparire nel nulla con la più bella cassiera che si fosse mai vista in un Supermercato.
Già, il Supermercato. Il suo stomaco cominciava a farsi sentire, aveva fame. Si sdraiò per terra e appoggiò l’orecchio allenato sul gelido pavimento di marmo. Non si sentiva nessun rumore, i dipendenti erano usciti tutti, ormai aveva campo libero. Scese in fretta giù per le scale che conducevano alle cantine e si insinuò nel tunnel che suo padre aveva scavato per raggiungere la sua amante. Il luogo degli incontri del loro amore clandestino era diventato per lui la via per la salvezza da una sicura morte per fame o da una vita da barbone in una stazione di un’anonima città.

Attraversò lo stretto e angusto tunnel con disinvoltura, lo aveva fatto molte volte e aveva acquisito l’agilità del caso.
Oramai conosceva molto bene gli orari della ronda delle guardie giurate e sapeva di avere un’ora per poter prendere l’occorrente della cena di oggi. Un’eternità per chi come lui conosceva a memoria questo supermercato.
Notò subito una cosa che non aveva mai visto prima: un negozio di vestiti. Si ricordò del cartellone che vide l’ultima volta, con scritto: “Prossima apertura fashion donna!” e riuscì a collegare il tutto.
Incuriosito entrò dentro il negozio. Mancavano ancora cinquanta minuti al passaggio della ronda e quindi aveva tutto il tempo che voleva per scoprire questo nuovo angolo del suo micromondo.
Così, in mezzo a jeans ultimi modelli e a canottiere che lasciavano poco all’immaginazione, vide lei: bellissima, bionda, pelle candida, occhi chiari e fisico perfetto. Rimase a contemplarla per alcuni minuti, era a bocca aperta, non poteva pensare di aver trovato il suo angelo in questo supermercato. Al primo sguardo fu subito amore, se lo sentiva, lo sapeva. Tutto questo lo rendeva felice.
Non riusciva a muoversi, incantato com’era dalla bellezza di questo angelo biondo, ma il tempo stava scorrendo e di lì a pochi minuti sarebbe passata la ronda. Allora prese la decisione! Tornò nel supermercato a prendere al volo degli snack, rigorosamente per due, si avventò verso il manichino (perché quello che ai suoi occhi sembrava un angelo era solo un semplice manichino) e assieme a lei si incuneò nella stretta fessura con molta più fatica di come l’aveva attraversata durante il viaggio di andata.

Continua...

In contemporanea con Omina munda mundis

5 commenti:

Cristina ha detto...

Grazie, lo so sono meravigliosa.

Un bacione.

Cris

Mat ha detto...

quando trombano?

Tanuccio ha detto...

@cristina

Dalle parti mie si dice:

k' c'avvant' da sul' nen val' quant' na pagghjia de fasul'

@mat

non è un racconto porno, metti a posto le mani...

Mat ha detto...

uyfff

Tanuccio ha detto...

Mi dispiace, la prossima volta ti porto ad un cinema porno...