mercoledì 27 ottobre 2010

Precario per vocazione

Chi ha seguito un po' questo blog e ha letto buona parte dei post che l'autore ha scritto, in particolar modo quelli di due anni fa, sa un po' delle peripezie passate dal sottoscritto per poter avere un lavoro. Certo, il sottoscritto non ha l'esclusiva del precariato, ma ha raccontato questa specie di micromondo (diventato pian piano macro) di cui i politici italiani se ne infischiano.
Penso di non averlo mai raccotato bene il precariato, complice la mia ironia e la mia poca voglia di voler essere compianto da altri e con questo, penso di essere uguale a molti giovani italian che continuano a lavorare con serietà, pur non sapendo fra due o tre mesi dove sbattere la testa.
Ora vi aspetterete sicuramente un post sociologico e drammatico su tutti i milioni di giovani in cerca di un lavoro fisso o al massimo di un contratto con una certa tutela , ma l'autore dichiara di non esserne capace e che questo post era solo per comunicare che tra tutti questi milioni di ragazzi più o meno giovani che arrancano nel dramma della precarietà uno ce l'ha fatta ad uscirene.
Probabilmente non racconterò più di colloqui, o non racconterò più e basta. Sicuramente rimarrò precario per vocazione, chi ha vissuto il dramma una volta lo rivivrà anche negli occhi dei futuri colleghi che lavoreranno con te per una sostituzione maternità o per due mesi sotto agenzia.
Nonostante tutto, ho paura che sarò per sempre un precario e tutti saremo per sempre precari, ma fatemi godere questo momento e più avanti mi preoccuperò di tutto.

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